Gemelli emergenti del calcio italiano: da Edoardo e Niccolò Pierozzi a Cristian e Stiven Shpendi, a Lorenzo e Carlo Pirola (e tanti ancora)

Uno degli articoli più letti ancora oggi del mio blog, almeno rimanendo al tema sportivo, è quello che dedicai ormai diversi anni fa ai gemelli nel mondo del calcio e poiché negli ultimi tempi stanno emergendo altre coppie di gemelli nei nostri campionati avevo voglia di passarle in rassegna, dai più noti a quelli che stanno iniziando da poco il loro percorso.
Il riferimento va comunque a calciatori ancora ascrivibili all’area degli “emergenti” (che in Italia comprende una forbice piuttosto vasta rispetto ai parametri europei), ragion per cui non ho trattato ad esempio la storia dei gemelli Matteo e Federico Ricci (classe 1994), grandi talenti cresciuti nel vivaio della Roma e protagonisti in carriera di buoni se non ottimi picchi di rendimento ma la cui stella ha iniziato a declinare, visto che entrambi attualmente sono poco più che comprimari nei rispettivi club (Matteo nella Sampdoria in B, Federico addirittura finito in serie C al Perugia).

I gemelli Ricci ai tempi della bellissima esperienza condivisa nello Spezia – (foto dal sito ufficiale dello Spezia Calcio)

I GEMELLI PIEROZZI

Fatta questa doverosa premessa inizierei la panoramica con i gemelli Edoardo e Niccolò Pierozzi, classe 2001, nati a Firenze e cresciuti entrambi nella Fiorentina.
Nel vivaio viola si sono imposti facilmente garantendo sempre un buon rendimento, giostrando in una zona di campo simile, sulla fascia destra. Più difensivo forse Edoardo; capace di agire anche dalla metà campo in su invece Niccolò.

I gemelli Edoardo e Niccolò Pierozzi - (foto dalla pagina Instagram del Palermo Calcio)

Il primo è quello che ha lasciato la Primavera nei tempi corretti, iniziando il suo percorso da professionista a 19 anni nella stagione 2020/21 in Serie C alla Pistoiese. Edoardo non patì il salto, disputando il torneo da titolare, concluso con 31 presenze e 2 gol che gli sono valse la “promozione” l’anno successivo in serie B in una neopromossa gloriosa come l’Alessandria.
Al termine di un campionato concluso con la mesta retrocessione dei grigi piemontesi, Edoardo comunque non demerita mettendo insieme 21 presenze e 1 gol. Molto peggio va invece l’anno dopo, quando gli viene concessa la possibilità di cimentarsi ancora in cadetteria, ma stavolta le presenze tra Palermo e Como saranno soltanto 5 in tutto, motivo per cui alla vigilia della stagione in corso, matura la scelta di tornare in serie C in un’ ambiziosa compagine come il Cesena.
In Romagna Edoardo sta ritrovando lo smalto perduto e un ruolo di primo piano, stabilendosi principalmente nel ruolo di terzino destro in una difesa a 4 o all’occorrenza spostato di qualche metro più avanti, sulla linea dei centrocampisti.
Diversa la parabola del gemello Niccolò, rimasto un anno da fuoriquota in Primavera, ma avendo poi un impatto importante tra i professionisti in serie C nel campionato 2021/22 con la Pro Patria: furono infatti ben 36 le presenze condite da 8 gol e la sensazione che in quella categoria fosse solo di passaggio.
L’anno dopo il salto in B alla Reggina e un’altra stagione da incorniciare a livello personale ma non solo. Infatti fu titolare fisso da terzino destro (con doti offensive), mostrando grandi qualità tecniche alla corte di Filippo Inzaghi; inoltre ha esordito in Under 21 (in precedenza aveva già assaporato le maglie azzurre della Nazionale giovanile assieme a Edoardo) e avuto la possibilità concreta di rientrare alla base, con la Fiorentina consapevole di trovarsi in casa un giocatore pronto per certi palcoscenici.
Da lì però, e siamo alla vigilia del campionato in corso, l’improvviso stop dovuto in primis a problemi fisici e poi all’esplosione interna del più giovane prodotto locale Kayode, classe 2004 che con l’Italia Under 19 si è laureato Campione d’Europa scalzando di fatto dal ruolo originario di vice Dodò proprio Niccolò Pierozzi (che di fatto deve ancora debuttare in partite ufficiali con la prima squadra).
È molto probabile, quindi, che a questo punto con l’apertura del mercato invernale a gennaio possa cambiare maglia, andando via in prestito con mezza serie B pronta ad accoglierlo.

I GEMELLI SHPENDI

Sugli scudi vi è poi una coppia di gemelli composta da due attaccanti puri: si tratta degli albanesi (ma nati in Italia ad Ancona) Cristian e Stiven Shpendi, classe 2003, entrambi affermatisi a Cesena.

I gemelli Shpendi, affiatatissimi in campo e nella vita – (foto dal Corriere Romagna)


Sempre insieme, sempre a emergere sui compagni bruciando le tappe, hanno mosso i primi passi a Fano per poi approdare al San Marino fino alla chiamata del Cesena ai tempi dell’Under 17.
Un’intesa perfetta la loro, dentro e fuori dal campo e l’esplosione che arriva presto, al primo anno di Primavera 2 quando Cristian mette a referto 17 presenze e 15 reti (più 7 assist), mentre Stiven fa ancora meglio con addirittura 23 gol in 20 presenze (condite anch’egli da 7 assist).
Due portenti insomma, di cui si inizia a parlare insistentemente in ottica prima squadra.
È dalla stagione 2022/23 che i due, piuttosto difficili da distinguere di primo acchito in campo (nonostante Cristian sia più un centravanti puro da area di rigore, mentre Stiven è capace di muoversi su tutto il fronte dell’attacco), diventano pedine importanti del Cesena in un campionato che vede per i romagnoli sfumare per pochissimo il sogno della promozione in B mediante i (complicatissimi) playoff.
A livello personale Cristian denota qualche difficoltà iniziale in più, totalizzando nel 2021/22 le prime 5 presenze e trovando il primo gol (in 16 presenze) nel campionato passato. Meglio fece Stiven che dopo l’esordio da 2 presenze nel 2021/22 è esploso già nella stagione successiva, quella appena trascorsa, segnando 12 reti in 29 presenze, quasi tutte da titolare e fungendo da valore aggiunto.
Impossibile a quel punto restare indifferenti dinnanzi a un simile exploit, tanto che come previsto ci fu la corsa ad acquistarlo; alla fine la spuntò l’Empoli, con cui il giovane nazionale albanese sta giocando ora in serie A, e nonostante non sia titolare di fatto sta comunque mettendo insieme quelle presenze che fanno acquisire esperienza e la giusta conoscenza di una categoria così importante. D’altronde il doppio salto non è cosa da tutti i giorni, eppure Stiven ha già evidenziando una buona personalità e la capacità di giocare senza timori reverenziali al cospetto di forti e navigati difensori.
La realtà odierna dice che in compenso Cristian sta ripercorrendo eccome, a un anno di distanza, le orme del quotato gemello, dimostrando potenzialmente di fare pure meglio, visto che a dicembre si trova già in doppia cifra con lo splendido score di 10 reti in 14 presenze!
Insomma, arrivare in A per lui sembra solo una questione di tempo.

I GEMELLI MORETTI

Del 2002 sono invece i gemelli Lorenzo e Andrea Moretti, entrambi cresciuti nelle giovanili dell’Inter (con un passaggio al Novara), giocando più o meno nello stesso ruolo, quello di difensore centrale, anche se Lorenzo sin dalle giovanili si è mostrato capace di ben figurare anche da terzino.

Lorenzo Moretti con la Primavera dell’Inter – (foto dal sito Tutto Avellino)


Proprio Lorenzo, a lungo colonna di tutte le nazionali giovanili azzurre, è quello che è sempre parso più forte, oltre che più completo. E sinceramente mi sarei aspettato di vederlo già protagonista a livelli più alti di una pur dignitosa serie C.
Quello di quest’anno nella competitiva Triestina è il suo terzo campionato di fila in C dopo le precedenti esperienze sempre da titolare prima nella Pistoiese e poi nell’Avellino, e tutto lascia in fondo presupporre che, indipendentemente da come andrà a finire il torneo dei giuliani (comunque tra i favoriti per la promozione in serie B), per lui si possano spalancare le porte di una categoria superiore.
Andrea Moretti invece è rimasto un anno da fuoriquota in Primavera per esordire tra i professionisti nel torneo scorso alla Pro Sesto (18 le presenze in serie C).

Andrea Moretti ai tempi delle giovanili interiste – (dal sito FC Inter 1908)

Sta andando decisamente meglio per lui l’esperienza odierna, alla Pro Patria dove è titolare fisso in mezzo alla difesa, mostrandosi molto affidabile, avendo già eguagliato il numero di presenze della scorsa stagione, oltretutto con 3 reti messe a referto.

