Work in progress – Una nuova storia da raccontare

Alcuni mesi fa fui contattato da un caro amico, uno di quelli che magari non senti tutti i giorni e che non frequenti più abitualmente, ma con cui hai trascorso una bella fetta di vita.

Mi si è accostato con la gentilezza e l’umiltà che da sempre lo contraddistinguono, per condividere un fatto personale di cui ero già a conoscenza, ma non nei dettagli.

E’ stato toccante ed emozionante sentire le sue parole, cogliere quel desiderio di mettere nero su bianco una parte così importante del suo percorso.

Ha davvero una storia da raccontare, e mi rende orgoglioso il fatto che si sia rivolto a me per farlo, pensando che potessi tradurre al meglio quelle forti sensazioni e quei ricordi diventati per lui indelebili.

Non posso e non voglio dire di più, se non che farò del mio meglio per esserne all’altezza.

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Le belle collaborazioni pt.2: “Cantautori e cantautrici del nuovo millennio – Il Dizionario” di Michele Neri è un’opera unica nel suo genere

Uno dei progetti a cui ho preso parte di recente, e che sta avendo grande riscontri, è quello di Michele Neri, stimatissimo giornalista nonché direttore di “Vinile” (rivista con cui collaboro da anni), dedicato ai cantautori e alle cantautrici del nuovo millennio.

Si tratta di un’opera davvero unica nel suo genere, un vero Dizionario completo di tantissimi nomi di artisti emersi soprattutto da metà anni novanta fino ad arrivare ai giorni nostri, con tutte le relative discografie.

Un volume enciclopedico, in cui sono inseriti a tutt’oggi (perché l’intenzione di Neri è quello di integrare in vista di una seconda edizione con ulteriori nomi) ben 1966 biografie e 10.000 dischi.

Sì, avete letto bene: sono così tanti gli artisti di casa nostra ascrivibili ancora alla categoria dei cantautori, termine per nulla desueto, ma di certo rinnovato nella sua forma espressiva, ora più che mai contaminata e meno stereotipata.

Accanto a nomi illustri e assai noti, figurano trovando il meritato spazio tanti altri che magari gravitano distanti dal mainstream o dal successo commerciale propriamente detto, ma il cui valore è assolutamente riconosciuto, così come la qualità delle loro opere.

E’ una sorta di censimento insomma, una fotografia vivida e cangiante dello stato della musica italiana ai tempi odierni, che si nutre appunto di tante esperienze interessanti e su cui vale la pena soffermarsi.

Sono davvero grato a Michele di avermi coinvolto, dandomi fiducia e libertà di scelta su quelli che erano i tanti nomi cui attingere. Nella fattispecie mi sono occupato di 100 schede di artisti che stimo per il loro percorso, molto differenti se vogliamo per background e proposta artistica. Ma in fondo il carattere di eterogeneità, oltrepassando steccati di genere un tempo assai più codificati, è alla base di questo immane lavoro di ricerca iniziato ormai qualche anno fa e che finalmente ha visto la luce agli inizi di quest’anno.

Oltre al titolare del progetto, sono in compagnia di ottime firme del giornalismo musicale italiano e questo mi inorgoglisce ancora di più, perché ci si rende conto – anche e soprattutto in virtù dei tanti feedback arrivati sin dai primi giorni dopo la pubblicazione del libro – di aver realizzato qualcosa di importante e che di certo mancava nel frastagliato mondo editoriale di oggi.

E’ stato davvero bello, e lo è ogni volta che si rinnova questa cosa, ricevere i ringraziamenti di molti artisti coinvolti, la maggior parte dei quali magari totalmente ignari dell’esistenza di qualcosa che li avrebbe riguardati così da vicino, dando testimonianza del proprio lavoro e della propria arte.

E’ un libro che consiglio a tutti, non solo ovviamente ai più stretti appassionati, perché rappresenta veramente una fotografia realistica di come si sta muovendo la musica italiana, con i suoi più bravi e talentuosi rappresentanti.

