Europei Under 17 – Che batosta per l’Italia: dopo il ko contro la Serbia l’eliminazione è a un passo

Per una Nazionale giovanile che ha ottimamente figurato, battendo i forti coetanei brasiliani all’esordio nel Mondiale Under 20, ce n’è un’altra (forse anche più accreditata alla vigilia) che rischia già clamorosamente di uscire dopo le prime due partite disputate, chiuse con altrettante sconfitte.

L’Italia Under 17 allenata da Corradi infatti, impegnata negli Europei di categoria, ha perso ieri senza appello per 2 a 0 contro una Serbia che non aveva granché impressionato al debutto, quando fu sconfitta per 4 a 2 contro la Slovenia, prossima nostra avversaria.

Marco Romano, fantasista del Genoa, ieri capitano azzurro, è uno dei nostri elementi migliori ma sta faticando a emergere in questi Europei Under 17. L’allenatore Corradi si affida anche alle sue giocate per tentare il difficile passaggio al turno successivo.

Ieri però, i giovani serbi guidati dall’ex ascoli e Udinese Lukovic senza grosse difficoltà si sono imposti sugli Azzurrini mettendo in mostra buone individualità come Popovic e i due marcatori Cvetkovic e Maksimovic (quest’ultimo promettente trequartista della Stella Rossa,classe 2007) e in generale una condizione fisica e atletica migliore, tanto da sembrare più pronti rispetto ai nostri a calcare i campi professionistici.

Peccato perché davvero questo ciclo di giocatori italiani, nati nel 2006 e 2007, appare invero ricco di talenti e di qualità ma, se nella prima gara persa contro la Spagna, non avevamo demeritato, andando anzi in vantaggio, ieri davvero non è facile trovare alibi per il netto risultato sfavorevole.

Mi risulta incomprensibile ad ogni modo il massiccio turn-over effettuato dal nostro ct: non che presi singolarmente calciatori come De Pieri, Rao, Pagnucco, Vezzosi e Mendicino siano scarsi, tutt’altro, ma cambiando per cinque undicesimi la formazione titolare, si è di fatto stravolta una squadra che, ripeto, almeno per 45 minuti si mostrata pari se non superiore alla Spagna.

Ora servirà veramente un miracolo sportivo ai nostri rappresentanti azzurri per sperare di passare il turno, ma dal mio punto di vista mi accontenterei di vedere una squadra vogliosa di rivalsa, disposta a lottare su ogni pallone e a crederci nonostante tutto.

In ogni caso il percorso di crescita di ragazzi così giovani passa anche da esperienze come questa, e ricordiamo che non tutto è perduto.

Appuntamento quindi a mercoledì alle ore 17 per tentare l’impresa contro i pari età della Slovenia, confidando anche in notizie positive dagli altri campi.

Sempre forza Azzurri!

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Mondiale Under 20 – Grande esordio degli Azzurrini che stendono il Brasile grazie a un super Casadei

È iniziato come meglio non si sarebbe potuto immaginare l’avventura dei ragazzi di Carmine Nunziata ai Mondiali Under 20.
L’Italia ha battuto i pari età del Brasile ben al di là di quel che dice il già più che positivo risultato.

Un 3-2 legittimato da un primo tempo impressionante per ritmo e qualità della manovra dei Nostri, capaci di andare a segno tre volte in poco più di mezz’ora di gioco, e di creare al contempo altre situazione pericolose dalla trequarti in su.
Un’impresa quella degli Azzurrini, che si trovavano di fronte una delle selezioni accreditate tra le più forti alla vigilia.

Casadei, centrocampista del Chelsea, grande protagonista ieri con una doppietta nella vittoria degli Azzurri contro il Brasile, viene festeggiato dal centravanti dell’Inter Esposito: i due erano compagni nelle giovanili dell’Inter

D’altronde il Brasile a livello giovanile può contare su una miriade di talenti, talmente tanti che molti vanno dispersi ancora prima di affacciarsi al grande calcio, visto che sin dai 16/17 anni in pratica vengono spesso attratti da ingaggi all’estero, non sempre in club di primo piano.

L’Italia, pur depotenziata dall’assenza di alcuni interpreti (ma lo stesso ragionamento a parti inverse vale ugualmente per i giovani verde-oro) ha aggredito subito l’avversario mettendolo alle corde con la velocità e vivacità dei nostri elementi più attesi: Baldanzi, Casadei e il giovanissimo Pafundi, più piccolo di tre anni rispetto a compagni e avversari.
Specie l’ex interista ora al Chelsea ha mostrato leadership e personalità da giocatore “vero”, sul quale viene facile prevederne una grande carriera anche in ottica Nazionale A.

Avremo bisogno della sua intraprendenza, così come delle giocate d’alta scuola dell’empolese Baldanzi già protagonista in A e dell’’ imprevedibilità e del genio dell’udinese Pafundi, già nel giro dei grandi con Mancini.

Davanti a Desplanches hanno agito Zanotti e Turicchia rispettivamente terzini a destra e sinistra, con lo juventino preferito al capitano Giovane, subentrato nella ripresa. In mezzo Ghilardi e Guarino non si sono fatti intimidire dai fortissimi attaccanti brasiliani ai quali bastava pochissimo per accendersi, prova ne sono i due gol segnati da Marcos Leonardo nel secondo tempo che potevano riaprire una partita per il resto sempre tenuta saldamente in pugno.

Ottima la mediana con lo spallino Prati, new entry del gruppo e già pienamente ingranato nei meccanismi, che ha avuto il merito ieri di sbloccare presto la gara, inserendosi ottimamente al termine di un’azione corale.

In mezzo il romanista “d’ordine” Faticanti, un 2004 che gioca da veterano, e mezz’ala il già citato Casadei autore di una magnifica doppietta (il secondo su un rigore da lui stesso procurato).
Davanti, oltre a Baldanzi e Pafundi ha giocato con grande intensità il centravanti dell’Inter Francesco Pio Esposito, classe 2005, preferito ai più quotati Ambrosino e Montevago.

Nella ripresa sono entrati in campo lo stesso attaccante della Sampdoria Montevago, il già citato Giovane, i difensori Fontanarosa e il centrocampista centrale Lipani, classe 2005.

Un grande esordio quindi quello dell’Italia al Mondiale Under 20, che ora però dovrà riconfermarsi nella prossima gara prevista per mercoledì alle 20 contro la Nigeria, Nazionale assolutamente da non sottovalutare, oltre che da sempre molto quotata in questa che è la più importante rassegna iridata giovanile.

Europei Under 17 – Esordio amaro per l’Italia, sconfitta 2 a 1 dalla Spagna dopo un bel primo tempo chiuso in vantaggio.

Esordio con l’amaro in bocca per gli Azzurrini nel Campionato Europeo Under 17, che si sta svolgendo in Ungheria.

I ragazzi guidati dal Ct. Bernardo Corradi (per la maggior parte nati nel 2006) hanno ceduto il passo ai forti corrispettivi spagnoli, tra i favoriti ad aggiudicarsi la competizione, nonostante un primo tempo giocato su buoni ritmi, mostrando oltretutto un calcio di buon livello.

Dopo aver chiuso in vantaggio la prima frazione grazie a un gol dell’attaccante atalantino Ragnoli Galli, abile a sfruttare un errore difensivo dell’avversario e a segnare di rapina, l’Italia si è fatta rimontare dalla Spagna guidata dall’ex campione dell’Athletic Blbao, ieri squalificato, Julen Guerrero.

Entrambi i gol delle Furie Rosse sono stati siglati dal centravanti Marc Guiu Paz, che gioca nelle giovanili del Barcellona al pari dell’estroso numero 10 Lamine Yamal (classe 2007), quest’ultimo tra i migliori in campo, oltre che uno dei più attesi dell’intera manifestazione, dopo aver esordito a nemmeno 16 anni nella Liga agli ordini di Xavi, diventando così il più giovane nella storia del club.

