Top 20 Album Internazionali del 2023

Ammetto di essermi trovato un po’ in difficoltà nello stilare questa classifica dei migliori album internazionali pubblicati nel 2023, tanta è stata la varietà di proposte interessanti di assoluto mio gradimento.
In particolare per quanto riguarda le prime due posizioni, trattandosi oltretutto di due artisti che amo e seguo con passione dagli inizi delle rispettive carriere, è stato alla fine un testa a testa.
Alla fine è chiaro che non corra tanta differenza nelle mie preferenze, specie per quanto concerne i primi cinque-sei posti ma ci sono anche album fuori dalla top ten che avrebbero potuto tranquillamente figurarci.

L’articolo, per quanto riguarda le prime dieci posizioni, è stato proposto come di consueto per l’annuale consuntivo del sito Indie for Bunnies, dove collaboro con piacere da ormai un bel po’ di anni.
In questo spazio personale che è il blog Pelle e Calamaio ho voluto andare oltre, indicando fino alle ventesima posizione, aggiungendo inoltre altri dieci titoli in ordine sparso che ho trovato molto piacevoli e meritevoli quantomeno di una citazione. 

1 PJ HARVEY – I Inside the Old Year Dying

A un’artista sublime come PJ Harvey puoi concedere di prendersi tutto il tempo che vuole per dare alle stampe un nuovo capitolo della sua storia musicale, perchè sei consapevole che poi l’attesa verrà assolutamente ripagata. E che, nonostante abbia già pubblicato in passato alcuni dischi che ti porteresti nell’ipotetica isola deserta (titoli come “Let England Shake” o “To Bring You My Love”) sai benissimo che sarà in grado ancora una volta di stupirti ed emozionarti, fino anche a farti commuovere. “I Inside the Old Year Dying” è l’ennesima grande raccolta di canzoni che sanno toccare le corde più profonde dell’anima.

2 SIGUR RÓS – Átta

Sul secondo gradino del podio, in lizza fino all’ultimo per aggiudicarsi il platonico titolo di mio album dell’anno, compare “Átta” degli islandesi Sigur Rós e, a prescindere che la band di Jónsi Birgisson mi sia sempre piaciuta, non era poi così scontato visto che, prima di una lunga pausa discografica durata dieci anni, non è che avessero lasciato ai posteri un album degno dei loro migliori momenti (mi riferisco a “Kveikur” del 2013). Invece sono bastate poche note per capire che la magia, quella più pura, autentica, che seppero trasmettere in larga profusione in passato, era rimasta intatta! Questo nuovo episodio, che vede il ritorno in organico (decisivo, secondo me) di Kjartan Sveinsson ti trasporta letteralmente altrove, ti avvolge, ti culla e ti protegge, lasciando un grande senso di pace interiore.

3 THE MURDER CAPITAL – Gigi’s Recovery

So che può sembrare estremamente sciocco, ma ho fatto fatica ad ammettere quanto amassi questo disco degli irlandesi Murder Capital. Non avevo niente di personale contro di loro, però sapete a volte ci si lascia abbagliare dalle prime impressioni e, nella fattispecie, non mi era piaciuto il loro disco d’esordio, non ero riuscito a entrarci dentro. Così ero partito piuttosto diffidente nei confronti di “Gigi’s Recovery”, anche perché non riuscivo a presagire chissà quali sbocchi per la band di James McGovern. Invece è accaduto il contrario ed è venuto tutto da se’, cosicché nel modo più naturale possibile queste canzoni mi hanno letteralmente rapito, stordito e convinto dell’immenso valore del progetto. Dirò di più, sono quasi sicuro che sia proprio questo l’album che ho ascoltato di più nel 2023.

4 GAZ COOMBES – Turn the Car Around

“Turn the Car Around”, ultima fatica in ordine di tempo di Gaz Coombes, era uscito il 13 gennaio, eppure già presupponevo che sarebbe finito molto in alto nel mio personale consuntivo della stagione musicale del 2023. I nove brani che lo compongono infatti brillano di luce propria, nobilitando il concetto di pop “adulto” (se mi passate il termine), e impongono il quarantasettenne di Oxford tra i migliori cantautori della sua generazione, ormai del tutto smarcato dalla pur pregevole esperienza alla guida dei Supergrass.