“CANTAUTORI E CANTAUTRICI DEL NUOVO MILLENNIO – IL DIZIONARIO” lo trovate ovviamente nelle librerie ma si può acquistare anche ordinandolo direttamente dal sito della casa editrice “Iacobelli Editore”, oltre che in tutti i principali bookstore presenti online.

  • di seguito la scheda tecnica del libro:

Cantautori e cantautrici del nuovo millennio. Il dizionario, il nuovo libro di Michele Neri. Prefazioni di David Riondino, Pino Marino e Chiara Raggi.

CREDITI:

Schede: Angelo Barraco (AB), Viviana Berardi (VB), Susanna Buffa (SB), Simona Cipollone (SC); Silvia Conti (ST); Paolo Di Orazio (PDO), Andrea Direnzo (AD), Gianni Gardon (GG), Mario Giammetti (MG), Imma Iavazzo (IMA), Alessio Lega (AL), Alberto Marchetti (AM), John N. Martin (JNM), Alberto Menenti (AMT); Michela Moramarco (MM); Michele Neri (MN), Antonella Putignano (AP), Noemi Serracini (NS), Daniele Sidonio (DS), Gustavo Tagliaferri (GT), Francesco Saverio Vernice (FSV)

Discografie: Michele Neri

Supervisione alle schede: Michele Neri e Imma Iavazzo

Editing: Diego Coniglio

Impaginazione: Daniele Giorgi

Copertina: Massimiliano D’Affronto

Ufficio stampa: Chiara Giorgi

Comunicazione Social: Musica di Seta

Numero pagine: 540

Prezzo di copertina: 35€

Le belle collaborazioni: esce domani con Tv Sorrisi e Canzoni un libro sulla storia del Festival di Sanremo

Tempo di Sanremo e, al di là della volontà di seguirlo e di scriverne come fatto anche negli anni precedenti (tenendo però presente che nel frattempo gli impegni sono decisamente aumentati), mi preme condividere con voi lettori questa bellissima iniziativa legata alla kermesse rivierasca che mi riguarda da vicino.

Sarà disponibile infatti da domani in tutte le edicole “Sanremo – La storia del Festival”, volume realizzato in collaborazione con Tv Sorrisi e Canzoni e che sarà possibile acquistare assieme al popolare quotidiano al prezzo di soli 12 euro e 90 centesimi.

La preziosa opera è a cura di Francesco Coniglio e realizzata da Maurizio Becker, e tratta le 100 canzoni più iconiche della manifestazione dai suoi albori ai giorni nostri.

Io, come altri validi giornalisti del settore, mi sono occupato delle schede di alcuni di questi imperdibili titoli, da “Destinazione Paradiso” a “Vorrei incontrarti fra cent’anni”… ma non mi va di spoilerare ulteriormente: il mio invito caloroso è quello di recarvi presso la vostra edicola di fiducia e acquistarne una copia!

Ci tengo però a ringraziare ancora una volta Michele Neri, direttore di Vinile, rivista con cui collaboro ormai da qualche anno, per avermi voluto in questo progetto, dopo che già mi aveva coinvolto nella realizzazione del suo mastodontico volume dedicato ai cantautori e alle cantautrici del nuovo millennio.

Si tratta di un libro unico nel suo genere, un vero Dizionario musicale enciclopedico uscito a inizio anno, che sta raccogliendo meritati consensi e di cui avrò modo di scrivere a breve, perché la soddisfazione di averne fatto parte (contribuendo con un centinaio di schede) è davvero tanta.

Il mio primo romanzo “Verrà il tempo per noi” compie 10 anni

Sono solito occuparmi di articoli celebrativi, che si tratti di musica (soprattutto), sport o altri eventi, sarà l’effetto nostalgia – che un po’ alberga innato nell’animo umano – o il fatto che il tempo ci fa capire da prospettive diverse, come più razionali e obiettivi forse, certi giudizi o pareri affibbiati in diretta.

Sia quel che sia, capita sovente di guardarsi indietro e vedere il percorso svolto, traendo i famosi “bilanci”.