Eppure la nostra Nazionale – priva del suo uomo migliore, Pafundi, impegnato nell’imminente Mondiale Under 20 – non ha demeritato, mostrandosi per gran parte dell’incontro al pari livello dei rivali.

Oltre ad aver messo in mostra alcune buone individualità (su tutti ieri il terzino sinistro interista Cocchi classe 2007, arrembante sulla fascia di competenza e pericoloso al tiro in un paio di circostanze), l’Italia ha giocato una partita interessante anche per l’interpretazione tattica, partendo come modulo di base dal 4-3-1-2.

Davanti al promettente portiere viola Martinelli (ieri protagonista di diversi interventi risolutori), hanno giocato da destra a sinistra il milanista Magni, molto abile a proporsi in avanti (suo il cross vincente per il momentaneo vantaggio azzurro), la coppia centrale formata da Sadotti della Fiorentina (che ieri invero in un paio d’occasioni ha mostrato qualche incertezza) e lo juventino Bassino (un po’ a sorpresa schierato al posto dell’atalantino Ramaj) e il già citato Cocchi.

A centrocampo il trio composto dallo juventino Crapisto, piede mancino educato e quantità abbinata alla qualità, il perno centrale Riccio dell’Atalanta (come Sadotti, anche lui è figlio d’arte) e il capitano romanista Mannini, solito motorino inesauribile; davanti la sublime tecnica del numero 10 del Genoa Romano (ieri però parso un po’ annacquato e poco coinvolto) a supporto dei due bravi attaccanti Ragnoli Galli e Ravaglioli, super bomber del Bologna.

Una squadra la nostra piuttosto fluida nelle fasi di gioco, con Riccio che spesso si abbassava a impostare tra i due difensori centrali, con Magni e Cocchi liberi così di spingersi in avanti da esterni a tutta fascia.

Nella ripresa forze fresche come l’attaccante Rao (della Spal), i centrocampisti Mendicino (Atalanta), l’ala Fini del Genoa e i difensori Pagnucco (Juve) e Ramaj non hanno saputo cambiare l’inerzia della gara, mutata dopo il gol del sorpasso degli spagnoli.

Si era ancora al 75esimo minuto ma gli Azzurrini non si sono più resi molto pericolosi, rispetto al primo tempo invece dove si sarebbe potuto raddoppiare in alcune circostanze, legittimando così un vantaggio a quel punto della gara assolutamente meritato.

Ci sarà modo di rifarsi, anzi sarà doveroso farlo per rimettersi in carreggiata e superare il turno in un girone tutt’altro che facile.

La prossima gara sarà in programma domenica 21 maggio (sempre alle ore 20) contro la Serbia, ieri sconfitta clamorosamente dalla Slovenia per 4 a 2.

Le qualità le abbiamo ma ci siamo complicati un po’ la vita, mettendoci nella difficile condizione di non permetterci più di sbagliare.

Calcio giovanile – Parte domani l’Europeo Under 17: l’Italia di mister Corradi ha tutte le carte in regola per arrivare in alto

Domani prenderà il via un importante appuntamento per tutti gli appassionati di calcio giovanile internazionale, vale a dire la fase finale del Campionato europeo di calcio Under 17, che quest’anno si disputerà in Ungheria.

Sono sedici le Nazionali pronte ai nastri di partenza, divise in 4 gruppi.

Gli Azzurrini guidati dall’allenatore Bernardo Corradi sono stati inseriti nel Gruppo B, che si presenta sulla carta tutt’altro che facile, dovendo i Nostri affrontare nella loro prima partita (in programma giovedì alle ore 20) la Spagna, e a seguire la Serbia e la Slovenia.

(Nella foto, tratta dal sito ufficiale della FIGC, una recente formazione dell’Italia Under 17 che disputerà l’Europeo di categoria)

Tuttavia, a onor del vero, anche le avversarie dovranno temerci, considerando che il nostro ciclo di giocatori del 2006 (con qualche inserimento dei 2007) da un bel po’ di anni è considerato dagli addetti ai lavori uno dei più interessanti e futuribili.

Un aspetto da ricordare è che, per chi si classificherà tra le prime quattro vi sarà l’accesso ai prossimi Mondiali di categoria (in origine previsti in Perù, la cui candidatura però è stata bocciata per carenze strutturali), da giocarsi tra il 10 novembre e il 2 dicembre; risulta pertanto evidente che le motivazioni per fare bene ci siano tutte, dato che una nuova qualificazione, a seguire quella ottenuta nel 2019 per l’edizione brasiliana, darebbe ulteriore lustro a un movimento, quello tricolore, che ha bisogno necessariamente di guadagnare credito.

In quel Mondiale l’Italia si arrese solo ai forti padroni di casa verde-oro (che poi si aggiudicarono con merito il titolo iridato), mettendo in mostra tanti talenti interessanti che finalmente stanno sbocciando (da Gnonto, che pure giocava sotto età, essendo un 2003, a Udogie, da Pirola a Ruggeri, ad altri ancora come l’ex juventino Tongya che è dovuto emigrare in Danimarca per ottenere il giusto spazio in attesa di trovare, si spera, una sua dimensione nel nostro campionato).

I loro eredi, di quattro anni più giovani, hanno tutte le carte regole per stupire, e in tal senso mi hanno colpito le parole di mister Corradi che ha evidenziato quanto sia stato doloroso compiere alcune scelte, tanta è la qualità di cui dispone.

Al di là che, nel calcio come in tutti gli sport, credo sia sempre meglio avere più possibilità di scelta rispetto a dover lamentare lacune in quanto a valide risorse, ciò a cui si riferiva l’ex attaccante di Chievo e Lazio era l’aver dovuto giocoforza ridurre a venti la lista dei convocati per la spedizione europea, a fronte dei ventisette che aveva chiamato per l’ultimo raduno prima di sciogliere ogni riserva.

E’ facile quindi individuare i nomi rimasti in ballo fino all’ultimo, fermo restando che nel corso delle qualificazioni anche altri validi interpreti erano riusciti a conquistare la maglia azzurra.

Le alternative insomma fra i 2006 erano davvero moltissime, senza tener presente quella che è la stella più conclamata e promettente, vale a dire Simone Pafundi qui “sacrificato” perchè possa partecipare al Mondiale Under 20 di cui avevo scritto nel precedente articolo, ma che fu grande protagonista nel cammino che ha portato i suoi compagni a contendersi l’Europeo Under 17.

Prima di passare a scorrere nel dettaglio l’elenco dei giocatori su cui andremo a riporre le nostre speranze in questa competizione, mi pare doveroso citare quelli “tagliati” dopo l’ultima scrematura: si tratta del portiere Mascardi dello Spezia; dei difensori De Luca (Napoli) e Ventre (terzino destro della Juventus, forse l’assenza che più mi ha lasciato stupito, visto che era sempre stato un punto di forza della Nazionale); dei centrocampisti Carfora del Benevento (anche questa scelta ha suscitato un po’ di clamore nell’ambiente visto il grande score in stagione del ragazzo, che tra l’altro ha racimolato pure qualche presenza in prima squadra in serie B), Fiorini (ex Fiorentina, ora allo Zurigo) e Finocchiaro (Juventus), oltre all’attaccante milanista Scotti, che già ha iniziato a disimpegnarsi bene nel campionato Primavera.

Mi piace citare, infine, anche un ragazzo del 2007, Alessandro Ciardi che l’estate scorsa ha lasciato l’Inter per approdare in Austria nel Red Bull Salisburgo e che aveva fatto intravedere grandi doti con la maglia azzurra della Nazionale.