5 BAR ITALIA – Tracey Denim

Il 2023 si può considerare a tutti gli effetti l’anno chiave per i bar italia, che hanno dato alle stampe addirittura due full-lenght a testimoniare un autentico stato di grazia dal punto di vista artistico. Pur avendo il più recente “The Twits” confermato la bontà della loro proposta, non discostandosi dal sound del precedente “Tracey Denim”, è con quest’ultimo, pubblicato nel mese di maggio, che i tre londinesi mi hanno conquistato. Forte di quindici brani dalla struttura apparentemente semplice ma capaci di prendere direzioni diverse ancorché sorprendenti, il disco fa emergere il gruppo in tutta la sua personalità, al di là della “comoda” etichetta post-punk.

6 NATION OF LANGUAGE – Strange Disciple

“Strange Disciple”, terzo disco in quattro anni per i Nation of Language, è uno di quei lavori in grado di entrarti sottopelle insinuandosi pian piano, fino a catturarti grazie a canzoni dotate di irresistibile fascino. Il trio di Brooklyn capitanato da Ian Richard Devaney, che i detrattori potranno facilmente bollare come passatista o derivativo, a mio modo di vedere invece riesce nell’impresa di ricreare fedelmente un immaginario legato agli anni ’80, facendolo sembrare attuale, grazie a brani intensi, vivi, pulsanti, in un’atmosfera ora briosa ora decadente.

7 THE CLIENTELE – I Am Not There Anymore

Che sia proprio questo il miglior album in assoluto dei Clientele? Vero è che il gruppo di Alasdair MacLean nel corso di un’ormai trentennale carriera hanno disseminato perle pop di gran livello, e che tra gli appassionati il precedente “Music for the Age of Miracles” gode di un forte credito, eppure “I Am Not There Anymore” a mio avviso rappresenta un ulteriore passo in avanti dal punto di vista qualitativo, grazie a una cura maniacale degli arrangiamenti, che non va però mai a intaccare la purezza delle melodie. Sono canzoni che, in definitiva, elevano il pop ai suoi piani più alti.

8 BOYGENIUS – The Record

Julien Baker, Phoebe Bridgers e Lucy Dacus, le tre magnifiche ragazze dell’indie a stelle strisce, con “The Record” hanno dimostrato, se mai ce ne fosse davvero bisogno, che come Boygenius fanno sul serio. Se ai tempi del loro emozionante esordio, infatti, il progetto poteva sembrare estemporaneo, frutto della loro sincera amicizia, dopo cinque anni ormai pare chiaro che, unendosi, sono in grado di ricreare quella magia per cui riescono a riflettere in tutto il loro talento individuale, mettendosi le une al servizio delle altre.

9 BOMBINO – Sahel

“Sahel” rappresenta il grande ritorno sulle scene di Bombino, a distanza di cinque anni dall’ultima volta. In questo album l’artista Tuareg manifesta a chiare lettere il suo pensiero, connotando ogni aspetto di quell’aura desertica da cui proprio non può prescindere. Pur in un riuscitissimo e coinvolgente mix di suoni e atmosfere, è al solito la sua straordinaria chitarra a emergere chiara nei dieci brani, tra cui va citato almeno “Tazidert” che apre le danze con un ritmo ipnotico e incalzante.

10 ALGIERS – Shook

Gli Algiers si confermano un nome da tenere assolutamente in considerazione, sfoderando nel nuovo “Shook” grande forza e compattezza, ma soprattutto una rinnovata ispirazione nel fondere istanze e stili diversi, senza mai perdere di vista l’efficacia del messaggio. Che sia mediante un sound elettronico, o più tendente al soul e al rock alternativo, con la matrice rap sempre attuale, il marchio di Franklin James Fisher e compagni è ormai del tutto riconoscibile.