I GEMELLI PIROLA

I gemelli Pirola, Lorenzo con la maglia della Salernitana e Carlo con quella della Giana Erminio – (foto dal sito Lecco News)

Un caso ancora diverso è quello dei gemelli Pirola, Lorenzo e Carlo, il primo già affermato difensore in serie A (attualmente alla Salernitana), il secondo un portiere che gioca quest’anno in C alla Giana Erminio, anche se non da titolare (e con anzi uno score sinora da dimenticare, avendo incassato 8 reti in 2 partite).
Lorenzo è sempre stato considerato un predestinato, colonna delle giovanili nerazzurre dell’Inter e di tutte le selezioni azzurre della Nazionale, avendo tra l’altro disputato da titolare e leader un Mondiale Under 17 (dove tra i convocati c’era anche il già citato Lorenzo Moretti, all’epoca suo compagno nell’Inter), mentre ora è il capitano dell’Italia Under 21, monitorato pure dal ct Spalletti.
Anche da professionista sta bruciando le tappe, essendo passato in prestito una prima volta nel forte Monza di Berlusconi e Galliani in B e poi diventando pedina importante della Salernitana nella massima serie, sin dall’anno scorso, in un torneo concluso con un’ esaltante salvezza alla quale lui ha ben contribuito.
In questo momento tuttavia la squadra è in difficoltà, trovandosi ultima ma lui non sta certo demeritando: si tratta insomma a conti fatti di un grande prospetto del nostro calcio.
Il gemello Carlo sin dalle giovanili ha avuto un percorso meno lineare, passando dall’Atalanta al Torino senza mai essere protagonista di rilievo. Già nel 2020/21 però la prima esperienza tra i grandi, alla Casatese in serie D, dove rimane due stagioni acquisendo sicurezza e mostrandosi affidabile, fino alla chiamata della Giana Erminio per la stagione 2022/23 che la vedeva seria candidata alla promozione in serie C.
Detto fatto, per la squadra di Gorgonzola si è trattata di una cavalcata trionfale, coronata col ritorno tra i professionisti dopo un solo anno di purgatorio nei Dilettanti.
Carlo invero ha contribuito alla grande a questo risultando disputando da titolare ben 36 partite ma quest’anno come detto l’approccio non è stato positivo, e ora si trova scavalcato nel ruolo dal più giovane (e bisogna ammetterlo più talentuoso) Gioele Zacchi, classe 2003 proveniente dal Sassuolo e da sempre nel giro delle nazionali Under dell’Italia. Ciononostante il tempo è tutto dalla sua parte per dimostrare che può costruirsi una carriera da professionista.

I GEMELLI D’ALESSIO

Sono nati nel 2004 invece i fratelli Leonardo e Francesco D’Alessio, cresciuti nel fortissimo vivaio della Roma.

I gemelli D’Alessio ai tempi della comune militanza nelle giovanili della Roma – (foto da Gazzetta Regionale)

Proprio il ciclo dei 2004 è uno dei più forti visti in anni recenti a Trigoria, con diversi protagonisti già saliti agli onori delle cronache, considerati da Mourinho per la prima squadra e in alcuni casi con già all’attivo delle presenze tra i grandi (tra serie A ed Europa League).
Anche Francesco, polivalente giocatore in grado di destreggiarsi da centrocampista come da difensore esterno, ha assaggiato l’aria della prima squadra esordendo in Europa League allo stadio Olimpico, coronando così il suo sogno di bambino, come era successo prima di lui ai compagni Missori, Faticanti, Pagano e Pisilli.
In carriera vanta anche uno scudetto con la formazione giallorossa in Under 17, mentre quest’anno è pedina fissa dello scacchiere di mister Guidi nella Primavera (dove sta giocando da fuori quota).
Fino a due anni fa il percorso del gemello Leonardo era stato pressoché identico al suo; diverso il ruolo, considerando che lui è un terzino destro puro ma stessa esperienza e stesso attaccamento ai colori giallorossi.
Eppure a un certo punto ha scelto di lasciare la casa madre per cimentarsi altrove, forse perché cominciava a pesargli la concorrenza in casa nel ruolo del forte Missori, ora al Sassuolo e capitano della spedizione Under 19 azzurra che si è aggiudicata uno splendido Europeo di categoria (dove figuravano anche Pisilli e gli ex giallorossi Mastrantonio e Faticanti). Fatto sta che Leonardo è passato al Milan per disputare l’anno scorso il campionato Primavera, se non che alla fine ha collezionato solo scampoli di partite (in tutto 8 presenze), condizionato da un problema all’occhio che lo ha tenuto lontano dai campi per ben sei mesi.
Ora sta meglio ma la società rossonera ha deciso di mandarlo in prestito alla Pro Sesto dove tuttavia sta faticando non poco a trovare spazio.

I GEMELLI PLAIA

Rimanendo in casa Roma, uno dei prospetti più interessanti del 2006 è sicuramente il difensore centrale Matteo Giuseppe Plaia, marcantonio di 1 metro e 94 (nato a Bruxelles) e giunto nella Capitale a 16 anni dopo i trascorsi nelle giovanili dello Spezia.

Matteo Plaia in maglia giallorossa – (foto da Gazzetta Regionale)

Proprio nella società ligure gioca ancora il fratello gemello Francesco Saverio (portiere e punto fermo anche delle nazionali Under dell’Italia), attualmente impegnato con la Primavera.
Per entrambi si può auspicare una carriera da professionisti a buoni livelli, visto che Matteo giocando sempre da sotto età si sta ben disimpegnando ed è già affidabile pedina della Primavera di Federico Guidi, mentre Francesco è da tempo tenuto in considerazione dai vari selezionatori azzurri.

Francesco Plaia, portiere della Primavera dello Spezia – (foto dal sito Spezia 1906)

Matteo oltretutto è stato già convocato da Mourinho per la gara di Europa League contro lo Sheriff, dove ha esordito il coetaneo Mannini anch’egli prelevato a suo tempo dallo Spezia, ma a mio avviso sarà proprio il gemello Francesco a debuttare per primo tra i professionisti, magari già al termine di questo campionato.

I GEMELLI RENAULT

Nell’ Atalanta sono cresciuti i gemelli Christophe e Guillaume Renault, classe 2002, tutti e due con caratteristiche simili, da esterni difensivi capaci di giocare anche a tutta fascia, a destra come a sinistra. Discendenti da una famiglia nobile francese stabilitasi in Italia, hanno passaporto italiano e francese ed entrambi sono stati nel giro delle Nazionali Under italiane.

Guillaume e Christophe Renault ai tempi delle giovanili dell’Atalanta – (foto da Gazzetta.it)

Provenienti dal Pavia, hanno poi completato l’iter giovanile nel vivaio della Dea, dividendosi una prima volta ai tempi della Primavera, con Christophe passato all’Olbia già nella stagione 2021/22, in cui aveva messo a segno 1 gol in 10 partite, patendo però un grave infortunio al crociato che lo ha condizionato molto in questa sua prima esperienza nel professionismo.
L’anno seguente era di nuovo in Sardegna con altre dieci presenze, poi un passaggio alla Viterbese solo sulla carta prima dell’approdo all’Alessandria a gennaio 2023 dove è riuscito a totalizzare solo 5 presenze in un campionato assai travagliato per i grigi.
All’inizio di questa stagione Christophe è rimasto svincolato ma dato per vicino a diverse squadre, tra cui la Pro Patria dove gioca attualmente anche Guillaume, più dotato dal punto di vista tecnico ma come detto simile per caratteristiche: anche quest’ultimo infatti può giocare su entrambe le fasce, pur prediligendo quella destra, a differenza di Christophe che agisce prevalentemente sulla sinistra.
Guillaume sta disputando una buona stagione dopo che nella scorsa è stato impegnato con alterne fortune tra Pro Vercelli fino a gennaio e poi Alessandria dove ha ritrovato così il gemello.

I GEMELLI DORATIOTTO

Per ultimi vado a citare i gemelli Riccardo e Fabio Doratiotto, classe 1999, stabilitesi entrambi da qualche stagione nei Dilettanti dopo le buone esperienze nelle giovanili del Cagliari.