Dato i giusti onori agli esclusi, posizioniamo ora la lente d’ingrandimento sui prescelti, condividendo pure qualche ipotesi di formazione, nonostante non sia esercizio facile individuare un undici titolare.

Già a partire da chi difenderà i nostri pali, visto il rendimento in super ascesa dello spezzino Plaia (gemello del forte difensore della Roma Under 18), il pronostico non appare così scontato, per quanto il fiorentino Martinelli possa vantare le stimmate del predestinato. Alla fine credo toccherà a quest’ultimo il ruolo di prima scelta come portiere ma in ogni caso sappiamo che siamo ben coperti anche dovesse lasciare il posto al compagno.

Tra i difensori un ruolo di primo piano lo hanno sempre avuto in questa selezione il figlio d’arte Sadotti, anche lui della Fiorentina (mentre il padre scuola Milan disputò una lunga e dignitosa carriera tra gli anni novanta e duemila soprattutto tra B e C) e l’atalantino Ramaj: saranno loro con ogni probabilità a comporre la coppia centrale in una linea a 4.

Occhio comunque allo juventino Bassino, in grande crescita nella seconda parte di stagione fino a guadagnarsi un posto tra i convocati; come terzino destro invece dovrebbe essere quasi sicuro di una maglia il milanista Magni, uno che fa parte di questo gruppo da più tempo.

Sulla sinistra è probabile un ballottaggio tra lo juventino Pagnucco e l’interista Cocchi, con quest’ultimo (classe 2007 tra i “piccoli” del gruppo) che parte favorito avendo sfrecciato spesso e volentieri su quella fascia nelle gare di avvicinamento alla fase finale dell’Europeo. Completa il roster dei difensori un altro elemento molto interessante che gioca sotto età, si tratta di Vezzosi, aitante centrale del Sassuolo.

A centrocampo e attacco abbiamo indubbiamente molta qualità, pur senza l’udinese Pafundi che di certo avrebbe rappresentato la ciliegina sulla torta.

Non c’è tempo però per i rimpianti e allora non ci resta che affidarci alla qualità di gente come il fantasista Romano, in forza al Genoa dove letteralmente in questa stagione ha spopolato segnando ben 16 reti in 19 presenze, e il trequartista dell’Inter De Pieri che a referto in 20 partite ha messo qualcosa come 13 reti e 7 assist.

Rimanendo a centrocampo rappresentano una sicurezza i due atalantini Riccio e Mendicino, ormai stabilmente con la squadra Primavera, entrambi in possesso di una notevole personalità, e soprattutto il romanista Mannini, giocatore polivalente in grado di fare tutto e di farlo sempre bene, che della selezione di Corradi è il fortissimo capitano.

Ha qualche chance di rubare loro un posto in mezzo lo juventino Crapisto, giocatore magari meno appariscente ma estremamente efficace, abile a giostrare anche sul lato mancino.

Infine l’attacco, il reparto dove abbondiamo di più quanto riguarda i talenti cristallini, con una cinquina di rappresentanti sui quali si può puntare ad occhi chiusi.

Inizio da quello più defilato, ma che magari arriverà a sorprendere tutti, visto come sia riuscito a scalare posizioni su posizioni durante le fasi precedenti di qualificazioni all’Europeo. Alludo allo spallino Rao, che ha dimostrato nel corso della stagione di poter giocare in tutti i ruoli offensivi, sia in un ipotetico tridente, sia come sotto punta.

C’è poi il colored genoano Fini, una freccia imprendibile sulla fascia, nonchè preziosissimo assist-man, il quale potrebbe rivelarsi fondamentale specie a gara in corso.

La fantasia è assicurata dal milanista Liberali, un 2007 che l’anno scorso si è fregiato del titolo di Campione d’Italia Under 15 e che sta bruciando le tappe a suon di giocate di classe, partendo spesso, lui che è mancino, dalla fascia destra.

Rimangono i due nomi di maggior pregio a livello offensivo di questa selezione, vale a dire Ravaglioli del Bologna e Ragnoli Galli dell’Atalanta.

Il primo è un autentico satanasso dell’area di rigore, già vincitore di uno sorprendente scudetto lo scorso anno da sotto età con l’Under 17 e che in questa stagione sta legittimando la sua supremazia fra i coetanei, avendo timbrato il cartellino del gol per ben 24 volte in 22 presenze!

Il suo partner in attacco più accreditato dovrebbe essere appunto Ragnoli Galli che in stagione si è diviso in modo equo tra Under 17 e Under 18 dell’Atalanta confermandosi elemento assai duttile e dotato di grande imprevedibilità.

Per quanto il valore delle Nazionali sia piuttosto livellato in ambito giovanile, non nascondo di nutrire certe aspettative sulla nostra squadra: il gruppo è coeso, ben amalgamato nei suoi interpreti (che per la maggior parte giocano insieme da tempo), e nel mentre Corradi è sempre stato bravo a inserire via via altri elementi che si erano messi particolarmente in risalto.

Sarebbe davvero fantastico assistere a un grande exploit dei nostri azzurrini, ma già un ottimo risultato sarebbe quello di approdare alle semifinali, in modo come detto in apertura di garantirsi un posto d’onore ai Mondiali Under 17.

Tutte le gare dell’Italia agli Europei Under 17 saranno trasmesse su Rai Play.

Non ci resta che mandare un grosso “in bocca al lupo” ai ragazzi: FORZA, fateci sognare!

Calcio giovanile – Al via il Mondiale Under 20: Pafundi e Baldanzi guidano la Nazionale Azzurra

Ormai ci siamo: per tutti gli appassionati di calcio giovanile, dal 20 maggio inizierà il Mondiale Under 20, massima espressione a questo livello, dove è possibile trovare i giocatori più talentuosi dell’intero panorama internazionale.

Da qui sono passati fior di nomi, campioni in pectore che poi in alcuni casi seppero segnare un’epoca: pensiamo solo a gente come Maradona e Messi, assoluti fuoriclasse già a livello under, trascinatori poi dell’Argentina.

Nella storia recente della rassegna iridata, anche gli Azzurrini, in questa edizione guidati in panchina da Carmine Nunziata, hanno fatto la loro bella figura, fermandosi nelle ultime due edizioni disputate alle semifinali, con il ciclo dei ’97 di Barella, Orsolini, Pessina e quello dei ’99 con Pinamonti, Scamacca e Frattesi tra gli altri.

Forti di un buon Europeo Under 19, viatico per la qualificazione a questo Mondiale, la rosa attuale per la maggior parte composta dai 2003 risulta in qualche modo decimata, a causa principalmente dei campionati ancora in corso, che hanno fatto sì che molti club di varie categorie abbiano deciso di trattenere i loro giovani gioielli in vista appunto del rush finale nei rispettivi tornei di competenza.

In pratica è sempre successo, pensate che anche solo tornando all’ultima Italia impegnata in questo Mondiale (nel 2019), a dispetto comunque di un’onorevolissimo quarto posto, della rosa originaria mancavano autentici big come Zaniolo, Kean e Tonali, già lanciati in orbita come professionisti.

A questo giro l’allenatore Nunziata dovrà giocoforza rinunciare a gente che nel già citato recente Europeo Under 19 avevano fatto la differenza, e che ora come detto rimarranno a disposizione dei loro club: niente Mondiale quindi purtroppo per lo juventino Miretti, i veronesi Coppola e Terracciano, l’empolese Fazzini, il reggino ex Inter Fabbian e Nasti, attaccante scuola Milan attualmente in forza al Cosenza.

Ma il rammarico cresce ulteriormente se pensiamo che in età per disputare questa edizione del Mondiale Under 20 ci sarebbero anche grandi talenti già sulla via della piena affermazione come Gnonto, Volpato e Scalvini, senza tralasciare il fortissimo 2004 Cher Ndour, nativo di Brescia che, partito dal florido vivaio dell’Atalanta, è passato poi al Benfica dove sta trascinando la seconda squadra, dopo aver già vinto lo scorso anno da protagonista la Youth League.

