Sono solito occuparmi di articoli celebrativi, che si tratti di musica (soprattutto), sport o altri eventi, sarà l’effetto nostalgia – che un po’ alberga innato nell’animo umano – o il fatto che il tempo ci fa capire da prospettive diverse, come più razionali e obiettivi forse, certi giudizi o pareri affibbiati in diretta.
Sia quel che sia, capita sovente di guardarsi indietro e vedere il percorso svolto, traendo i famosi “bilanci”.
E allora mi sono detto: perchè non dedicare un ricordo, un omaggio, anche al mio primo libro pubblicato?
Ok, passerò per eccessivamente autoreferenziale, ma in fondo chi mi segue qui credo lo faccia, in primis, perchè interessato anche alle mie attività, visto che in più occasioni ho sfruttato questo spazio per condividere momenti delicati, personali, in alcuni casi intimi, penso alle fasi più critiche della mia malattia, o ad alcuni episodi salienti della mia vita.
Tra i momenti felici, che mi hanno arrecato soddisfazione e ricompensato dell’impegno profuso e di una certa dose di volontà, va annoverato anche il mio percorso come scrittore, che equivale a uno di quei sogni che facevo quando ero bambino.
Certo, il mio nome non è finito nei libri di scuola, nè sono riconosciuto a livello nazionale, ma poco importa, anche ci fosse stato un solo lettore ad avermi dato fiducia in questi anni, e apprezzato il mio lavoro e i miei libri, ne sarei grato e felice.
Poi, realisticamente, so che per fortuna, sono stati molti di più coloro che hanno voluto leggermi, e questo ha rappresentato uno sprono a continuare su questa strada, alla ricerca di nuove storie ed emozioni da condividere.
La scrittura è sempre stata una grande passione, sin da quando ero piccolo, e anche se non fossi riuscito a farne qualcosa di più di un hobby, so che sarei ricorso in ogni caso ad essa, perchè dare libero sfogo ai miei pensieri, ai sogni e alle loro suggestioni, è fonte di gioia per me, una cosa che mi fa stare bene, a cui non potrei rinunciare.
Dieci anni fa di questi tempi veniva pubblicato, dalla casa editrice “Nulla Die”, il romanzo di narrativa dal titolo “Verrà il tempo per noi”.
Il mio vero esordio letterario lo devo quindi a Salvatore e Massimiliano Giordano, padre e figlio, che con grande passione, competenza e serietà, stanno mandando avanti una realtà indipendente che molto punta sulla qualità dei suoi titoli.
Sarò sempre grato a loro, e il fatto che poi abbia pubbicato altri libri con questo marchio editoriale la dice lunga sul rapporto di fiducia che si è instaurato, toccando pure generi diversi, dal romanzo del primo libro, alla silloge, dalla saggistica musicale alla biografia, con l’ultimo libro “Simon sono io”, uscito all’inizio del 2021 che tante soddisfazioni mi sta regalando.
Ma tutto ebbe inizio proprio con “Verrà il tempo per noi”, la cui genesi risaliva a molto tempo prima, visto che una bozza del testo la scrissi (rigorosamente a penna) ai tempi dell’università, quando mi ritrovavo a dividere un appartamento a Verona con gli amici Riccardo e Fabrizio.
Con loro condividevo, oltre agli studi in Scienze dell’Educazione, anche tante passioni, su tutte la musica, con l’esperienza delle prime trasmissioni radiofoniche in quel di Radio Popolare Verona, ma dubito sapessero che all’epoca, nei ritagli di tempo, mi stavo dedicando a mettere in fila emozioni e storie di un gruppo di giovani poco più che maggiorenni, come potevamo essere noi solo qualche anno prima, quando al termine del Liceo si trattava di scegliere che cosa fare della propria vita, indirizzando destini e scrivendo così inconsciamente il nostro futuro.
Avevo già iniziato da poco a collaborare con una testata locale di sport (“Calcio Dilettante”) e amavo da sempre leggere libri ma…da qui a scriverne uno ce ne passava.
Infatti, per quanto quella storia embrionale si stesse un po’ alla volta sedimentando e prendendo forma, tuttavia era destinata, almeno pensavo, a rimanere nel classico cassetto dei sogni; d’altronde che ne sapevo io del mondo dell’editoria? Come si faceva a farsi pubblicare un libro, ad avere i contatti giusti, far leggere a qualcuno la propria opera?
Tutti quesiti a cui non ero in grado di darmi risposta, e poi, si sa, la vita a volte si diverte a scombinare certi piani, ti fa crescere, maturare, fare esperienze, e puoi ritrovarti dopo i trent’anni ad essere pienamente soddisfatto in fondo, in pace con te stesso.
Come detto, però, non ho in pratica mai smesso di scrivere, così, dopo aver aperto un blog e imparato ad avere più dimestichezza con internet, entrai poco alla volta in contatto con quelli che mi piace chiamare “spiriti affini”, scoprendo un “mondo” vivacissimo, colorato, variegato, frizzante, fatto di forum letterari, siti specializzati o semplicemente luoghi virtuali dove poter scambiare opinioni su autori, libri, case editrici, tutto ciò che gira intorno alla scrittura.