Riccardo Doratiotto, quando era una grande promessa del Cagliari – (foto da TuttoCalciatori.Net)

Più considerato dagli esperti il primo, che nella Primavera era raffinato trequartista o punta centrale, ha all’attivo vari campionati tra i professionisti all’Olbia (sorta di succursale rossoblu) e al Montevarchi, con inoltre la grande soddisfazione di aver esordito in serie A con la squadra della sua città, tra l’altro ben figurando.
L’ultima occasione di rilievo per Riccardo a Montevarchi (nel 2021/22) tuttavia non è stata felice e così a gennaio scese nei Dilettanti in una società storica come l’Arezzo. Da lì sono giunte altre tappe sempre in D, lo scorso campionato nel Città di Castello e ora nella Cynthialbalonga.
Il fratello Fabio gioca invece da mediano e, sebbene non abbia mai esordito tra i professionisti (pur terminando l’iter giovanile nella Primavera del Lecce), ha d’altro canto accumulato molta esperienze nelle categorie inferiori, giocando in D dal 2019/20 ad oggi con le maglie di Chions, Sanremese, Carbonia, Arzachena e da ultima il Pont Donnaz Hone Arnad, squadra aostana.

Fabio Doratiotto con la maglia del Cagliari, società nel cui vivaio è cresciuto – (foto da TuttoCalciatori.Net)

I due gemelli Doratiotto, dopo i trascorsi giovanili insieme con il Cagliari, di fatto non si sono più incrociati in una partita di calcio e, a quanto pare, uno dei loro sogni più grandi è proprio quello di potersi ritrovare un giorno nello stesso rettangolo di gioco, visto anche il fortissimo rapporto che li lega fuori dal campo.

Europei Under 19 – L’Italia torna Campione dopo vent’anni: commenti e considerazioni su tutti i protagonisti azzurri.

Il calcio italiano, da molti dato in crisi visto l’andamento della Nazionale Maggiore guidata da Roberto Mancini, in realtà a ben vedere pare goda di ottima salute, e chi segue questo blog ne è consapevole perché sono molti gli articoli da me pubblicati sul tema in cui venivano sottolineati i meriti e i valori dei nostri giovani talenti.

Ho sempre sostenuto che la bontà di un movimento calcistico giovanile non lo si dovrebbe misurare dai trofei vinti ma da quanti elementi vengono prodotti e lanciati poi nel calcio che conta; tuttavia è indubbio che iniziavano a pesare le diverse sconfitte ottenute in Finale dalle nostre selezioni azzurre.

Per questo il risultato giunto ieri all’Europeo Under 19 che ci ha visti trionfare a vent’anni esatti dalla prima volta in questa categoria assume un grande significato, perché va a certificare quanto bene si stia lavorando ai piani di sotto.

Curiosamente è sempre il Portogallo la squadra che ci fa da (temibile) sparring partner in queste occasioni: nel 2003 allenati da Berrettini vincemmo agevolmente noi per 2 a 0 con una squadra di diverse future stelle del calcio italiano, come Pazzini, Chiellini, Aquilani, che erano già il fiore all’occhiello del gruppo assieme ad altri futuri professionisti con davanti una carriera che si sarebbe dipanata su buoni se non ottimi livelli, (gente come Lodi, Ferronetti, Padoin, Mantovani, Potenza), cui andavano aggiunti coloro la cui traiettoria è stata magari meno convincente ma che al tempo erano delle sicure promesse, come il mediano Laner, il difensore Belotti, il micidiale attaccante Della Rocca – che esordirà precocemente in A con il Bologna dopo aver vinto uno splendido scudetto Allievi con i rossoblu – il regista D’Astolfo o il portiere Paoloni che divenne noto, ahinoi, più che altro per vicende extracalcistiche che è meglio qui non ricordare.

Cinque anni fa fu invece il Portogallo a batterci in Finale all’Europeo Under 19 dopo un incontro serratissimo concluso ai tempi supplementari. La squadra allenata da Nicolato vantava in rosa giocatori che dopo un lustro si stanno finalmente affermando da protagonisti a buoni livelli, mi riferisco ai vari Tonali, Zaniolo, Frattesi, Bellanova, Pinamonti, Scamacca, Kean ma onestamente in quell’edizione il Portogallo di Joao Pedro Neves Filipe “Jota” e Trincao sembrava più forte e attrezzato rispetto a noi.

Anche quella di ieri sembrava sulla carta una Finale già indirizzata verso un esito favorevole ai lusitani che nel girone eliminatorio ci avevano surclassato, facendo incassare ai nostri Azzurri un sonoro 5 a 1 che aveva di molto ridimensionato le nostre legittime ambizioni.

Sembrava un rullo compressore la selezione allenata ottimamente dall’esuberante Joaquim Milheiro, anche alla luce dell’altra manita (stavolta senza subire gol) infilata alla malcapitata Norvegia in semifinale.

Tuttavia l’Italia di Alberto Bollini, delle cui grandi qualità non ho mai dubitato, era arrivata in Finale corroborata dalla convincente vittoria, ben al di là del risultato di misura, ottenuta in semifinale contro la Spagna: un 3 a 2 che aveva messo in mostra tutte le nostre doti, non solo quelle tecniche, assolutamente riconosciute in molti dei nostri interpreti, ma anche quelle agonistiche.

Il capolavoro alla fine è stato servito, in una gara che i Nostri hanno condotto sin dai primi minuti con grande sicurezza, pur concedendo quel palleggio marchio di fabbrica dei portoghesi ma che qui si è rivelato sterile, grazie anche all’atteggiamento degli Azzurri che hanno tenuto strette le linee, giocando uniti e compatti.

I nostri ragazzi esultano dopo il trionfo agli Europei Under 19 –
© EPA

Sono sicuro che il ciclo dei 2004 sia molto forte, e che sommato agli altri migliori esponenti del 2002 e 2003 possa fungere davvero da serbatoio futuro per la nostra Nazionale A, fermo restando che pure i 2005 e 2006 promettono molto bene.

Va da se’ che devono giocare, accumulando quella necessaria esperienza a certi livelli che poi ti fa fare il salto anche dal punto di vista mentale nel momento in cui ci si ritrova impegnati in situazioni si spera sempre più competitive.

Sono discorsi triti e ritriti ma che purtroppo non sembrano mai passare di moda, perché il gap con le altre Nazionali sta tutto lì, laddove all’estero i migliori iniziano giocare presto con le prime squadre dei rispettivi club e molto raramente si perdono in una gavetta infinita e spesso infruttuosa nelle categorie inferiori, come invece accade ancora troppo spesso da noi.

Non dobbiamo assolutamente disperdere il buono che c’è all’interno dei nostri vivai, due finali consecutive conseguite in manifestazioni salienti come il Mondiale Under 20 e l’Europeo Under 19 non possono certo essere frutto del caso e anzi stanno a significare che abbiamo un ampio bacino di bravi giocatori su cui investire e attingere in ottica futura.

Passo adesso doverosamente in rassegna i protagonisti della nostra spedizione, magistralmente condotta in porto da un bravo allenatore come Bollini, il quale ha avuto il merito e la pazienza di ragionare su quale fosse il miglior assetto tattico da consegnare ai suoi ragazzi.

Alla fine nelle partite decisive si è tornati ad un 4-3-3 di partenza comunque molto differente da quello delle prime gare iniziali che teneva conto di due esterni offensivi puri, e si è abbandonato presto anche l’esperimento del 3-5-2 poco nelle corde di alcuni interpreti importanti.

Chi è sceso in campo ha dato infine il proprio importante contributo, in un gruppo che è parso veramente coeso e dalle indubbie qualità.

La spedizione Azzurra vincente al completo

MASTRANTONIO – il portiere cresciuto nella Roma, insieme ad altri compagni di squadra qui presenti come Missori, Faticanti e Pisilli, si è rivelato uno dei migliori dell’intero Europeo: reattivo, sicuro, forte nei fondamentali, un giocatore pronto per grandi palcoscenici lui che, con mia sorpresa, ha iniziato invece dalla serie C in un campionato difficile che ha visto soffrire non poco la sua squadra, la prima da professionista, cioè la Triestina. Titolare inamovibile di questo gruppo, pare destinato a una grande carriera.

MISSORI – ammetto di avere un debole per questo ragazzo che, come tutti quelli di questa rosa, seguo dall’Under 15. Filippo è un terzino di quelli instancabili sulla fascia destra, bravo ad abbinare qualità e quantità, alimentando l’azione offensiva ma dando grande contributo anche in difesa. La Roma, nelle cui fila è cresciuto, di recente l’ha venduto al Sassuolo assieme al compagno di un anno più grande Volpato: è atteso quindi alla prima stagione lontano da casa che già potrebbe vederlo come protagonista da titolare in serie A.

L. DELLAVALLE – reduce da un’ottima stagione con la Primavera della Juventus, non ha praticamente sbagliato nulla in questo Europeo, se vogliamo così dimenticare la scoppola presa proprio dal Portogallo nella fase a gironi. Sicuro, dominante in difesa, rude quando serviva ma soprattutto tempista, immagino possa diventare presto un titolare della Juve Next Gen, per poi magari giocarsi le proprie chances in prima squadra come successo nelle ultime due stagioni a tanti giovani bianconeri.