Insomma, si tratta di giocatori importanti ma l’Italia, defezioni a parte, può vantare comunque tante altre frecce al proprio arco, avendo in ogni caso mantenuto l’ossatura di questo ciclo invero molto promettente.

Molta curiosità la desta in primis il tanto chiacchierato fantasista dell’Udinese Simone Pafundi, che al di là di un hype probabilmente smisurato, ha ben poco da dimostrare a chi mastica un po’ la materia del calcio giovanile.

(Tra i nostri giocatori più attesi al prossimo Mondiale Under 20 figura di sicuro il talento dell’Udinese Simone Pafundi – Credit Photo by Mattia Ozbot/Getty Images)

Coccolato da tutti i selezionatori azzurri, possiede delle qualità tecniche in effetti fuori dal comune, basti pensare che, essendo lui del 2006 (sotto età quindi anche di tre anni rispetto agli altri partecipanti di questo Mondiale), potrebbe guidare in teoria i coetanei che saranno impegnati contemporaneamente nella fase finale dell’Europeo Under 17, competizione cruciale oltretutto per poter aspirare a ottenere il pass per il prossimo Mondiale Under 17, previsto verso fine anno.

Nazionale, quella che disputerà l’Europeo Under 17, che deve tantissimo alle sue giocate, visto che fu proprio lui a trascinarla fino a questo punto, tra gol, assist e giocate di altissima classe.

Sembrava decisamente fuori categoria per il contesto, e infatti ecco che è stato premiato con il passaggio ai più grandi, senza tralasciare come saprete il fatto che abbia già addirittura esordito in Nazionale A agli ordini di Roberto Mancini, che lo stima tantissimo e pare intenzionato assolutamente a puntarci nell’immediato futuro.

Detto ciò, decantate giustamente le lodi di questo giocatore su cui sono riposte grandi aspettative, non è detto che Pafundi parta da titolare, vista la presenza nel suo ruolo di Tommaso Baldanzi, autentica stella della classe 2003, quest’anno grande rivelazione in serie A con l’Empoli, società in cui è cresciuto mettendosi in mostra fino a condurla a vincere due anni fa uno straordinario scudetto di categoria.

(Il fantastista dell’Empoli Tommaso Baldanzi, una delle rivelazioni dell’intera serie A, sarà la stella dell’Italia Under 20 impegnata al Mondiale di categoria – credit foto: Nicolò Campo/Getty Images)

Un altro nome da tenere d’occhio è quello dell’ormai ex interista Cesare Casadei, che un anno fa di questi tempi era già corteggiatissimo da grandi club europei, col Chelsea che alla fine la spuntò pagando per il suo cartellino ben 15 milioni di euro.

In questa stagione, passato in prestito al Reading militante in Championship, si sta facendo valere, mostrando grande personalità. Sarà indubbiamente uno degli uomini di punta della nostra spedizione azzurra, ne sono sicuro.

Altro leader di questa squadra, un po’ annacquato in questa sua prima stagione da professionista spesa tra Como e Cittadella in serie B, è l’attaccante ancora di proprietà del Napoli Campione d’Italia Ambrosino Di Bruttopilo.
Dopo gli sfracelli fatti all’Europeo Under 19, però, è lecito pensare che gli verrà assegnata comunque una maglia da titolare al centro dell’attacco azzurro, visto come fra i pari età abbia già dimostrato appunto di fare la differenza.

Dovrà ad ogni modo guardarsi le spalle da altri validi interpreti del ruolo, come il sampdoriano Montevago, grande protagonista in Primavera e debuttante nella tribolata stagione in serie A dei blucerchiati culminata con una pesantissima retrocessione e il giovane interista (classe 2005) Francesco Pio Esposito, spietato fromboliere offensivo nel campionato Primavera, ultimo di una dinastia di giocatori formata dai fratelli maggiori Salvatore (centrocampista in forza allo Spezia) e Sebastiano, attaccante del Bari, che è sempre parso il più forte dei tre ma che sta faticando a trovare una sua dimensione dopo i fasti a livello giovanile, sia con i nerazzurri che in Nazionale.

Scendendo di qualche metro a centrocampo, alcuni posti saranno particolarmente contesi, ma alla fine per una maglia da titolare la dovrebbe spuntare il capitano della Primavera della Roma Faticanti, classe 2004, centrocampista difensivo che quest’anno è stato posizionato più volte con relativo successo anche al centro della difesa a tre.

Scalpita però anche il suo compagno nelle giovanili giallorosse e coetaneo Pisilli, che non ha una grandissima esperienza in questo gruppo ma che è reduce da un torneo giovanile strepitoso tra numeri di gol e assist, con la ciliegina sulla torta dell’esordio in A agli ordini di Mourinho.

(Protagonista di una grande stagione con la maglia della Primavera della Roma, Niccolò Pisilli vuole continuare a stupire al Mondiale Under 20 dopo aver esordito anche in serie A – credit foto: Getty Images)

Vanta molto credito in mezzo al campo anche l’empolese Degli Innocenti, che non ha tante presenze in prima squadra in serie A ma che nelle varie selezioni giovanili azzurre ha sempre fatto bene, offrendo un grande rendimento.

Ha conquistato il pass per il Mondiale anche lo spallino Prati che a fronte di una stagione incolore della sua squadra, retrocessa amaramente in serie C con una giornata di anticipo, ha messo insieme molte presenze da titolare colpendo per la sua lucida regia e una buona personalità.

Infine in mediana agisce anche il più giovane Lipani (classe 2005), che milita nel Genoa promosso in A dove sta bruciando le tappe a livello di prima squadra. Si tratta di un centrocampista molto dotato fisicamente e in possesso di un buon senso tattico, abile a giocare soprattutto da schermo davanti alla difesa.

Venendo infine alla terza linea, sarà bagarre per assicurarsi i quattro posti da titolari davanti al portiere, che molto probabilmente sarà Desplanches, numero uno del Trento in serie C cresciuto nel Milan, ma occhio ai validi Zacchi della Primavera del Sassuolo e a Sassi, scuola Atalanta protagonista in prestito al Giugliano in terza serie.

I più accreditati tra i difensori per una maglia nell’undici base sembrano Giovane, ex vivaio Atalanta ora all’Ascoli, che di questa nazionale è il capitano e Ghilardi del Verona che ha disputato un buon campionato al Mantova, nonostante la clamorosa retrocessione in serie D dei virgiliani.

Il primo è giocatore polivalente, in grado di giocare indistintamente da terzino sinistro come da centrocampista/mezz’ala sinistra; il secondo è un centrale difensivo che nel più volte citato Europeo Under 19 fu titolare fisso accanto al suo compagno di squadra nelle giovanili dell’Hellas Coppola, il quale, come riferito in precedenza, sarà assente in questa rassegna perché impegnato con i gialloblu di mister Zaffaroni in una elettrizzante lotta salvezza.

Ha buone chances di dare il suo contributo come terzino destro l’interista Zanotti, che esordì giovanissimo in serie A per poi sparire un po’ dai radar della prima squadra nerazzurra, pur essendovi aggregato stabilmente da inizio stagione.

Occhio così alle candidature dello juventino Turicchia, in grado di destreggiarsi indifferentemente sulla fascia destra così come in quella mancina, e del suo ex compagno nelle giovanili bianconere Fiumanò, che quest’anno ha accumulato una buona esperienza in serie C con la squadra toscana dell’Aquila Montevarchi.