E allora mi sono detto: perchè non dedicare un ricordo, un omaggio, anche al mio primo libro pubblicato?

Ok, passerò per eccessivamente autoreferenziale, ma in fondo chi mi segue qui credo lo faccia, in primis, perchè interessato anche alle mie attività, visto che in più occasioni ho sfruttato questo spazio per condividere momenti delicati, personali, in alcuni casi intimi, penso alle fasi più critiche della mia malattia, o ad alcuni episodi salienti della mia vita.

Tra i momenti felici, che mi hanno arrecato soddisfazione e ricompensato dell’impegno profuso e di una certa dose di volontà, va annoverato anche il mio percorso come scrittore, che equivale a uno di quei sogni che facevo quando ero bambino.

Certo, il mio nome non è finito nei libri di scuola, nè sono riconosciuto a livello nazionale, ma poco importa, anche ci fosse stato un solo lettore ad avermi dato fiducia in questi anni, e apprezzato il mio lavoro e i miei libri, ne sarei grato e felice.

Poi, realisticamente, so che per fortuna, sono stati molti di più coloro che hanno voluto leggermi, e questo ha rappresentato uno sprono a continuare su questa strada, alla ricerca di nuove storie ed emozioni da condividere.

La scrittura è sempre stata una grande passione, sin da quando ero piccolo, e anche se non fossi riuscito a farne qualcosa di più di un hobby, so che sarei ricorso in ogni caso ad essa, perchè dare libero sfogo ai miei pensieri, ai sogni e alle loro suggestioni, è fonte di gioia per me, una cosa che mi fa stare bene, a cui non potrei rinunciare.

Dieci anni fa di questi tempi veniva pubblicato, dalla casa editrice “Nulla Die”, il romanzo di narrativa dal titolo “Verrà il tempo per noi”.

La copertina di “Verrà il tempo per noi”, la cui immagine è una riproduzione di mia moglie Maria Teresa Zingaro

Il mio vero esordio letterario lo devo quindi a Salvatore e Massimiliano Giordano, padre e figlio, che con grande passione, competenza e serietà, stanno mandando avanti una realtà indipendente che molto punta sulla qualità dei suoi titoli.

Sarò sempre grato a loro, e il fatto che poi abbia pubbicato altri libri con questo marchio editoriale la dice lunga sul rapporto di fiducia che si è instaurato, toccando pure generi diversi, dal romanzo del primo libro, alla silloge, dalla saggistica musicale alla biografia, con l’ultimo libro “Simon sono io”, uscito all’inizio del 2021 che tante soddisfazioni mi sta regalando.

Ma tutto ebbe inizio proprio con “Verrà il tempo per noi”, la cui genesi risaliva a molto tempo prima, visto che una bozza del testo la scrissi (rigorosamente a penna) ai tempi dell’università, quando mi ritrovavo a dividere un appartamento a Verona con gli amici Riccardo e Fabrizio.

Con loro condividevo, oltre agli studi in Scienze dell’Educazione, anche tante passioni, su tutte la musica, con l’esperienza delle prime trasmissioni radiofoniche in quel di Radio Popolare Verona, ma dubito sapessero che all’epoca, nei ritagli di tempo, mi stavo dedicando a mettere in fila emozioni e storie di un gruppo di giovani poco più che maggiorenni, come potevamo essere noi solo qualche anno prima, quando al termine del Liceo si trattava di scegliere che cosa fare della propria vita, indirizzando destini e scrivendo così inconsciamente il nostro futuro.

Avevo già iniziato da poco a collaborare con una testata locale di sport (“Calcio Dilettante”) e amavo da sempre leggere libri ma…da qui a scriverne uno ce ne passava.

Infatti, per quanto quella storia embrionale si stesse un po’ alla volta sedimentando e prendendo forma, tuttavia era destinata, almeno pensavo, a rimanere nel classico cassetto dei sogni; d’altronde che ne sapevo io del mondo dell’editoria? Come si faceva a farsi pubblicare un libro, ad avere i contatti giusti, far leggere a qualcuno la propria opera?