A. DELLAVALLE – Alessandro, rispetto a Lorenzo, sembrava il meno dotato dei cugini, invece dopo la stagione monstre con la Primavera granata, ha ampiamente meritato la Nazionale, riuscendo poi a ribaltare alcune gerarchie che sembravano ben delineate, nel suo caso specifico soffiando il posto al pur bravo Chiarodia. Nelle partite che contavano di più ha alzato il muro azzurro con il cugino juventino, mostrando una grande personalità.

REGONESI – sempre presente, da terzino sinistro, ruolo d’elezione che fu anche del padre Pierre Giorgio (cresciuto come lui nel florido vivaio atalantino negli anni 90), come anche da centrale, ha saputo migliorare di gara in gara, dimostrandosi affidabile, caparbio, veloce. Davvero un prospetto interessante, ma lo si sapeva, visto che da anni frequenta le Nazionali giovanili.

NDOUR – un Europeo in chiaro scuro per lui che era di sicuro fra gli elementi più attesi dell’intera manifestazione, specie dopo il passaggio al PSG, avvenuto dopo aver incantato (e vinto, addirittura una Youth League) con il Benfica. E’ parso non pienamente in condizione, nonostante lo strapotere fisico gli abbia comunque permesso di dire la sua in determinati momenti. Il tempo è tutto dalla sua parte e ha grandi carte in mano da giocarsi in quel di Parigi.

FATICANTI – tra i reduci del positivo Mondiale Under 20, Giacomo è uno abituato a prendersi le sue responsabilità, spesso indossando la fascia di capitano, ruolo che gli spetta in modo naturale praticamente da quando ha messo delle scarpe da calcio ai piedi. Ha garantito ordine, calma, organizzazione ma anche quando ci voleva la giusta grinta in mezzo al campo. Leader nato.

HASA – Europeo di altissimo livello quello del centrocampista juventino, ormai sempre più a suo agio in quella zona cruciale del campo, potendo garantire grande qualità con le sue giocate. Intelligente, rapido, grande senso tattico e colpi da “10” ancora in canna, da lui ci si aspettano davvero grandi cose in carriera. Ha tutto per esplodere ad alti livelli.

KAYODE – tra le rivelazioni dell’Europeo, più che altro per essersi disimpegnato con grande disinvoltura in più ruoli, lui che il meglio lo sembra offrire da terzino destro, una zona occupata però come abbiamo visto con successo da Missori. Ha iniziato da terzino sinistro, ha finito in pratica da esterno alto a destra, ma quello che conta è, al di là del decisivo gol timbrato in Finale, il grande rendimento espresso, non solo per via delle sue falcate sulla fascia, ma anche per gli inserimenti, i triangoli vincenti, gli assist: una presenza viva e costante quello del calciatore della Fiorentina di cui mister Bollini non ha potuto farne a meno.

ESPOSITO – dopo un grande Mondiale da sotto età con l’Under 20, Francesco Pio si è calato subito nella parte, sigillando il posto da titolare in virtù di caratteristiche che al momento sembra possedere solo lui in quella zona di campo. Non solo tanta fisicità è riuscito ad assicurare ma anche sponde, tiri, smarcamenti, la capacità di far salire la squadra, di dettare il ritmo, di tenere in apprensione le difese avversarie. Poco incisivo in zona gol, lui che in stagione con la Primavera dell’Inter ne ha messi a segno a grappoli. Il futuro è suo, che molto probabilmente potrà misurarsi in una B di alto livello già con la ripresa dei campionati.

VIGNATO – il suo Europeo è stato assolutamente da top player, tra giocate di classe, sgroppate sulla fascia memori del suo idolo dichiarato Ronaldinho, gol pesanti, assist al bacio e anche una grande personalità in campo, quella che finora forse sta mancando al fratello più grande Emanuel, che a detta dello stesso Samuele gli è pure superiore a livello tecnico. Eppure Vignato jr tecnicamente proprio non scherza, trasmettendo oltretutto quella gioia nel giocare e quel gusto imprevedibile che alberga nel suo DNA in parte brasiliano per via della madre.

PISILLI – l’abbondanza in mezzo al campo ha fatto sì che Pisilli non fosse un titolare fisso, eppure il forte centrocampista protagonista di una grande stagione con la Primavera della Roma, ha mostrato tutto il suo valore, come in occasione dello splendido gol siglato nella decisiva semifinale contro la Spagna. Ha doti di inserimento che lo rendono sempre potenzialmente pericoloso, sia come finalizzatore che come assist-man. Merita di entrare nelle rotazioni di Mourinho in prima squadra, essendo lui come valore assoluto non inferiore a mio avviso a Bove, al quale l’allenatore portoghese ha dato tanta fiducia la stagione scorsa in A.

LIPANI – nel bene e nel male il suo nome è assurto spesso a decisivo nel corso di questi Europei: bene alla prima, malissimo nella debacle contro il Portogallo quando fu espulso dando il là alla clamorosa affermazione degli avversari, ottimo contro la Spagna nel segnare il gol del definitivo 3 a 2, che ci ha regalato l’accesso alla Finale. Insomma, una girandola di emozioni per questo aitante centrocampista, che potremmo definire box to box, ma che in realtà ha mostrato nelle giovanili del Genoa (lui che è già approdato in Prima Squadra, pur essendo un 2005) di poter giostrare con ottimi esiti sia da centrale davanti alla difesa, sia diversi metri più su, in virtù di un ottimo piede. Gioca sempre a testa alta, con grande naturalezza.

KOLEOSHO – il giocatore dell’Espanyol, che ha scelto i nostri colori in virtù di parte della sua discendenza, ha messo in mostra buoni numeri, pur perdendo presto il posto da titolare. Quando è stato chiamato in causa ha però risposto sempre presente, rendendosi molto pericoloso in avanti, supportando l’azione, aprendo spazi, buttandovisi lui in mezzo, giocando spesso di tecnica, velocità e fantasia. E’ probabile che venga a giocare nei nostri campionati, diversi sono i club interessati al suo cartellino.

Poche (e in alcuni casi nulle) sono state le occasioni capitate al resto della ciurma azzurra ma questo non va a intaccare quello che è il valore specifico di ragazzi come il portiere Palmisani (assoluto protagonista nella bellissima stagione del Frosinone Primavera); il difensore centrale mancino Chiarodia, cresciuto in Germania dove sta bruciando le tappe attirando tante attenzioni su di sé; il lungo attaccante della Juve Nicolò Turco, centravanti boa molto prolifico; il regista tutto estro della Fiorentina Primavera Amatucci atteso al lancio in serie A da parte dell’allenatore Italiano; il terzino sinistro Bozzolan, una certezza nella Primavera del Milan, e l’esterno offensivo Luca D’Andrea, tra le stelle designate della nostra selezione (che già abbiamo avuto modo di apprezzare in A con il Sassuolo) ma che qui ha perso il posto dopo un avvio da titolare.

C’è veramente da auspicarsi che i nostri club puntino con convinzione su questi giovani calciatori, per non mandare alle ortiche quanto di buono si è seminato, e per dare nuove speranze al nostro calcio, che ha bisogno di vedere una Nazionale Maggiore in grado di tornare ad essere competitiva e piacevole da vedere.

Europei Under 19 – Impresa dell’Italia che arriva in Finale sulle ali del bel gioco

Mi ero interrogato in un precedente post, alla luce di una roboante quanto sconcertante sconfitta contro il Portogallo, su quale fosse il reale valore dei nostri Azzurri impegnati all’Europeo Under 19.

Come altri appassionati di calcio giovanile, mi ero sbilanciato in più occasioni, sostenendo che questo ciclo composto quasi esclusivamente da giocatori nati nel 2004 (con qualche felice inclusione dei 2005, gente come il genoano Lipani che ha già esordito in prima squadra o l’interista Francesco Pio Esposito, capace di scalare gerarchie crescendo a dismisura nell’ultimo anno) fosse uno dei migliori espressi dal calcio italiano negli ultimi anni.

Ebbene, dopo la straordinaria vittoria (sofferta nel risultato ma assolutamente meritata) contro una sempre temibile Spagna, posso ben dire di non essermi sbagliato ad avere fiducia in questi ragazzi, allenati (è giusto dirlo, perché mi pare venga citato assai poco) da un ct veramente preparato e con grande esperienza in fatto di giovani, prima con i club e da tanti anni con le selezioni azzurre, come Alberto Bollini.

I nostri giovani nazionali esultano dopo la straordinaria vittoria contro la Spagna, che ci da’ l’accesso alla finale degli Europei Under 19 (credit foto: italyphotopress)

Abbiamo una rosa di prim’ordine, tanto da poterci permettere di lasciare a casa diversi elementi meritevoli di una maglia, da cui Bollini sta attingendo a piene mani, variando moduli e uomini a seconda degli avversari.