Completano il roster di difensori a disposizione di mister Nunziata due giocatori con nessuna esperienza finora tra i professionisti ma che in Primavera 1 sono autentiche sicurezze: Fontanarosa, centrale mancino dell’Inter e Guarino, classe 2004, arcigno “stopper” dell’Empoli che a me ricorda un po’ il Fabio Cannavaro degli inizi.

(Tra i nomi da tenere maggiormente d’occhio in questa rassegna iridata vi è il promettente difensore dell’Empoli Primavera Gabriele Guarino – foto tratta dalla pagina Facebook “Giovani Talenti”)

Bisogna ammettere che l’Italia, la cui gara inaugurale al Mondiale (che si terrà in Argentina) verrà disputata domenica 21 maggio alle ore 23 contro il fortissimo Brasile, è capitata in un Gruppo non certo facile, che comprende oltre ai verde-oro, anche la Nigeria, una delle big del calcio africano giovanile e non solo.
Più abbordabile sulla carta appare l’impegno contro la Repubblica Dominicana, che gli Azzurrini affronteranno per ultima, quando la classifica potrebbe però aver già dato le prima sentenze. E’ importante quindi fare punti da subito, sin dalla prima difficile partita in programma.

La prima gara dell’Italia sarà trasmessa su Raidue, mentre le altre potremo seguirle su RaiSport.

La nostra selezione non sarà forse al livello delle ultime due che l’hanno preceduta, capaci come evidenziato in apertura di approdare alle semifinali del Mondiale, ma può contare comunque su alcuni calciatori di sicuro talento e potrebbe perciò fungere da mina vagante, emergendo come una delle rivelazioni del torneo.

Troppo spesso l’opinione pubblica è poco obiettiva e attendibile nei suoi giudizi sui giovani azzurri, i quali o vengono pompati oltre misura fino poi a deludere alla prova del campo, oppure peggio ancora non vengono valorizzati e riconosciuti nelle loro qualità.

Da grande appassionato di calcio giovanile,oltre che da addetto ai lavori, credo che la verità stia nel mezzo, ma che in fondo, alla luce proprio dei positivi risultati conseguiti dalle nostre Nazionali Under, i migliori talenti italiani abbiano soltanto necessariamente bisogno di giocare, facendo così la giusta e necessaria esperienza tra i professionisti.

Questo perché, almeno vedendo gli ultimi anni, il gap con le altre Nazioni avviene principalmente quando i calciatori terminano l’iter nei vivai, laddove all’estero quelli più bravi vengono praticamente subito inseriti nei ranghi delle prime squadre e hanno possibilità concrete di giocarsi le proprie chances, mentre da noi spesso e volentieri finiscono relegati da eterne riserve nei club di provenienza, talvolta scavalcati da corrispettivi stranieri non sempre all’altezza, o nella maggior parte dei casi vengono spediti a farsi le ossa nelle serie minori dove corrono il rischio che gli siano preferiti colleghi più esperti, “di categoria”, finendo così per immalinconirsi in panchina, perdendo i loro anni migliori.

Lo sostengo da sempre: dobbiamo offrire una opportunità vera ai nostri giovani di giocarsi le proprie carte nel calcio dei professionisti una volta concluso l’iter formativo con la Primavera.

E’ giusto concedergli pure la facoltà di sbagliare, ma una volta giunti a disputare un Mondiale Under 20, è normale, per non dire doveroso che si cimentino con i “grandi”.

PS: a sostegno del fatto che il nostro movimento calcistico non sia poi così messo male come molti pseudo-giornalisti spesso affermano, ricordo che l’Italia è l’unica Nazione Europea che vedrà impegnate le rispettive selezioni giovanili nelle tre principali competizioni: l’ Europeo Under 21, l’ Europeo Under 17 (con accesso al Mondiale Under 17, qualora arrivassimo nelle prime quattro posizioni) e appunto il Mondiale Under 20, che si concluderà domenica 11 giugno 2023, giorno della Finalissima.

Faccio quindi i miei migliori auguri ai giovani rappresentanti italiani che si ritroveranno presto a difendere i nostri colori.

Forza Azzurri sempre!

Work in progress – Una nuova storia da raccontare

Alcuni mesi fa fui contattato da un caro amico, uno di quelli che magari non senti tutti i giorni e che non frequenti più abitualmente, ma con cui hai trascorso una bella fetta di vita.

Mi si è accostato con la gentilezza e l’umiltà che da sempre lo contraddistinguono, per condividere un fatto personale di cui ero già a conoscenza, ma non nei dettagli.

E’ stato toccante ed emozionante sentire le sue parole, cogliere quel desiderio di mettere nero su bianco una parte così importante del suo percorso.

Ha davvero una storia da raccontare, e mi rende orgoglioso il fatto che si sia rivolto a me per farlo, pensando che potessi tradurre al meglio quelle forti sensazioni e quei ricordi diventati per lui indelebili.

Non posso e non voglio dire di più, se non che farò del mio meglio per esserne all’altezza.

Le belle collaborazioni pt.6: Yastaradio.com, la webradio ideata da Roberto “Dalse” Dal Seno dal vero spirito indipendente

Nel 2023 è prevista la ripresa della mia collaborazione con Yastaradio, una webradio gestita da quel mio grande amico che risponde al nome di Roberto Dal Seno, anche se la maggior parte delle persone che lo conoscono lo chiamano Dalse!

In realtà, dopo esserci ritrovati un paio di mesi fa a pranzo per definire gli ultimi dettagli tecnici e operativi, mi sarebbe piaciuto già iniziare a gennaio ma tra questioni lavorative, incombenze personali e impegni presi in precedenza ho dovuto far slittare la cosa.

Fatto sta che è davvero ormai tutto pronto e perciò sento di fare un annuncio ufficiale dichiarando che a marzo sarò di nuovo alle prese con un microfono a condurre “Out of Time”, programma da me ideato e curato, che vanta già all’attivo diverse edizioni, per quanto l’ultima risalga ormai al 2017.

Come scritto nella mia presentazione di questo blog e come ricordato nell’articolo precedente, è vero che i miei inizi furono con Radio Popolare Verona nel lontano 1998, tuttavia è grazie all’esperienza di Yastaradio se ho potuto affinare (e di fatto migliorare) il mio modo di condurre una trasmissione radiofonica.

Oltretutto si tratta come detto di un progetto che sento mio al 100 % grazie alla fiducia incondizionata di Dalse, col quale certo mi confronto quando mi vengono determinate idee ma che per il resto mi ha sempre dato carta bianca nella scelta dei temi e delle canzoni da passare.

In ogni caso con “Out of Time” non ho mai seguito un filone unico, preferendo spaziare per quanto riguarda le scelte musicali tra un genere e l’altro, e tra epoche differenti. È capitato anche che proponessi delle puntate monografiche su un artista o gruppo, ma poi per quel tipo di occasioni avevamo pensato a una costola del programma, che poi intitolammo “MonoPhono”.

Cosa mi piace principalmente di Yastaradio? La risposta mi giunge proprio immediata ed è la stessa da sempre: quel clima che si respira e un certo modus operandi che me la fa associare alle radio libere!

Quel poter prendersi i propri tempi, il non avere un numero imposto di brani da passare, il fatto di metterli dall’inizio alla fine anche dovessero durare dieci minuti… insomma, c’è tanta libertà ma c’è anche la sicurezza di avere a fianco un “padrone di casa” attento e sempre disponibile, oltre che estremamente aperto e competente in materia, non solo tecnica ma proprio musicale.

È lui prima di tutto un grande cultore e appassionato.

Poter parlare in radio mi ha sempre affascinato, è un mezzo di comunicazione che considero tutt’oggi potente e, non ultima, riesco ancora a emozionarmi quando sento una canzone: sono infatti tra quelli che, se il tempo me lo permette, è capace pure di fermarsi e non scendere dall’auto finché non è terminata una determinata canzone!