Tutti quesiti a cui non ero in grado di darmi risposta, e poi, si sa, la vita a volte si diverte a scombinare certi piani, ti fa crescere, maturare, fare esperienze, e puoi ritrovarti dopo i trent’anni ad essere pienamente soddisfatto in fondo, in pace con te stesso.

Come detto, però, non ho in pratica mai smesso di scrivere, così, dopo aver aperto un blog e imparato ad avere più dimestichezza con internet, entrai poco alla volta in contatto con quelli che mi piace chiamare “spiriti affini”, scoprendo un “mondo” vivacissimo, colorato, variegato, frizzante, fatto di forum letterari, siti specializzati o semplicemente luoghi virtuali dove poter scambiare opinioni su autori, libri, case editrici, tutto ciò che gira intorno alla scrittura.

Dopo essermi imbattuto in diversi “posti” simili, ne inizio a frequentare con più assiduità uno in particolare, dove riesco in poco tempo a farmi largo tra i tantissimi utenti, rispettoso di tutti, essendo l’ultimo arrivato, ma sorretto da tanta curiosità e iniziativa: divento così membro del “Writer’s Dream”, all’epoca dei fatti (se non ricordo male, mi pare tra il 2009 e il 2010) presieduto dalla giovanissima e combattiva Linda Rando, che inizierò a guardare con ammirazione per come era in grado di gestire un canale davvero affollato di gente desiderosa di saperne di più del mondo editoriale e di condividere i propri scritti, avendo oltretutto a disposizione una miriade di informazioni utili.

Alla fine sostai per un paio d’anni da quelle parti, ma come ho ripetuto specie nei primi periodi successivi alla pubblicazione di “Verrà il tempo per noi” (e come si evince da una nota nei ringraziamenti), sono sempre stato riconoscente a quel sito per aver trovato in quel momento la casa editrice che faceva per me, la “Nulla Die”, appunto.

Se mi guardo indietro, provo tanta tenerezza per il me stesso di quel periodo, ma in fondo non è che sia poi così cambiato con gli anni, nonostante ne sia passata tanta di acqua sotto i ponti… sicuramente chi mi legge in questo blog è al corrente di cosa mi sia successo nel bene e nel male da allora.

I libri pubblicati hanno finito sempre per raccontare un po’ di me stesso, anzi, sarebbe più corretto dire “molto” di me stesso, anche se nessuno di essi in pratica è autobiografico, tantomeno lo è “Verrà il tempo per noi”, che è un lungo racconto corale, un romanzo che qualcuno in maniera magari azzardata ha definito “di formazione”.

La cosa mi piace molto, perchè io sono un amante di quel filone letterario, e nel mio scritto in effetti si seguono per lunghi tratti le vicende di un gruppo di amici, tutti alle prese con dei cambiamenti e con delle scelte di vita importanti da compiere.

Ripresi in mano quella storia scritta anni prima, la rilessi con attenzione ma decisi di lasciarla così com’era: intatta nell’intreccio narrativo, magari arricchita nei dialoghi (ce ne sono tanti, manco fosse una sceneggiatura pensata per un futuro film!) ma senza sostanziali modifiche. Il momento di spedirla a qualche casa editrice che sentivo vicina alle mie corde e alla mia sensibilità era arrivato, la trepidazione da parte mia a quel punto era tangibile.

Ci fu presto dell’interesse e alla fine accettai la scommessa di “Nulla Die”, che anch’essa stava muovendo i primi passi in quel settore.

Ero preso tantissimo dal libro in quei giorni, in fondo era un sogno che si stava realizzando! Scrivendolo mi sono affezionato ai “miei” ragazzi, alle loro storie, alle loro vite… in quelle pagine, col senno di poi, ho riversato tantissimo di me, ci sono le mie passioni, certi pensieri personali disseminati tra le pieghe dei personaggi si percepiscono chiaramente, ci sono tante emozioni, e anche se ammetto sia acerbo come romanzo (d’altronde si trattava di una “prima volta” in quel campo), ne sono tutt’ora molto orgoglioso, anche per quello che è riuscito a raccogliere.