11 SPARKLEHORSE – Bird Machine
12 JONATHAN WILSON – Eat the Worm
13 BLONDE REDHEAD – Sit Down for Dinner
14 DAUGHTER – Stereo Mind Game
15 MITSKI – The Land Is Inhospitable and So Are We
16 SLOWDIVE – Everything Is Alive
17 LANKUM – False Lankum
18 CAT POWER – Cat Power Sings Dylan: The 1966 Royal Albert Hall Concert (Live)
19 SQUID – O Monolith
20 BLACK PUMAS – Chronicles of a Diamond

ALTRI DIECI ALBUM MOLTO BELLI USCITI NEL 2023

ANDRÉ 3000 – New Blue Sun
ASIA MENOR – Enola Gay
BDRMM – I Don’t Know
BLEACH LAB – Lost in a Rush of Emptiness
CUT WORMS – Cut Worms
GRIAN CHATTEN – Chaos for the Fly
HELENA DELAND – Goodnight Summerland
PIA FRAUS – Evening Colours
THE MOUNTAIN GOATS – Jenny from Thebes
WILCO – Cousin

Si chiude il 2016: ecco le mie classifiche dei 10 migliori dischi internazionali e 10 migliori dischi italiani

E così siamo giunti all’epilogo del 2016,  un anno musicale alquanto funesto per quanto riguarda le dipartite da questo mondo, con illustri nomi del pop e del rock passati a miglior vita (ultimo George Michael, spentosi ad appena 53 anni).

Alcuni sul filo di lana sono riusciti a consegnarci album di pregevole fattura – che infatti trovano spazio nelle primissime posizioni della mia graduatoria – altri rimarranno comunque lassù nell’Olimpo della musica.

Per la prima volta, chi mi legge abitualmente lo sa, trovano spazio dischi di grandi “vecchi”, e ancora non sono riuscito a darmi una risposta definitiva sul fatto che abbia in qualche modo prevalso la sfera emotiva, o comunque giocato una buona parte nei miei giudizi. Fatto sta che sia Nick Cave che Leonard Cohen ad esempio fanno capolino qui… e David Bowie… beh, lui si è issato molto ma molto in alto.

A scanso di equivoci occorre precisare che di grandi album si tratta, molto significativi e intensi, nella più vasta accezione dei termini.

Poi accanto troverete anche nomi emergenti o di artisti destinati a diventare grandi. O magari no, ma che in ogni caso ci hanno lasciato dischi ben rappresentativi di questa stagione.

Troverete poi anche una top ten più specifica, dedicata alla musica italiana, che figura sempre tra i miei ascolti e da cui non posso prescindere, anche per interesse mio personale, per quanto i miei gusti siano più anglofoni.

L’ultima postilla la voglio dedicare agli assenti, alcuni dei quali so che campeggeranno in cima a liste di colleghi anche molto quotati. Dovendo ragionare da critico, ammetto che dischi come quelli di Frank Ocean, Bon Iver o della sorella d’arte Solange Knowles siano di ottima fattura, specie per quanto riguarda i suoni. In particolare mi ha colpito il lavoro della giovane astro nascente del soul, ma ritenendoli lontani dai miei gusti ho fatto prevalere il cuore, relegando i loro dischi a posizioni subalterne alla prima decina. Stesso dicasi per un album che ho pure apprezzato ma che a mio avviso è parso inferiore alle attese, alludo a quello dei Last Shadow Puppets.

Insomma, non è mai semplice fare queste liste ma è anche bello confrontarsi tra appassionati e in qualche modo mettere un punto e a capo su ciò che è appena stato.

Magari qualche ascolto ancora più approfondito farebbe lievemente modificare la mia classifica ma visto che in palio non ci sono telegatti la vado qui ora a elencare per voi…

TOP 10 WORLD

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1 – David BowieBlackstar

2 – Daughter Not To Disappear

3 – PJ HarveyThe Hope Six Demolition Project

4 – Nick Cave & The Bad SeedsSkeleton Tree

5 – Parquet CourtsHuman Performance

6 – Leonard CohenYou Want It Darker

7 – Car Seat HeadrestTeens Of Denial

8 – Angel OlsenMy Woman

9 – Ed HarcourtFurnaces

10 – RadioheadA Moon Shaped Pool

TOP 10 ITALIA

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1- MottaLa fine dei vent’anni

2- Vinicio CaposselaCanzoni della cupa

3 – Niccolò Fabi Una somma di piccole cose

4 – AfterhoursFolfiri o Folfox

5- Jack SavorettiSleep no more

6 – Gerardo BalestrieriCanzoni nascoste

7 – Daniele SilvestriAcrobati

8 – Yo Yo MundiEvidenti tracce di felicità

9 – Siberia In un sogno è la mia patria

10 – The Zen CircusLa terza guerra mondiale