So ancora emozionarmi, nonostante le proposte dei grandi network ormai si assomiglino tutti, omologate come sono all’insegna di un pop-dance estremamente commerciale.

Mi piace stupirmi… capitava, certo, più di frequente in passato, ricordo bene ad esempio quasi 30 anni fa quando girando da una stazione all’altra rimasi inchiodato all’ascolto di un nuovo brano degli Oasis (band che già amai ai tempi del debutto): riconobbi subito la magnetica voce di Liam Gallagher e quel pezzo nuovo che sentii per la prima volta in cui non c’era internet era la magnifica “Wonderwall”!

E pure oggi che a disposizione abbiamo di tutto per soddisfare la nostra voglia di musica – chiavette usb dove mettere centinaia di pezzi, Spotify, You Tube ecc -, posso di nuovo incappare in qualcosa che mi colpisca:  è successo di recente con un brano tratto dall’ultimo album dei redivivi Porcupine Tree, che pure avevo ascoltato nella sua interezza mesi prima senza più di tanto rimanerne colpito; invece grazie al potere magico della radio ho saputo apprezzare di più una canzone come “Of the New Day”.

A presto quindi cari lettori: vi aspetto numerosi su Yastaradio sperando di farvi compagnia e di accompagnarvi un paio d’ore all’insegna della buona musica.

Data e ora precise verranno comunicate al più presto: ormai ci siamo però, non voglio più rimandare questo mio rientro in pista!

http://www.yastaradio.com/

Le belle collaborazioni pt.5: “Indie For Bunnies”, webzine musicale in continua crescita

Con il mondo dei blog e delle riviste digitali ho iniziato molto presto un rapporto che si è fatto via via sempre più stretto, dandomi modo oltretutto di assecondare la mia indole con grande autonomia e libertà d’azione.

Mi affascinava non poco l’idea di aprire qualcosa di mio in cui potermi esprimere e dare libero sfogo alle mie più grandi passioni, nella fattispecie la musica e lo sport; il calcio in particolare è stata a lungo la mia principale “materia” in fatto di scrittura, visto che cominciai a collaborare appena maggiorenne con il mensile “Calcio Dilettante” per passare poi tra i ranghi del mitico “Guerin Sportivo” sotto la magistrale gestione di Matteo Marani e dell’altro bel mensile “Il Nuovo Calcio”.

Insomma, se siete miei lettori avrete capito come poi ho sviluppato questo piccolo grande desiderio facendolo diventare realtà.

La musica, dicevo, almeno come argomento giornalistico, venne dopo, anche se in realtà una prima esperienza in tal senso, oltretutto entusiasmante direi perché condivisa dei carissimi amici ai tempi dell’università (Riccardo Cavrioli, Fabrizio Massegnan, Nicola Poffo, Claudio Rizzi), avvenne già nel 1998, quando debuttai a Radio Popolare Verona come co-conduttore di un programma sulla musica inglese (“L’impaziente inglese”, così battezzato giocando sul titolo di un celebre film dell’epoca e alludendo al contempo all’abitudine tipica di quelle parti di attendere sempre la next big thing in grado di rinverdire certi gloriosi fasti).

Già quello fu un modo importante di entrare a far parte di questo mondo, visto che iniziai a girare per concerti, intervistare tanti artisti e gruppi, specie quelli di passaggio nella mia città (Verona) e a conoscere tanti nomi più o meno illustri tra appassionati e addetti ai lavori.

Ebbi l’opportunità di realizzare in parte un piccolo sogno, quello di diventare giornalista musicale, e il bello appunto era che lo stavo condividendo con amici come Riccardo Cavrioli, il cui nome ricorrerà di nuovo più avanti.

La musica per me ha iniziato molto presto ad essere un affare “serio” e se è vero che in famiglia se n’è sempre ascoltata tanta, regalandomi il cosiddetto imprinting, devo dire che poi ho intrapreso una mia strada personale, sia per quanto riguarda gli ascolti, sia per come appunto ho cominciato a “viverla”, divenendo già in adolescenza un assiduo e curioso ascoltatore, consumatore di dischi e divoratore di riviste e libri musicali.

Certo, non era facile in tempi pre-Internet (soprattutto se come me si proveniva da un piccolo comune di provincia) entrare in contatto con certa editoria, tanto che il classico “romanzo nel cassetto”, guarda caso ambientato in contesti musicali, lo scrissi già durante gli anni dell’università, precisamente nel 1998 ma rimase appunto “fermo” addirittura fino al 2010 quando proprio grazie alla Rete e al fiorire di blog a tema riuscii a contattare la casa editrice (Nulla die di Massimiliano e Salvatore Giordano) che poi avrebbe messo il proprio marchio sia su quel mio primo vagito letterario – che intitolai “Verrà il tempo per noi” – sia nei libri successivi.

Alla luce di quanto detto, pertanto, ripensando ai giorni della radio mi pareva difficile cominciare a collaborare con qualcuna di queste riviste.

Sto divagando troppo lo so, fatto sta che poi sarebbero arrivate anche le riviste musicali ad accogliermi, e con esse tante altre belle occasioni ed esperienze da vivere e ricordare, ma tutto iniziò appunto dal web, dai siti musicali, dai magazine online, non solo delle vere palestre formative ma in alcuni casi soprattutto delle grandi opportunità di crescita.

Ho scritto negli anni per diversi blog e webzine, alcune delle quali non esistono più, da Indie Rock-It a Troublezine fino ad approdare a Indie For Bunnies, con cui invece il rapporto di collaborazione va avanti tuttora con mia grande soddisfazione.

L’elemento di congiuntura tra le varie esperienze è stato ancora una volta Riccardo Cavrioli che attualmente scrive pure per la storica rivista di settore Rockerilla, che mi ha sempre coinvolto ovunque andasse, ribadendo la stima e la fiducia nei miei confronti… stima e fiducia ampiamente ricambiate visto che posso dire senza timore di smentita sia una delle persone più importanti nella mia cerchia di amicizie, al punto che l’ho voluto anche come testimone di nozze, e gli affidai pure tornando a questioni musicali, la prefazione di un mio saggio sulla musica italiana degli anni novanta (“Revolution 90”).

Ricky mi aveva parlato benissimo di Indie For Bunnies, soprattutto per il modo in cui veniva gestito al di là che rispecchiasse al meglio i nostri gusti musicali e che avesse tante sezioni interessanti.

Non dubitai di queste sue sensazioni, anche se venivo da un momento in cui mi ero concentrato più su questioni prettamente lavorative, oltre che ero stato in effetti molto impegnato nella scrittura tra libri e quant’altro, ma alla fine avevo anche voglia di rimettermi a scrivere con continuità di musica, avendo possibilità di prendermi comunque i miei tempi.

Se devo fare un bilancio, beh, posso dire che la scelta di intraprendere questa collaborazione fu sicuramente giusta, tant’è che nel frattempo è divenuta quella più longeva della mia “carriera”, se consideriamo che il primo articolo su Indie For Bunnies con la mia firma risale al 21 maggio 2017 (in occasione del ventennale di “Ok Computer” magnifico album dei Radiohead) e che da allora ne ho pubblicati ben 314!

In mezzo mi sono occupato certamente di artisti e gruppi che amo, dedicando tanti pezzi ad esempio ai R.E.M., agli Oasis, agli Smashing Pumpkins o agli stessi Radiohead, tra celebrazioni, recensioni e approfondimenti, ma sono anche riuscito a intervistare nomi importanti legati alla musica italiana e ad ascoltare davvero molti dischi tra i più belli usciti negli ultimi anni… oltre ovviamente ad altri che invece non mi sono piaciuti, ma d’altronde la critica musicale serve ancora a dare giudizi il più possibile obiettivi, e a orientare un po’ il lettore spesso travolto dalle tantissime pubblicazioni di roba nuova, vero?