Sono arrivate inevitabilmente anche delle critiche (ma chi ne è immune in campo artistico? Risposta, nessuno, neanche i più grandi!), ma ho ricevuto soprattutto tante gratificazioni, attestati di stima, messaggi sinceri da parte di persone che lo hanno letto tutto d’un fiato, emozionandosi e riconoscendosi nelle vicende tristi, allegre, drammatiche, intense, dei vari Claudio, Ricky, Ketty, Vale, Davide, Johnny… per me questo è un risultato straordinario, il più grande che potessi ottenere, al di là dei riconoscimenti “ufficiali”.

Come vola il tempo… era fine settembre 2011 quando il libro arrivò finalmente nelle librerie, pertanto ha da poco compiuto il suo decimo compleanno!

Io con in mano la primissima copia del libro (foto del settembre 2011)

Fu l’inizio di un’avventura magnifica di cui ricordo ogni momento:dalle prime copie che mi arrivarono a casa, allo stupore degli amici, l’emozione della mia famiglia, la commozione della mia futura moglie, e poi le prime affollate presentazioni, le segnalazioni dapprima sui giornali locali, poi le recensioni, gli articoli, le nuove conoscenze.

A pensarci bene, rifarei tutto, anche perchè poi la via fu tracciata e sarebbero arrivate tante altre tappe lungo il cammino, tutte portatrici di esperienze, fatti ed eventi da tenere stretti nel cuore. E la strada continua, sempre avanti!

Grazie di cuore a tutti voi, carissimi lettori, siete un motore importantissimo per questa mia grande passione che risponde al nome di SCRITTURA!

“Simon sono io” è una storia piena di significati e io sono felice di averla raccontata

Ho parlato spesso nel blog delle mie esperienze editoriali, dalla prima pubblicazione avvenuta con “Verrà il tempo per noi” (che l’anno prossimo spegnerà dieci candeline… come vola il tempo!), all’ultima “Stelle comete nel mondo del calcio”, del 2016, per la quale mi ero affidato al self-publishing, avendo voglia di raccogliere gli articoli che avevo scritto in precedenza per una rubrica curata sul sito del Guerin Sportivo, rivista storica con la quale ho collaborato per circa sei anni.

Inutile sottolineare che per me quello di scrivere libri era uno dei sogni più grandi che avevo sin da quando ero bambino. Ed esserci riuscito, grazie alla casa editrice “Nulla die” che per prima credette in me, fu una gioia enorme, una di quelle soddisfazioni che ancora porto dentro di me.

Era il 2011 e da allora il sodalizio con la casa editrice si rinsaldò, avendo poi realizzato con loro altre tre titoli: “Pinguini di carta” nel 2012 e i due volumi (che amo definire “gemelli”, in quanto scritti insieme e solo in seguito, per scelta condivisa, usciti con due pubblicazioni diverse) “Revolution 90” (2014) e “Rock’n Words” (2015).

Come sa bene chi mi ha letto in questi anni (e non finirò mai di ringraziarvi per la stima e la fiducia), sono libri di genere differente, si va dal romanzo di narrativa più “classico”, alla silloge, al saggio “romanzato” a quello vero e proprio, col comune denominatore della musica a fare da collante, argomento che permea tutti i titoli (eccezion fatta per “Stelle comete”, una serie di ritratti di calciatori che, per svariati motivi, non sono riusciti ad esprimere appieno tutto il loro grande e riconosciuto talento).

Posso ben dire però, e i miei lettori me ne hanno dato piena conferma negli anni, sia in forma privata che pubblica (le cosiddette recensioni, che negli anni sono uscite numerose su siti, riviste e giornali), che ovunque c’è, oltre alla musica, un’altra cosa che accomuna i vari lavori usciti a mio nome, vale a dire uno “stile” di scrittura per cui, a quanto pare, è evidente che la penna sia la stessa, vi è insomma una certa uniformità.