Dopo essermi imbattuto in diversi “posti” simili, ne inizio a frequentare con più assiduità uno in particolare, dove riesco in poco tempo a farmi largo tra i tantissimi utenti, rispettoso di tutti, essendo l’ultimo arrivato, ma sorretto da tanta curiosità e iniziativa: divento così membro del “Writer’s Dream”, all’epoca dei fatti (se non ricordo male, mi pare tra il 2009 e il 2010) presieduto dalla giovanissima e combattiva Linda Rando, che inizierò a guardare con ammirazione per come era in grado di gestire un canale davvero affollato di gente desiderosa di saperne di più del mondo editoriale e di condividere i propri scritti, avendo oltretutto a disposizione una miriade di informazioni utili.
Alla fine sostai per un paio d’anni da quelle parti, ma come ho ripetuto specie nei primi periodi successivi alla pubblicazione di “Verrà il tempo per noi” (e come si evince da una nota nei ringraziamenti), sono sempre stato riconoscente a quel sito per aver trovato in quel momento la casa editrice che faceva per me, la “Nulla Die”, appunto.
Se mi guardo indietro, provo tanta tenerezza per il me stesso di quel periodo, ma in fondo non è che sia poi così cambiato con gli anni, nonostante ne sia passata tanta di acqua sotto i ponti… sicuramente chi mi legge in questo blog è al corrente di cosa mi sia successo nel bene e nel male da allora.
I libri pubblicati hanno finito sempre per raccontare un po’ di me stesso, anzi, sarebbe più corretto dire “molto” di me stesso, anche se nessuno di essi in pratica è autobiografico, tantomeno lo è “Verrà il tempo per noi”, che è un lungo racconto corale, un romanzo che qualcuno in maniera magari azzardata ha definito “di formazione”.
La cosa mi piace molto, perchè io sono un amante di quel filone letterario, e nel mio scritto in effetti si seguono per lunghi tratti le vicende di un gruppo di amici, tutti alle prese con dei cambiamenti e con delle scelte di vita importanti da compiere.
Ripresi in mano quella storia scritta anni prima, la rilessi con attenzione ma decisi di lasciarla così com’era: intatta nell’intreccio narrativo, magari arricchita nei dialoghi (ce ne sono tanti, manco fosse una sceneggiatura pensata per un futuro film!) ma senza sostanziali modifiche. Il momento di spedirla a qualche casa editrice che sentivo vicina alle mie corde e alla mia sensibilità era arrivato, la trepidazione da parte mia a quel punto era tangibile.
Ci fu presto dell’interesse e alla fine accettai la scommessa di “Nulla Die”, che anch’essa stava muovendo i primi passi in quel settore.
Ero preso tantissimo dal libro in quei giorni, in fondo era un sogno che si stava realizzando! Scrivendolo mi sono affezionato ai “miei” ragazzi, alle loro storie, alle loro vite… in quelle pagine, col senno di poi, ho riversato tantissimo di me, ci sono le mie passioni, certi pensieri personali disseminati tra le pieghe dei personaggi si percepiscono chiaramente, ci sono tante emozioni, e anche se ammetto sia acerbo come romanzo (d’altronde si trattava di una “prima volta” in quel campo), ne sono tutt’ora molto orgoglioso, anche per quello che è riuscito a raccogliere.
Sono arrivate inevitabilmente anche delle critiche (ma chi ne è immune in campo artistico? Risposta, nessuno, neanche i più grandi!), ma ho ricevuto soprattutto tante gratificazioni, attestati di stima, messaggi sinceri da parte di persone che lo hanno letto tutto d’un fiato, emozionandosi e riconoscendosi nelle vicende tristi, allegre, drammatiche, intense, dei vari Claudio, Ricky, Ketty, Vale, Davide, Johnny… per me questo è un risultato straordinario, il più grande che potessi ottenere, al di là dei riconoscimenti “ufficiali”.
Come vola il tempo… era fine settembre 2011 quando il libro arrivò finalmente nelle librerie, pertanto ha da poco compiuto il suo decimo compleanno!
Fu l’inizio di un’avventura magnifica di cui ricordo ogni momento:dalle prime copie che mi arrivarono a casa, allo stupore degli amici, l’emozione della mia famiglia, la commozione della mia futura moglie, e poi le prime affollate presentazioni, le segnalazioni dapprima sui giornali locali, poi le recensioni, gli articoli, le nuove conoscenze.
A pensarci bene, rifarei tutto, anche perchè poi la via fu tracciata e sarebbero arrivate tante altre tappe lungo il cammino, tutte portatrici di esperienze, fatti ed eventi da tenere stretti nel cuore. E la strada continua, sempre avanti!
Grazie di cuore a tutti voi, carissimi lettori, siete un motore importantissimo per questa mia grande passione che risponde al nome di SCRITTURA!