Proprio di recente tra l’altro Alessio Pomponi, direttore e factotum di Indie For Bunnies, ha inaugurato il nuovo sito, reso sicuramente più “bello” da vedere e più funzionale alla lettura anche da smartphone, ma mantenuto inalterato nei contenuti, nella sostanza, laddove ovviamente c’è sempre spazio e tempo per migliorare.

Ciò che colpisce in primis è la varietà delle sezioni che formano la testata: dalle news alle recensioni, con tanto di “Disco della Settimana”, alle varie rubriche (su cui spicca “Any Given Friday”, bollettino sulle uscite indie italiane con tantissima attenzione rivolta ai nomi emergenti, a cura di Manuel Apice, a sua volta promettente cantautore) che spaziano pure su libri, cinema, video, senza tralasciare una delle più seguite, vale a dire quella dei “compleanni” di album particolarmente significativi.

E poi i “Live Report”, le tanto apprezzate Top 10 brani, la “Other Side” (vale a dire la contro-recensione in casi di dischi particolarmente divisivi), e last but not least quella che è un po’ il fiore all’occhiello, vale a dire “Brand New”, dove viene letteralmente scandagliato il panorama indie italiano ed internazionale, seguendo sin dai primi passi i più fulgidi talenti in sboccio.

Insomma, ce n’è per tutti i gusti, ogni aspetto viene trattato con passione, impegno e competenza, senza nessuno che si atteggi da “professorone”

Giunto a questo punto, oltre ai già citati Alessio Pomponi e Riccardo Cavrioli, che si “smazzano” gran parte del lavoro in redazione, mi preme citare almeno tra le tante penne interessanti da tempo in organico Antonio Paolo Zucchelli, Valentina Natale, Alessandro Tartarino, Anban, Michele Brigante Sanseverino, Giuseppe Loris Ienco, Fabrizio Siliquini, Corrado Frasca e Luca Morello (l’elenco dei nomi sarebbe davvero lungo, tenendo conto anche delle “ospitate” eccellenti di Michele Corrado e Stefano Bartolotta), ai quali più di recente si sono aggiunti nuove leve di valore tra cui Dimitra Gurduiala, Gianluca Quadri e il già citato Manuel Apice, ma la rosa dei collaboratori (che spesso, come capita in ogni rivista, web e cartacea, è soggetta a cambiamenti) attualmente in organico ne comprende anche altri che si stanno inserendo nella maniera giusta, facendo ben sperare per il futuro del sito.

Ognuno ha un proprio stile, talvolta anche molto riconoscibile, ma mi piace pensare che lavoriamo come una squadra, in maniera seria e rigorosa, intenti a perseguire il medesimo obiettivo che è quello di regalare un buon servizio a tutti i lettori.

Dopo tutto questo “papirozzo” non mi resta che lasciarvi il link al sito di Indie For Bunnies, esortandovi a farci un giretto con la giusta voglia di farsi assorbire da tanta bella musica da noi proposta.

Buon 1° compleanno Luigi Maria!

Carissimo Luigi Maria, amore, potrei ricordare minuto per minuto tutti quelli che un anno fa hanno preceduto il tuo arrivo.

Eri ormai imminente, ma in teoria, saresti dovuto nascere ai primi di marzo… eppure la mamma già due giorni prima aveva cominciato a sentirsi strana…

Quel 20 febbraio di un anno fa era domenica, appena sveglio di mattina presto mi ero accertato che lei stesse bene e poi, visto che fortunatamente era così, decisi di andare fuori con Perla, la cagnolina che avevamo adottato da una settimana soltanto.. piccola anche lei, aveva dieci mesi e giustamente richiedeva le sue attenzioni.

Mentre mi sistemavo avevo ascoltato Tropicalia di Caetano Veloso e ricordo di averla postata anche su Facebook.

Mai mi sarei immaginato che di ritorno a casa dopo qualche minuto avrei trovato la mamma.. a dirmi tutta agitata ed emozionata che… dovevamo andare in ospedale!

Arrivammo quindi nello stesso posto dove già lavorava prima del tuo arrivo, e proprio in ostetricia ginecologia, dove ora ci saremmo affidati in pratica alle sue colleghe che da subito iniziarono a seguirla nel migliore dei modi.

Ti sei preso un po’ il tuo tempo prima di venire al mondo ma la mamma è stata bravissima e così, proprio mentre stavo a fianco a lei a incitarla quasi non mi sono reso conto che eri finito tra le braccia della brava ostetrica.

Che emozione indescrivibile, infatti mi fermo qui perché non potrei mai nemmeno avvicinarmi a rendere l’idea di quello che abbiamo provato.

Ci hai regalato un anno di gioie continue, ci hai cambiato la vita, rendendola migliore e vederti crescere giorno per giorno e imparare sempre cose nuove, è una gioia immensa che ci ripaga per averti atteso così tanto.. e tu sai amore quanto ti abbiamo desiderato.

Sei un bimbo buono, simpatico, sveglio, intelligente.. sei bellissimo… anche piuttosto testardo ☺️😅 e hai un sorriso che mette tutti d’accordo! 💙

Già, sempre sorridente!

Buon primo compleanno Luigi Maria! Ti vogliamo un mondo di bene!!!! ❤️❤️❤️

Le belle collaborazioni pt.4: “Il Ciuccio sulla Maglia del Napoli”, l’interessante blog di Giulio Ceraldi

Come ho avuto modo di specificare nella mia presentazione inaugurando questo blog, le mie prime esperienze giornalistiche hanno riguardato principalmente il calcio, per cui da sempre nutro una passione che va al di là del singolo tifo (pur fortissimo) per l’Hellas Verona, gloriosa squadra della mia città.

Sono sempre stato attratto soprattutto dalle storie degli uomini e delle epopee dei grandi club appartenenti a questo sport così popolare, in grado di unire ma anche di contrapporre spesso in modo pesante così tante persone.

Ero proprio un bambino quando ho iniziato a seguire il calcio in modo “patologico” conoscendo le varie formazioni, le classifiche dalla serie A in giù, le carriere dei calciatori grazie anche all’immancabile album delle figurine “Panini”e ai vari preziosissimi almanacchi.

Ho voluto approfondire la storia di questo sport, partendo dagli albori, appassionandomi così delle vicende salienti che hanno segnato i nostri campionati (e non solo), interessandomi in particolare al Grande Torino, la squadra degli Invincibili capitanati da Valentino Mazzola purtroppo spezzata via nella tragedia di Superga.

Anche qui fondamentali si rivelarono le letture (oltre a quelle assai numerose di libri di saggistica sportiva e le biografie di vari personaggi) delle varie riviste, su tutte il glorioso “Guerin Sportivo” ma poi ricordo, quando già ero più grandicello pure il grande impatto che ebbe su di me “Calcio 2000”, fondato da uno dei maestri della materia, il grande Marino Bartoletti.

Mai avrei pensato che un giorno nemmeno troppo lontano sarei finito per apporre la mia firma su tanti articoli per quella mitica testata, io in mezzo a tanti “giganti” del giornalismo nostrano (negli anni in cui vi collaborai, ero a fianco di gente come Gianni Mura, Roberto Beccantini, Adalberto Bortolotti, Nicola Calzaretta, Gianluca Grassi e altri giovani esperti di grande talento, tra cui Alec Cordolcini con cui avrei instaurato poi un rapporto di amicizia che dura tuttora, e che va al di là della sfera calcistica).

Ero un fedele guerinetto e poi mi ritrovai in redazione nel bolognese a parlare con l’allora direttore Matteo Marani per formalizzare l’inizio della mia collaborazione.