Sembra tuttavia che un assetto di gioco un po’ più preciso lo si abbia trovato proprio in vista della Finale, valorizzando meglio il reparto offensivo con la soluzione centrale rappresentata dal già citato Esposito sorretto da trequartisti tutta tecnica e fantasia divenuti a questo punto imprescindibili come Vignato e Hasa che stanno dimostrando anche altre doti quali la determinazione, la grinta, l’abnegazione, la capacità di assumersi responsabilità è di caricarsi la squadra sulle spalle: insomma stanno diventando calciatori veri.

Ma sono tanti i nostri esponenti che sembrano possedere doti da leader, penso anche ai romanisti Faticanti, Missori e Pisilli (quest’ultimo autore ieri sera di una partita monstre); al “chiacchierato” Ndour già al PSG che tornerà dalla squalifica in tempo per la Finalissima; ai cugini Dellavalle (uno gioca nel Toro, l’altro nella Juve, che mostrano una naturale grande intesa al centro della difesa); penso al figlio d’arte Regonesi o al sassolese D’Andrea che già ha dimostrato nella massima serie di cosa sia capace.

Ora ci attende la partita più dura, la Finale dove ritroveremo lo spauracchio Portogallo che ci ha asfaltati come detto una prima volta, e che ieri ha ribadito una grande supremazia sconfiggendo per 5 a 0 la Norvegia nell’altra semifinale.

Curiosamente proprio i lusitani, cinque anni fa, ci tolsero la soddisfazione di vincere l’Europeo under 19, sconfiggendo ai supplementari la nostra selezione composta tra gli altri da Bellanova, Frattesi, Zaniolo, Tonali, Pinamonti, Scamacca (in panchina stavano Kean e pure Carnesecchi, all’epoca secondo del promettente Plizzari, che a differenza sua, sta ancora facendo gavetta nelle serie minori). Avevamo col senno di poi – ma in fondo lo si capiva bene anche allora, visto che poi con praticamente lo stesso gruppo, sempre allenati da Nicolato, arrivammo in semifinale l’anno successivo al Mondiale under 20 – una gran bella squadra, piena di talenti interessanti.

Beh, io ripeto che gli attuali interpreti sono pure più forti, quindi di certo non dobbiamo partire già sconfitti.

Ovviamente gli avversari li conosciamo, sono molto competitivi, l’hanno già dimostrato e partono come giusto che sia con i favori del pronostico, ma nel frattempo noi abbiamo resettato quella sconfitta, siamo diventati ancora più gruppo e siamo tornati a credere nelle nostre grandi e indubbie potenzialità.

Che poi sostengo sempre che a livello giovanile arrivare primi o secondi conta relativamente, perché per prima cosa bisogna dare fiducia a questi ragazzi con i fatti, dando loro la possibilità di giocare e misurarsi in certi palcoscenici, accumulando così la dovuta esperienza.

Tuttavia è vero anche che, dopo aver di recente cullato il sogno iridato con la selezione under 20, vincere una competizione così importante come l’Europeo under 19 sarebbe un gran segnale di quanto il nostro movimento sia in piena salute.
Forza Azzurrini!

Under 19 – Qual è il reale valore della nostra Nazionale impegnata all’Europeo di categoria?

Alla luce della clamorosa debacle degli Azzurrini di mister Bollini contro i pari età del Portogallo agli Europei Under 19 viene naturale chiedersi quale sia il reale valore della nostra Nazionale impegnata nella manifestazione in via di svolgimento a Malta.

Europei Under 19: ecco la nostra spedizione azzurra al completo

Proprio contro i padroni di casa, invero debolucci a livello tecnico e con scarsa tradizione in campo internazionale, avevamo esordito in modo fragoroso infliggendo loro un netto 4 a 0, certo maturato grazie anche a un’incetta di rigori a favore nostro, oltre che dall’aver giocato a lungo in superiorità numerica, ma che lasciava comunque in dote degli elementi per guardare con ottimismo al futuro.

Detto ciò, era però lecito attendere una gara più probante per capire il reale potenziale dei nostri ragazzi, il cui ciclo – quello dei 2004 – è da anni ritenuto tra i più promettenti del nostro movimento, corroborato per l’occasione da altri validi elementi più giovani di un anno che ottimamente si sono disimpegnati nel recente Mondiale Under 20, dove guidati da Nunziata si è arrivati addirittura a giocarsi il titolo iridato, sconfitti in finale dall’Uurguay.

Il Portogallo ci ha schiantati ieri sera ben al di là del roboante risultato: un 5 a 1 che ci ridimensiona notevolmente e che ci obbliga a vincere la prossima gara del girone, contro una sempre ostica Polonia, per raggiungere le semifinali.

Credo sia doveroso dare grandi meriti ai nostri avversari e ammettere che i lusitani sono parsi globalmente più forti di noi.

Li considero tra i favoriti dell’intera manifestazione, come sempre vien da dire visto i loro precedenti in ambito giovanile.

Come dimenticare ad esempio la finale del 2018 disputata quell’anno in Finlandia quando i campioncini portoghesi batterono proprio l’Italia (all’epoca allenata da Nicolato) per 4 a 3 ai tempi supplementari?

In rosa presentavamo futuri protagonisti del calcio azzurro, come Tonali, Zaniolo, Frattesi Scamacca, Kean, Bellanova e altri ancora. Insomma, talenti ne avevamo eccome.

Ciononostante, come detto, gli addetti ai lavori (e mi ci metto dentro pure io che seguo questi ragazzi dall’Under 15) sono concordi nel ritenere la Nazionale impegnata nell’attuale Europeo Under 19 una delle migliori espresse di recente in quanto a qualità tecniche.

Cerchiamo quindi di resettare presto questa brutta parentesi con il Portogallo, facendo tesoro di una battuta d’arresto che ha diverse cause, al di là come sottolineato dell’indubbio valore degli avversari: il fatto che siamo rimasti presto in dieci dopo l’espulsione di Lipani; un atteggiamento arrendevole (quasi di impotenza) dopo il primo gol subito; la difficoltà a reagire e tenere il ritmo altrui, oltre che a mio avviso certi errori in fase di formazione, laddove mi era sembrato assemblato meglio l’11 titolare sceso in campo nella partita precedente.

Nulla è perduto però, c’è ancora da disputare la gara contro i polacchi che, almeno sulla carta, non ci sembrano superiori: credo sarà importantissimo entrare in campo con la mente serena, giocando come i Nostri hanno dimostrato di saper fare in tante occasioni, cioè a testa alta, imponendo il proprio gioco.

Gli interpreti d’altronde sono di indubbio valore, e mi piace passarli in rassegna tutti: dal portiere Mastrantonio (cresciuto nel fortissimo vivaio della Roma e già buon protagonista in C al primo anno da professionista) ai terzini Missori (molto apprezzato da Mourinho e appena passato al Sassuolo) e Kayode (in forza alla Fiorentina); dai cugini Dellavalle (entrambi rocciosi difensori centrali: Lorenzo nella Juventus, Alessandro nel Torino) al polivalente difensore Regonesi dell’Atalanta, figlio d’arte (anche il padre, molto promettente, era cresciuto nella Dea per poi affermarsi principalmente nell’Albinoleffe); dai centrocampisti della Roma Pisilli e Faticanti (entrambi reduci dal Mondiale Under 20) al play viola Amatucci, fino ad arrivare ai funamboli offensivi D’Andrea (già visto a più riprese in A con la maglia del Sassuolo) e Koleosho, finito nel mirino di diversi club importanti.

Come non citare poi le gemme più fulgide di questa spedizione? Gente che pare avere un futuro assicurato come la stella in ascesa Francesco Pio Esposito, altro protagonista del Mondiale Under 20 da sotto età, essendo un 2005, e l’asso Cher Ndour, strappato presto ai nostri vivai dal Benfica dove ha bruciato le tappe fino a guadagnarsi la prestigiosa chiamata del Paris Saint Germain.

Ma in possesso di riconosciuto talento ci sono anche gli altri elementi che completano la rosa: il già citato centrocampista Lipani, 2005 su cui il Genoa fa molto affidamento (anch’egli tornato in Under 19 dopo la positiva esperienza del Mondiale Under 20); l’attaccante tutto estro e tecnica Samuele Vignato (fratello d’arte su cui il Monza ha scommesso anni fa prelevandolo dal Chievo); l’affidabile portiere del Frosinone Palmisani; Bozzolan, terzino sinistro del Milan; gli juventini Turco (aitante centravanti) e Hasa (centrocampista offensivo di grande qualità e intelligenza tattica) e il difensore mancino Chiarodia, un 2005 che si sta imponendo all’attenzione generale in Bundesliga, lui che è nato e cresciuto in Germania.

Abbiamo tante carte vincenti da giocarci e ciò che mi aspetto è quindi una grande prova di orgoglio dei nostri Azzurri domenica 9 luglio, quando l’incontro con la Polonia ci dirà se saremo tra le prime 4 d’Europa a livello di Under 19.