E’ un fatto non proprio usuale se consideriamo come detto che sono tutti libri di natura diversa.

Da lì in poi, almeno come autore, mi ero fermato, un po’ perchè molto impegnato a livello professionale (proprio dal 2016 ho iniziato un nuovo lavoro come referente educativo in una Fondazione della provincia di Padova, che mi appassiona, mi impegna e inevitabilmente mi assorbe molto), un po’ perchè onestamente “aspettavo” la storia giusta, desideroso com’ero di tornare a occuparmi di narrativa.

Il momento giusto alla fine è arrivato, e con esso puntuale anche la storia. Il tutto si è verificato in maniera piuttosto casuale, o forse era destino che accadesse.

Un ritratto di Simon nella copertina del libro

Proprio dove lavoro, i miei titolari (presidente e vice presidente della Fondazione Franchin Simon Onlus di Montagnana, PD) avevano un desiderio mai realizzato ma che covava da tempo nei loro cuori, quello di scrivere un libro che parlasse di Simon, il loro unico figlio, un ragazzo speciale la cui vicenda sapevo a grandi linee.

Simon è poco più grande di me, avendo compiuto ad agosto 44 anni, e se non era stato possibile farlo per il suo quarantesimo compleanno (ma ricordo con emozione la bellissima festa organizzata in suo onore), l’occasione era tornata propizia per il ventennale della Fondazione, sorta nel 1999.

Rimasi positivamente sorpreso quando il direttore Emanuele Mercanti mi propose il progetto, chiedendomi se me la sentivo di raccogliere le testimonianze dei signori Angelo e Graziella Franchin, per qualcosa che non fosse una semplice cronaca degli eventi, ma un lavoro che scavasse più nel profondo.

Anche se ho sempre tenuto separato l’ambito lavorativo da quello extra, fatto delle mie collaborazioni giornalistiche, ovviamente erano al corrente del fatto che scrivessi e alla fine, ringraziandoli di cuore per aver pensato a me, non ho esitato molto dal rispondere in modo affermativo alla proposta.

Ricordo come fosse ieri la loro emozione, che poi divenne subito la mia, non appena iniziai a trovarmi a casa loro, riaprendo l’album dei ricordi.

Sentivo che avrei potuto contribuire alla realizzazione di questa grande idea, mettendo tutto me stesso, per veicolare questa bellissima e significativa storia anche a persone non avvezze al mondo della disabilità.

Il titolo scelto fu “Simon sono io”, proprio come se fosse lui stesso a raccontarsi ai lettori.

La scelta di affidare i pensieri di Simon alla mia penna, narrando il tutto in prima persona, mi auguro abbia reso il tutto più immediato e coinvolgente.

Il lavoro è stato lungo e meticoloso, di certo non agevolato dalla pandemia che stiamo tuttora vivendo, ma alla fine, con una bella sinergia con gli editori Salvatore e Massimiliano Giordano (di “Nulla die edizioni”, ancora al mio fianco in questa entusiasmante nuova avventura editoriale), il libro è diventato una splendida realtà, uscito proprio a ridosso delle festività natalizie.

Per il momento è possibile acquistarlo dal sito della casa editrice in questione, ma con l’anno nuovo sarà facilmente ordinabile nelle librerie e nei principali bookstore online.

http://nulladie.com/catalogo/435-gianni-gardon-simon-sono-io–9788869152917.html

“Simon sono io”, ed. Nulla die, 2020

E’ un’enorme soddisfazione vedersi tra le mani il frutto di questo lavoro, quello che definisco un lungo viaggio attraverso la vita di Simon. Ma è anche la storia dei suoi splendidi genitori che hanno lottato tanti anni contro un’ingiustizia e che non si sono mai abbattuti nemmeno quando tutto sembrava girare al contrario.

L’hanno fatto per Simon, per la verità, e tutto è stato possibile grazie alla loro unione, così importante, inscalfibile dinnanzi alle mille difficoltà incontrate lungo il cammino.