Nei miei anni di militanza al Guerino ho scritto diversi articoli, qualche dossier sul calcio giovanile, e sono stato coinvolto anche nella realizzazione di “speciali” in occasioni di eventi quali il Mondiale, gli Europei, la Champions League, la Copa America, la Coppa d’Africa, la Coppa d’Asia insieme a validissimi colleghi.

Mi viene ancora da sorridere se penso che nel 1996 a diciannove anni partecipai a “Ok il prezzo è giusto” condotto dalla Zanicchi e fui protagonista con lei di un siparietto dove mi chiese le formazioni di varie squadre di calcio (cosa assolutamente non preparata, anche se durante il “provino” era uscita voce che fossi un grande appassionato di calcio: fu mia cugina Deborah a rivelarlo facendomi passare per un “fenomeno” perchè conoscevo tutti i giocatori delle squadre di serie C! Esiste ancora il filmato di quella puntata, io ero piuttosto impacciato ed era marcato il mio accento veneto ma almeno potevo ancora vantare una folta capigliatura!)

Fu quello certo un momento indimenticabile, ancorché assai curioso, visto che più o meno nello stesso periodo parteciparono ad altri famosi quiz dei giovani Matteo Salvini e Matteo Renzi, non ancora dei politici affermati, anzi, erano poco più che ragazzi come me.

Ok, io fortunatamente, mi vien da dire, presi altre strade (per quanto sia stato impegnato anch’io in gioventù in politica a livello locale) ma resta il fatto che pure in quell’occasione emerse con forza la mia passione per il calcio.

Ovviamente ero un avido lettore anche dei quotidiani, su tutti la “Gazzetta dello Sport”, ma ripeto il fatto che a un certo punto me ne sarei potuto occupare come giornalista lo vedevo un’ipotesi molto lontana, pur avendo frequentato con profitto anche un interessante corso di formazione a Milano avendo come docenti illustri giornalisti sportivi delle più importanti reti televisive.

I primi approcci al riguardo ci furono quando iniziai a scrivere per “Calcio Dilettante”, diretto da Andrea Nocini. Una bella esperienza, molto emozionante per certi versi, nonostante l’inevitabile ingenuità dei miei vent’anni scarsi.

Una volta terminate pure l’esperienza con il “Guerin Sportivo”, coincisa col cambio di direzione, e con il “Nuovo Calcio”, pur continuando a seguire il calcio da ogni angolazione, davvero non trovai più riviste o webzine con cui portare avanti con continuità una collaborazione, nonostante diversi avvicinamenti e alcune proposte che in un primo momento parevano interessanti o quanto meno valutabili.

In qualche modo però il mio nome all’epoca era un po’ noto e così mi capitava di intervenire in varie trasmissioni radiofoniche (o più raramente televisive) o di essere interpellato in alcuni siti specializzati, per chiedermi dei pareri su determinati fatti ed eventi di attualità, sul tal giocatore e la tal squadra o su alcuni argomenti del passato.

Ricordo a tal proposito delle belle escursioni e partecipazioni in alcune testate di Bologna, Roma, Lecce, Firenze, Napoli… spesso poi mi sono ritrovato anche come semplice spettatore a intervenire in trasmissioni dedicate alle squadre che più sento vicine, come il Torino e il Verona appunto ma proprio in quei casi non ho mai avuto la soddisfazione di collaborare o di essere invitato e non nego che la cosa mi farebbe immensamente piacere. Mai dire mai!

In compenso in questo blog ho sempre dedicato grande spazio alla mia passione per lo sport, e il calcio in particolare, curando con buona frequenza degli approfondimenti sul calcio giovanile, mio argomento principe, e in generale continuando a seguire quei talenti emergenti (italiani o stranieri) che in futuro potrebbero diventare dei campioni, pur mettendo in conto che alcuni di essi rimarranno invece giocoforza inespressi.

Al tema dedicai una rubrica sul “Guerin Sportivo” intitolata “Stelle comete nel mondo del calcio” che poi, ampliata, è diventata oggetto di un mio saggio autopubblicato con il medesimo titolo grazie alla piattaforma Youcanprint.

Ho scritto inoltre in quegli anni anche la prefazione di un libro molto bello di Francesco Vannutelli, intitolato “9” edito da “La Gru”, sempre a sfondo sportivo.

Avendo quindi mantenuto sempre un forte interesse per il calcio in generale, mi capita sovente di guardare trasmissioni anche in streaming relativi alle squadre più svariate, e spesso negli anni mi sono ritrovato a seguire canali riservati ad esempio al Napoli, una delle squadre che più mi stanno in simpatia (da tempi non sospetti, non certo solo ora che stanno dominando il campionato…).

Uno di questi in particolare fu in grado di catturare lo scorso anno la mia attenzione, soprattutto per il garbo, unito alla competenza e al tifo più genuino con il quale viene proposto: si chiamava “Il ciuccio sulla maglia del Napoli” e a condurlo era Giulio Ceraldi, il suo ideatore.

La visione di quei dibattiti, dai toni che certo potevano anche accendersi a seconda degli argomenti, ma sempre gestiti ottimamente e mantenendo uno stile riconoscibile, era sempre piacevole, così diventai poco alla volta un assiduo e appassionato sostenitore, interagendo di tanto in tanto con qualche commento.

Fu poi un’amica comune, la super tifosa Pina Libretto (molto competente sulle questioni relative al calcio Napoli e anch’essa sovente in collegamento con la trasmissione) a fare da tramite con Giulio, mettendomi di fatto in contatto con lui, fino al primo invito a intervenire nel suo programma.

Superata, non dico la diffidenza, ma comunque una sorta di normale curiosità iniziale, essendo io non solo veronese doc ma anche tifoso della squadra gialloblu (e sappiamo bene quanto siano rivali i due club per motivi che spesso, ahimè, esulano anche da contesti sportivi), si è creato subito un rapporto di stima e di fiducia reciproco, con la disponibilità mia di partecipare altre volte in trasmissione.

Giulio Ceraldi si è rivelato presto essere una persona squisita, con dei valori che condivido, e ciò ha di fatto accelerato la nascita di una vera amicizia, seppure a distanza (visto che abita in Inghilterra!) che ha permesso che, sulla base di questa, potesse avviarsi un’interessante collaborazione innanzitutto sul suo blog “Il ciuccio sulla maglia del Napoli”.

Ho curato quindi una rubrica (intitolata “New Game”) in dieci puntate scrivendo dei più interessanti prospetti del vivaio del Napoli, dalla categoria Under 15 fino alla Primavera, contando anche quei giovani professionisti da poco usciti dalle giovanili azzurre (gente come Zerbin e Gaetano, quest’anno tornati alla base dopo aver ottimamente figurato la scorsa stagione in prestito in serie B) e poi la cosa si è ripetuta allargando gli orizzonti sui migliori talenti giovanili a livello internazionale, inserendo però anche un italiano tra i più promettenti in assoluto, quel Simone Pafundi, esordiente record in serie A e in Nazionale che è cresciuto e milita nell’Udinese ma che ha origini napoletane.

La nuova edizione della rubrica è stata ribattezzata “New Game XL” e con la recente pubblicazione del nono protagonista sta anch’essa giungendo al termine, visto che mi ero prefissato di inserire nuovamente una decina di nomi.

Ormai mi sento “di casa” nelle trasmissioni di Giulio: dal 2022 sono parecchie infatti le volte in cui mi ha invitato a intervenire in diretta e, impegni permettendo, mi fa sempre molto piacere essere “della partita”, come si dice in gergo; dirò di più: è assolutamente entusiasmante condividere i bellissimi momenti che sta vivendo la squadra con i suoi ospiti abituali (che ormai ho imparato a conoscere) e con i tanti tifosi che ci seguono.

(una recente puntata della trasmissione di Giulio Ceraldi in cui sono intervenuto come opinionista)

https://ciucciomaglianapoli.com/