Mondiale Under 20 – I protagonisti dell’Italia Vice-Campione del Mondo

Per la prima volta nella sua storia, una Nazionale giovanile dell’Italia è giunta in finale a un Mondiale, facendo sognare una nazione intera.

L’ Under 20 allenata magistralmente dal ct Carmine Nunziata alla fine ha dovuto soccombere per uno a zero a un fortissimo Uruguay ma questo non cambia il giudizio lusinghiero sulla nostra spedizione azzurra, nella speranza che non si sia trattato di un fuoco di paglia ma che questo exploit possa fungere da volano per rilanciare nella maniera giusta, quindi non solo con slogan e buoni propositi, l’intero movimento calcistico nostrano.

Sentivo di dover rendere omaggio ai protagonisti di questa splendida avventura iridata, gente che per la maggior parte seguo da quando militava nell’under 15.

Questo ciclo infatti viene da lontano ed è composto da alcuni elementi di sicuro avvenire e da altri che avranno modo di garantirsi, il mio è un sincero auspicio, un buon futuro da professionisti del mondo del pallone, magari, chissà?, arrivando anche a vestire la maglia azzurra della Nazionale “dei grandi”.

Ecco in rassegna quindi i miei giudizi su allenatore e giocatori impegnati con successo in questa edizione del Mondiale, svolto in Argentina, che di certo porteremo sempre nel nostro cuore di tifosi e appassionati.

NUNZIATA

Privo di diversi big, titolari ovviamente designati, ha saputo mantenere la fisionomia di una Nazionale che già si fece valere un anno fa all’Europeo Under 19, inserendo gli uomini giusti e variando modulo a seconda delle esigenze, anche considerando la duttilità di diversi elementi-chiave.

Un allenatore che sa il fatto suo, umile, competente, devoto alla causa azzurra.

DESPLANCHES

Eletto miglior portiere della competizione si rifà con gli interessi dopo una stagione, la prima tra i professionisti, trascorsa in chiaro-scuro, comprensiva di un passaggio in prestito al Trento in serie C. Ma che fosse forte nell’ambiente lo si sapeva da anni e chissà che il Milan, società dove è cresciuto, non si sia pentito di averlo ceduto frettolosamente al Vicenza.

ZANOTTI

Aveva esordito molto giovane in A con l’Inter, non sfigurando e mostrando una certa personalità. Qualcosa nelle successive due stagioni si è inceppato ma non ha mai perso la maglia azzurra, essendo un habitué delle varie selezioni giovanili. Non ha giocato ogni gara con la stessa intensità e qualità ma ha messo in mostra nuovamente le sue doti migliori: corsa, intraprendenza, agonismo.

GHILARDI

Cresciuto nel vivaio della Fiorentina, un anno fa in coppia con Coppola fu protagonista di un buon Europeo Under 19, anche se un po’ viveva all’ombra del più quotato suo compagno nella Primavera dell’Hellas Verona, tanto che quest’ultimo è entrato in pianta stabile in prima squadra, accumulando varie presenze in A, mentre lui è stato spedito in prestito in C nella società satellite Mantova.

Stagione tribolata per i virgiliani ma non per lui che è sempre stato giustamente tenuto in considerazione dal ct: lui poi ha ripagato la fiducia con prestazioni da leader difensivo. Merita assolutamente una chance ai piani più alti del professionismo.

GUARINO

Classe 2004, ha messo in mostra sin da subito, oltre che un’intesa naturale con l’altro centrale Ghilardi, alcune caratteristiche peculiari quali eleganza, senso della posizione e dell’anticipo, autorità nel guidare la linea difensiva, che ne potrebbero fare un degno erede della miglior tradizione di difensori italiani. Prevedo un buon futuro per lei, potrebbe essere il nuovo prospetto lanciato in prima squadra dall’Empoli.

TURICCHIA

Il suo è stato un grande Mondiale, in cui si è destreggiato bene in più ruoli, pur svettando in quello designato di terzino sinistro. Ha mostrato anche personalità nel cercare sovente la giocata sul fondo o il tiro a rete. Probabilmente è pronto per seguire le orme dei diversi talenti transitati con successo dalla Juve Next Gen alla prima squadra.

PRATI

Uno dei pochi a non avere tanto pedigree azzurro, non avendo fatto, a differenza di altri compagni, tutta la trafila dalle Under giovanili fino all’ultimo gradino prima del professionismo. Ma l’esperienza acquisita sul campo, prima a Ravenna in D e poi con grande rendimento alla Spal in B hanno fatto sì che si inserisse nel migliore dei modi nell’ undici titolare, giocando con grande naturalezza. Dirò di più: non ha fatto rimpiangere compagni più gettonati che non sono potuti essere presenti al Mondiale per vari motivi.

CASADEI

Capocannoniere del Mondiale (giocando a centrocampo), nonché miglior giocatore dell’intera rassegna, il talento di Romagna che l’Inter ha ceduto a mio avviso prematuramente al Chelsea ha deliziato gli occhi dei tifosi palesando a tutti quelle doti che già gli venivano riconosciute, forte di un upgrade evidente. Farà strada, e credo che Mancini inizierà molto presto a portarlo con se’ nella Nazionale maggiore.

GIOVANE

Il Capitano ha saputo garantire il solito rendimento costante e il massimo impegno in più zone del campo, a testimonianza di un attaccamento alla maglia e di una duttilità che lo hanno reso sempre più pedina indispensabile. Terzino o interno, poco cambia, leader (seppur come nel suo caso il più delle volte silenziosi) si nasce.

BALDANZI

Atteso alla vigilia dopo aver meravigliato in A con l’Empoli, il fantasista non ha deluso, anzi insieme a Casadei spesso si è caricato la squadra sulle spalle, manifestando oltre al noto repertorio ricco di prelibatezze tecniche, anche un carattere e una personalità niente male. Pronto per una big, potrà essere la nuova sensazione del calcio italiano.

AMBROSINO

Uomo simbolo dell’Europeo Under 19, dove colpì per la sua determinazione feroce nell’ inseguire il gol e per la perfetta commistione di qualità tecniche e fisiche, al Mondiale c’ha messo un po’ a ingranare complice la ruggine accumulata in stagione tra Como e Cittadella, due prestiti dalla casa madre Napoli dove non è riuscito a emergere secondo le sue potenzialità. Poi è cresciuto, tornando ad essere l’attaccante fortissimo su cui è lecito riporre tante speranze per un futuro ad alti livelli.

ESPOSITO

Classe 2005, l’ultimo dei fratelli Esposito non teme più confronti, ne’ con i più grandi della famiglia, Salvatore e Sebastiano, ne’ tanto meno con i pari età: lo si era visto nel campionato Primavera dove a suon di gol e assist ha impressionato nell’Inter, e lo ha dimostrato al Mondiale dove non si è certo tirato indietro, occupando alla grande l’area di rigore da solo oppure duettando a meraviglia coi compagni di reparto. E poi quel favoloso gol di tacco alla Colombia è stato un ottimo biglietto da visita sui suoi mezzi tecnici.

PAFUNDI

Assieme a Casadei e Baldanzi era il fiore all’occhiello della nostra squadra ma, proprio per la sua precocità (in serie A come nella Nazionale maggiore di Mancini), il super talento di casa Udinese aveva tanti fari accesi su di se, e lui che da sempre è il più piccolo della nidiata a scendere in campo ha saputo quando è stato il caso attendere il suo turno (dopo le prime due gare disputate da titolare), per poi giocare con la calma e la disinvoltura dei grandi campioni. Da autentico fuoriclasse in pectore invece il gol-vittoria su punizione in semifinale contro la Corea. Classe 2006: ricordiamolo!

FATICANTI

Il regista della Roma Primavera, che quest’anno in campionato è stato utilizzato alla bisogna anche come perno centrale difensivo, viste le indubbie qualità tattiche, era partito titolare, conferendo equilibrio a tutta la squadra. Ha giocando bene sia di fioretto che di spada, non è certo tipo che all’occorrenza tiri indietro la gamba. È probabile che Mourinho gli conceda diversi gettoni in prima squadra, a Trigoria da sempre si parla di lui come di un talento dal sicuro avvenire, novello De Rossi.

GLI ALTRI

Nunziata si è affidato soprattutto a questo nucleo di giocatori ma anche gli altri convocati hanno mostrato di potersela giocare talvolta alla pari dei titolari.