Il libro quindi è una biografia, scritta sotto forma di romanzo, ma che di “romanzato” (scusate il gioco di parole!) non ha proprio nulla, perchè qui dentro viene raccontata la pura verità dei fatti in una vicenda ricca e straordinaria, partendo da molto lontano.

Non voglio svelare oltre a quanto già fatto trapelare, ma spero con tutto il cuore che dentro queste pagine possiate sorridere ed emozionarvi. Simon ne sarebbe felicissimo e potrebbe ricambiarvi con uno dei suoi splendidi sorrisi!

Poi chi lo sa, se il virus ci darà un po’ di tregua, le occasioni di incontro non mancheranno di certo: io e Simon vi accoglieremo a braccia aperte!

Esplosione di colori in un quadro di Simon

Un commento sulla trilogia di Katherine Pancol, scrittrice ormai consolidata a livello mondiale

Al termine della trilogia di Katherine Pancol, iniziata con “Gli occhi gialli dei coccodrilli” e conclusa con “Gli scoiattoli di Central Park sono tristi al lunedì”, è difficile tracciare un giudizio omogeneo sull’autrice e sulla storia stessa.

Se per il primo libro spesi parole d’elogio per lo stile della Pancol e per la sua grande capacità narrativa e descrittiva (di eventi, di persone, di luoghi), già col secondo “Il valzer lento delle tartarughe” si notarono delle crepe, soprattutto da un punto di vista della trama, sconfinate poi con il terzo in situazioni a dir poco forzate.

E spiace perchè la storia con protagoniste molte interpreti femminili (dalla scrittrice Josephine Cortes, alle figlie, la stilista Hortense e l’adolescente Zoe, da Shirley,  l’inglese erede della Regina a Josiane) era davvero avvincente, ricca di colpi di scena e in grado sinceramente di emozionare il lettore.

Il secondo libro vira sul giallo e sul torbido e, ok, ci sta, soprattutto per il fatto che in questo modo la Pancol sgombera il campo dagli equivoci e mette in scena dei temi nuovi ma il terzo anello della catena troppe volte dà l’aria di allungare il brodo: le vicende, quasi tutte incentrate sui successi e sui dolori della lanciatissima Hortense e del talentuoso e spigoloso Gary Ward, perdono brio e mordente, perdono lo slancio in grado di catturare il lettore, inducendolo a leggere di pagina in pagina, tutto d’un fiato la storia, curioso di sapere i risvolti.

Tanta, decisamente troppa verrebbe da dire, carne al fuoco: la storia parallela di un amore segreto adolescenziale di Boisson con il grande Cary Grant, ritrovata in un diario (tra l’altro è una delle parti più delicate del romanzo), i tentativi di vendetta della vecchia Henriette, l’amore impossibile tra Josephine e Philippe (che alla fine, duole dirlo, finisce per annoiare il lettore), ma soprattutto le capacità sovrannaturali di Junior, bimbo prodigio in grado a poco più di 2 anni di studiare il latino, lanciare idee per salvare l’azienda del padre, finanche di leggere nel pensiero altrui.. beh, in quei momenti è stato davvero difficile proseguire con la lettura. Una forzatura davvero fuori luogo! Peccato, lo dico nuovamente, perchè dopo il brillante esordio, le mie aspettative erano alte, poichè per gusto personale, prediligo le storie corali, ad ampio respiro. Lo stile della Pancol appare consolidato, ricco di sfumature, personale e colorato, ma in fondo più che a colpire nel profondo non è stata la storia o le singole vicende, quanto la capacità dell’autrice di scandagliare l’animo umano, di declinarne le varie caratteristiche, di districarsi tra emozioni e paure, ansie e gioie. Un romanzo, una trilogia che sa di vita, vita vera, mi piacerebbe sottolineare, anche se in realtà  come detto alcune parentesi sono proprio fuorvianti e di realistico hanno ben poco! Rimaniamo in attesa delle prossime mosse della scrittrice franco-marocchina, la quale ora dovrà pure fare i conti con una notevole pressione.