MONTEVAGO, in forza alla Sampdoria dove ha giocato alcune gare in A, ha dato il cambio agli attaccanti gettandosi nella mischia (e nelle mischie) senza paura e desideroso di incidere; FIUMANO’ (che aveva giocato molto bene in C in prestito dalla Juventus) è difensore roccioso e polivalente, che ha risposto presente senza timori quando chiamato in causa; idem l’interista FONTANAROSA, elemento sempre affidabile sia schierato da centrale difensivo così come terzino di posizione; il romanista PISILLI forse pensava di giocare di più, vista la splendida stagione in fatto di gol e assist con la Roma Primavera, non ha avuto grandi occasioni ma lo vedo pronto a misurarsi da professionista, in quanto la sua crescita come centrocampista completo (mezz’ala, trequartista, centrale) è stata evidente; completavano l’organico i bravi portieri ZACCHI e SASSI, e i centrocampisti LIPANI (classe 2005) e DEGLI INNOCENTI.

Quest’ultimo, soprattutto, talento dell’Empoli in orbita prima squadra, era da molti accreditato alla vigilia fra i titolari, ma a quanto pare in mezzo al campo non mancavano di certo gli interpreti tutti di qualità, tanto che il ct in quel reparto aveva l’imbarazzo della scelta.

Ripartiamo da loro, e dagli altri giovani talenti azzurri che stanno emergendo nelle Nazionali Under e nei campionati: il futuro dell’Italia è roseo, basta saper coltivare bene quello che abbiamo in casa, sotto i nostri occhi, senza farci sempre abbagliare da ciò che invece vediamo più lontano.

Campionato Primavera – Il Lecce battendo la Fiorentina 1 a 0 si aggiudica il terzo scudetto della sua storia!

Pur avendo avuto ragione di una competitiva Fiorentina solamente al 122esimo minuto, grazie al provvidenziale gol di Hasic il Lecce Primavera si è aggiudicato lo Scudetto, il terzo della sua storia dopo i due consecutivi vinti nel 2002/03 e 2003/04.

Onestamente devo dire che è un risultato ampiamente meritato, visto quanto fatto vedere nella Regular Season, che i salentini hanno chiuso saldamente in vetta alla classifica dopo aver a tratti dominato specie nel girone di ritorno.

Un exploit importante quello dei ragazzi allenati da Coppitelli (un big dei campionati giovanili) che va sommato a quello fatto dalla prima squadra, a coronamento di una stagione super per il Lecce calcio.

Sorvolo sulle polemiche che sto leggendo da più parti, riguardanti il fatto che la squadra sia stata praticamente sempre schierata con 11 stranieri titolari, a differenza dei due scudetti precedenti quando invece era formata quasi esclusivamente da calciatori pugliesi, per lo più salentini: il regolamento (discutibile lo ammetto) consente questo e allora dobbiamo come minimo fare un applauso a un mostro sacro come Pantaleo Corvino che è riuscito ad allestire, pescando da varie parti del mondo, una rosa davvero ricca di qualità in ogni suo interprete.

Dall’implacabile bomber Burnete (capocannoniere del campionato) al capitano Vulturar (che gioca da veterano e fu inserito tempo fa tra i migliori giovani dal Guardian); dal glaciale portiere Borbei all’arrembante terzino sinistro Dorgu, fino ad arrivare al sopraffino regista Berisha e al folletto offensivo Corfitzen, sarebbero veramente tutti da citare.

Non so quanti di loro saranno in grado di replicare il percorso di Joan Gonzalez che, giunto dalla cantera del Barcellona, dopo un anno da protagonista con la Primavera del Lecce è stato lanciato da Baroni con successo in prima squadra, ma di certo c’è una base importante di giovani giocatori su cui lavorare che potrebbe garantire un futuro roseo alla società.

TABELLINO DI LECCE – FIORENTINA PRIMAVERA 1-0 (gara unica finale scudetto giocata al Mapei Stadium di Reggio Emilia)

Marcatori: 122° Hasic

Lecce: Borbei, Munoz, Pascalau, Hasic, Dorgu, Salomaa (119′ Kljun), Vulturar, Berisha (105′ Hegland), Corfitzen (104′ Daka), McJannet (86′ Samek), Burnete. A disp.: Moccia, Leone, Russo, Abdellaoui, Bruhn, Brund, Gueddar, Nikko, Minerva, Borgo, Davis. All. Coppitelli

Fiorentina: Martinelli, Kayode, Krastev, Lucchesi, Comuzzo (123′ Padilla), Harder (123′ Caprini), Amatucci, Berti (115′ Sene), Capasso, Nardi (62′ Toci), Di Stefano (123′ Favasuli). A disp.: Tognetti, Dolfi, Elia, Scuderi, Vitolo, Presta, Chiesa, Caprini, Vigiani, Ievoli, Gentile. All. Aquilani 

Arbitro: Saia di Palermo

Mondiali Under 20 – Casadei e Pafundi lanciano l’Italia per la prima volta nella sua storia in finale

Risultato storico per gli Azzurrini impegnati al Mondiale Under 20: dopo aver battuto la rivelazione Corea del Sud i ragazzi di mister Nunziata approdano in Finale dove affronteranno il temibile e blasonato Uruguay.

Sei anni fa furono proprio i sudamericani a fermarci in semifinale, stesso risultato che ci toccò in sorte nell’edizione successiva, quella del 2019.

Ora invece la ruota ha girato per il verso giusto ma in realtà non c’è stato niente di fortunoso nello splendido cammino di Casadei e compagni.

Proprio il giocatore del Chelsea ha aperto le danze stasera, segnando il suo settimo (!) gol, lui che è un centrocampista, nella manifestazione iridata, in una gara che sembrava poi essersi messa in discesa; invece i coreani si sono confermati squadra assolutamente arcigna, tenace, oltre che atleticamente formidabile, delle spine nel fianco che alla fine, complice un rigore a mio avviso molto dubbio, erano riusciti a ristabilire il punteggio.

L’Italia non si era certo persa d’animo ma a un certo punto Nunziata ha voluto inserire forze fresche, prima sostituendo il terzino Zanotti già ammonito e poi sistematicamente puntato dagli avversari, quindi modificando un po’ di posizioni in campo, con l’arretramento di capitan Giovane sulla linea difensiva a sinistra e l’ingresso in mezzo al campo del romanista Faticanti.

Con uno splendido gol su punizione, il talento dell’Udinese regala la finale Mondiale agli Azzurrini! – (foto tratta dal sito del Corriere della Sera)

La svolta tuttavia c’è stata dopo il triplo cambio effettuato a una decina di minuti dalla fine: non ne aveva più un comunque sempre pericoloso Baldanzi, così al suo posto si è rivisto finalmente il piccolo asso Pafundi, classe 2006, che per alcuni è ancora additato come il “raccomandato” del Mancio… direi da quei pochi che non l’hanno mai visto giocare, perchè chiunque l’abbia fatto è ben a conoscenza che il fantasista dell’Udinese possieda dei colpi da fuoriclasse.

Stasera ne abbiamo visto una prova: punizione dal limite conquistata da un infaticabile Ambrosino, del tiro si incarica proprio il diciassettenne Simone Pafundi che, con un’autentica magia, non da’ nemmeno il tempo al portiere avversario di capire dove sia passata la palla.

Il 2 a 1 è stato quindi difeso con arguzia e grinta durante i sei minuti di recupero, fino al fischio finale che ha sancito il liberatorio urlo di gioia azzurro per la conquista di una finale davvero storica.

Ora il sogno pare veramente a portata di mano anche se la Nazionale dell’Uruguay è indubbiamente più attrezzata sia fisicamente che tecnicamente rispetto agli avversari di oggi: in ogni caso questa Italia ci ha dimostrato di avere delle qualità importanti, fra cui quella di non mollare mai!

Forza Azzurri!

Mondiale Under 20 – Una grande Italia elimina l’Inghilterra, accedendo così ai Quarti di Finale dove incontrerà la Colombia

Grande impresa della nostra Nazionale giovanile impegnata al Mondiale Under 20.

Ieri sera gli Azzurrini guidati dal ct. Nunziata hanno eliminato agli Ottavi di Finale un avversario tosto come l’Inghilterra, battendola per 2 reti a 1, dopo che già nella fase a gironi avevano avuto la meglio sui favoritissimi brasiliani.

E’ stata un’Italia in grado di soffrire, che si è stretta bene a difesa del risultato ma che non ha lesinato sprazzi di buon gioco, al quale ci sta ben abituando durante questa importante rassegna iridata.

Qualche novità rispetto alle formazioni previste, con l’esclusione di due totem come Samuel Giovane, capitano della spedizione (ma che già era partito dalla panchina proprio nella vittoriosa gara contro i verde-oro) e il gioiello dell’Udinese Simone Pafundi, il più piccolo del gruppo (essendo un 2006) ma anche il più talentuoso insieme a Baldanzi e Casadei.

Altra grande prestazione ieri sera da parte di Cesare Casadei, autore del gol che ha permesso all’Italia di approdare ai Quarti di Finale del Mondiale Under 20credit foto: Getty Images

Finora Pafundi non aveva demeritato, anzi, aveva dato un ottimo contributo, ma probabilmente il ct. avrà voluto a mio avviso sorprendere la nazionale inglese inserendo cioè due punte pure, il riconfermato Ambrosino, fino all’esperienza dell’Europeo Under 19 indiscusso titolare nel ruolo di centravanti, e il classe 2005 Francesco Pio Esposito, entrambi abilissimi a coniugare importanti mezzi fisici con delle buone doti tecniche.

Confermato invece il centrocampo sorretto dal centrale Faticanti con ai lati Prati e Casadei, quest’ultimo sempre più dominante in tutte le fasi di gioco, e Baldanzi stabile sulla trequarti.

La difesa è il reparto dove giocoforza si è dovuti rimettere mano, essendo squalificato il leader Ghilardi.

A destra ha giocato ancora una volta l’interista Zanotti, a sinistra lo juventino Turicchia mentre in mezzo con l’intoccabile empolese Guarino si è giocato bene le proprie carte l’interista Fontanarosa, disputando un match attento, così come ha fatto il suo dovere in porta il sempre valido Desplanches.

L’Italia ha buone possibilità ora di ripetere il cammino svolto nelle precedenti due edizioni, quando in entrambi i casi ci fermammo in semifinale. Il nostro prossimo avversario sarà la Colombia, in una gara assolutamente da non sottovalutare, anche se sulla carta stavolta partiamo favoriti.

Deve essere vivido però il ricordo della sconfitta (unica finora e per fortuna indolore) subita contro la Nigeria per evitare di approcciarvisi in quel modo, quando fummo un po’ sorpresi dalla velocità e dalla qualità dei giovani africani, ieri capaci di un’impresa vera, avendo eliminato l’Argentina, un’altra compagine che legittimamente poteva nutrire ambizioni di vittoria al Mondiale.

Certo, con gente come i già citati Baldanzi (primo gol per lui ieri al Mondiale) e Casadei tutto appare possibile. 

Quest’ultimo in particolare sta facendo strabuzzare gli occhi con una serie di prestazioni sopra le righe, interpretate con autentico piglio da trascinatore: il giocatore ex Inter attualmente sotto contratto con il Chelsea è stato l’autore del gol vittoria (siglato su rigore) contro gli inglesi ed è sempre più capocannoniere della manifestazione con 5 gol segnati in 4 partite: non male per un centrocampista!

IL SOGNO MONDIALE CONTINUA: FORZA AZZURRI!

Europei Under 17 – Che batosta per l’Italia: dopo il ko contro la Serbia l’eliminazione è a un passo

Per una Nazionale giovanile che ha ottimamente figurato, battendo i forti coetanei brasiliani all’esordio nel Mondiale Under 20, ce n’è un’altra (forse anche più accreditata alla vigilia) che rischia già clamorosamente di uscire dopo le prime due partite disputate, chiuse con altrettante sconfitte.

L’Italia Under 17 allenata da Corradi infatti, impegnata negli Europei di categoria, ha perso ieri senza appello per 2 a 0 contro una Serbia che non aveva granché impressionato al debutto, quando fu sconfitta per 4 a 2 contro la Slovenia, prossima nostra avversaria.

Marco Romano, fantasista del Genoa, ieri capitano azzurro, è uno dei nostri elementi migliori ma sta faticando a emergere in questi Europei Under 17. L’allenatore Corradi si affida anche alle sue giocate per tentare il difficile passaggio al turno successivo.

Ieri però, i giovani serbi guidati dall’ex ascoli e Udinese Lukovic senza grosse difficoltà si sono imposti sugli Azzurrini mettendo in mostra buone individualità come Popovic e i due marcatori Cvetkovic e Maksimovic (quest’ultimo promettente trequartista della Stella Rossa,classe 2007) e in generale una condizione fisica e atletica migliore, tanto da sembrare più pronti rispetto ai nostri a calcare i campi professionistici.

Peccato perché davvero questo ciclo di giocatori italiani, nati nel 2006 e 2007, appare invero ricco di talenti e di qualità ma, se nella prima gara persa contro la Spagna, non avevamo demeritato, andando anzi in vantaggio, ieri davvero non è facile trovare alibi per il netto risultato sfavorevole.

Mi risulta incomprensibile ad ogni modo il massiccio turn-over effettuato dal nostro ct: non che presi singolarmente calciatori come De Pieri, Rao, Pagnucco, Vezzosi e Mendicino siano scarsi, tutt’altro, ma cambiando per cinque undicesimi la formazione titolare, si è di fatto stravolta una squadra che, ripeto, almeno per 45 minuti si mostrata pari se non superiore alla Spagna.

Ora servirà veramente un miracolo sportivo ai nostri rappresentanti azzurri per sperare di passare il turno, ma dal mio punto di vista mi accontenterei di vedere una squadra vogliosa di rivalsa, disposta a lottare su ogni pallone e a crederci nonostante tutto.

In ogni caso il percorso di crescita di ragazzi così giovani passa anche da esperienze come questa, e ricordiamo che non tutto è perduto.

Appuntamento quindi a mercoledì alle ore 17 per tentare l’impresa contro i pari età della Slovenia, confidando anche in notizie positive dagli altri campi.

Sempre forza Azzurri!

Mondiale Under 20 – Grande esordio degli Azzurrini che stendono il Brasile grazie a un super Casadei

È iniziato come meglio non si sarebbe potuto immaginare l’avventura dei ragazzi di Carmine Nunziata ai Mondiali Under 20.
L’Italia ha battuto i pari età del Brasile ben al di là di quel che dice il già più che positivo risultato.

Un 3-2 legittimato da un primo tempo impressionante per ritmo e qualità della manovra dei Nostri, capaci di andare a segno tre volte in poco più di mezz’ora di gioco, e di creare al contempo altre situazione pericolose dalla trequarti in su.
Un’impresa quella degli Azzurrini, che si trovavano di fronte una delle selezioni accreditate tra le più forti alla vigilia.

Casadei, centrocampista del Chelsea, grande protagonista ieri con una doppietta nella vittoria degli Azzurri contro il Brasile, viene festeggiato dal centravanti dell’Inter Esposito: i due erano compagni nelle giovanili dell’Inter

D’altronde il Brasile a livello giovanile può contare su una miriade di talenti, talmente tanti che molti vanno dispersi ancora prima di affacciarsi al grande calcio, visto che sin dai 16/17 anni in pratica vengono spesso attratti da ingaggi all’estero, non sempre in club di primo piano.

L’Italia, pur depotenziata dall’assenza di alcuni interpreti (ma lo stesso ragionamento a parti inverse vale ugualmente per i giovani verde-oro) ha aggredito subito l’avversario mettendolo alle corde con la velocità e vivacità dei nostri elementi più attesi: Baldanzi, Casadei e il giovanissimo Pafundi, più piccolo di tre anni rispetto a compagni e avversari.
Specie l’ex interista ora al Chelsea ha mostrato leadership e personalità da giocatore “vero”, sul quale viene facile prevederne una grande carriera anche in ottica Nazionale A.

Avremo bisogno della sua intraprendenza, così come delle giocate d’alta scuola dell’empolese Baldanzi già protagonista in A e dell’’ imprevedibilità e del genio dell’udinese Pafundi, già nel giro dei grandi con Mancini.

Davanti a Desplanches hanno agito Zanotti e Turicchia rispettivamente terzini a destra e sinistra, con lo juventino preferito al capitano Giovane, subentrato nella ripresa. In mezzo Ghilardi e Guarino non si sono fatti intimidire dai fortissimi attaccanti brasiliani ai quali bastava pochissimo per accendersi, prova ne sono i due gol segnati da Marcos Leonardo nel secondo tempo che potevano riaprire una partita per il resto sempre tenuta saldamente in pugno.

Ottima la mediana con lo spallino Prati, new entry del gruppo e già pienamente ingranato nei meccanismi, che ha avuto il merito ieri di sbloccare presto la gara, inserendosi ottimamente al termine di un’azione corale.

In mezzo il romanista “d’ordine” Faticanti, un 2004 che gioca da veterano, e mezz’ala il già citato Casadei autore di una magnifica doppietta (il secondo su un rigore da lui stesso procurato).
Davanti, oltre a Baldanzi e Pafundi ha giocato con grande intensità il centravanti dell’Inter Francesco Pio Esposito, classe 2005, preferito ai più quotati Ambrosino e Montevago.

Nella ripresa sono entrati in campo lo stesso attaccante della Sampdoria Montevago, il già citato Giovane, i difensori Fontanarosa e il centrocampista centrale Lipani, classe 2005.

Un grande esordio quindi quello dell’Italia al Mondiale Under 20, che ora però dovrà riconfermarsi nella prossima gara prevista per mercoledì alle 20 contro la Nigeria, Nazionale assolutamente da non sottovalutare, oltre che da sempre molto quotata in questa che è la più importante rassegna iridata giovanile.