Torna il mio programma Out of Time, giunto alla quinta edizione, in onda il giovedì dalle 17 alle 19 su www.yastaradio.com

Riprende Out Of Time, il mio programma in onda su http://www.yastaradio.com, splendida realtà diretta e ideata da quel genio dell’amico Dalse, nel quale in piena libertà, ho la possibilità di passarvi amabilmente la musica che amo, ma non solo.

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Una parte importante del nostro appuntamento radiofonico – giunto alla sua quinta edizione – riguarda infatti l’approfondimento, senza andare a discapito di quella “leggerezza” nel trattare vari temi che da sempre ci contraddistingue.

Non canzoni banali, però, quelle mai, ma piuttosto legate ad attualità, così come al passato o addirittura con un orecchio rivolto al futuro, con le scommesse sui nomi più accreditati.

E poi monografie e puntate speciali legate a particolari eventi e quant’altro.

Un po’ come è successo con l’episodio zero di questa edizione, andato in onda giovedì scorso e che potrete comodamente ascoltare in replica, da pc, smartphone o tablet che sia, già domani dalle 15 alle 17. Avrete così modo di ascoltare tante canzoni che hanno composto la griglia di “papabili” per le prestigiose Targhe Tenco, da cui sono poi scaturiti i nomi dei vincitori (ormai appannaggio di tutti), e già premiati nella giusta sede sanremese, all’Ariston la settimana scorsa (evento che mi ha coinvolto direttamente, visto che ero presente in sala, in quanto giurato della rassegna, in rappresentanza tra gli altri proprio di yastaradio)!

Non solo però Niccolò Fabi, Motta, Peppe Voltarelli, Claudia Crabuzza o Di Giacomo/Elio, vincitori rispettivamente delle Targhe per il miglior disco dell’anno,miglior esordio, miglior album di interpreti, miglior album in dialetto e miglior canzone, ma anche altri che a mio avviso si erano messi in luce, al punto da ottenere fra le altre, la mia preferenza.

Importante però rispetto a tutte le edizioni precedenti, è che la messa in onda sarà nella giornata di giovedì dalle 17 alle 19 (con replica appunto il venerdì dalle 15 alle 17).

Non mi resta che augurarvi buon ascolto, con la speranza che siate numerosi e che possiate apprezzare lo sforzo e la passione nel passarvi musica di qualità e in grado di prevaricare i confini, passando dal classic rock all’indie, dai cantautori alla canzone pop, dagli italiani alla musica estera, del passato fino ai giorni nostri.

vi aspetto!!!!

Primi bilanci sul mio ultimo libro “Stelle comete nel mondo del calcio”, disponibile sia in Ebook che in versione cartacea

Allora, cari amici del blog, è una vita che non scrivo, ma ciò non significa che non tenga a questo mio spazio. Anzi, dovendo riflettere su una questione che mi sta particolarmente a cuore, mi è venuto più che naturale farlo tramite questo personalissimo mezzo che non altrove.

Da aprile ho iniziato un nuovo lavoro, sempre nell’ambito socio-sanitario ma non più solo con mansioni di educatore-formatore ma proprio di referente educativo (tra l’altro di una struttura molto grande). Non mi era mai capitato, per dire, di possedere un telefonino aziendale e di ricevere in teoria chiamate a qualsiasi ora del giorno.

Molta più responsabilità, che se da una parte a questo punto del mio percorso lavorativo, era quello che potevo pure auspicarmi, dall’altra ha finito per ridurre sensibilmente lo spazio (vitale) che era destinato a collaborazioni, scrittura e altri progetti.

Tuttavia, da settembre, provando a cercare il giusto equilibrio tra dovere e piacere, dovrei riprendere a scrivere (almeno) di musica, mentre in merito al calcio – materia principe che mi ha portato negli anni a scrivere per testate nazionali come Il Nuovo Calcio e il Guerin Sportivo – sono piuttosto fermo.

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Eppure l’ultima mia pubblicazione ufficiale riguarda proprio un testo a sfondo sportivo, quel saggio dal titolo emblematico “Stelle comete nel mondo del calcio”, per il quale volutamente mi sono affidato al selfpublishing.

Ho spiegato in un precedente post le mie ragioni, dopo 4 libri editi da Nulla die, una piccola ma molto seria casa editrice diretta da Massimiliano e Salvatore Giordano. E vertevano sul fatto che per un libro simile, molto tecnico ma allo stesso tempo ad ampio respiro e attualissimo, avrei ambito a una pubblicazione con editori specializzati in saggistica di questo tipo. Non mi andava di uscire con una sigla che non fosse Nulla die, ma di quella portata. Nel senso che una casa editrice, media o piccola che sia, che si occupa specialmente di narrativa, ad esempio, difficilmente sarebbe andata a valorizzare un manoscritto sulle storie di quei calciatori che, pur baciati da immenso talento, non sono riusciti a far carriera.

Il mio è stato un esperimento, forte del fatto che sono sicuro che l’argomento sia tutt’altro che di nicchia – risposta al più data dai “colossi” dell’editoria (sì, proprio quelli, anche dopo aver iniziato con uno la fase di editing), interessati ma pronti a ribadirmi come in questo preciso momento storico gli unici libri di calcio ad essere venduti sono in pratica gli instant book o le autobiografie “camuffate”.

Qualche contatto nel mondo dello sport ce l’avevo, alcuni ben saldi, e insomma ho fatto da me e, lo dico sottovoce, per ora sono soddisfatto.

Ho sperimentato la doppia versione per la pubblicazione, ebook e cartaceo, per ovviare a quelle che potevano essere facili obiezioni del potenziale lettore interessato (il prezzo di copertina troppo alto!). Sono riuscito con i “tipi” di Youcanprint (banalizzo, ma in realtà ho trovato tanta passione, precisione e professionalità nelle persone con cui mi sono di volta in volta interfacciato, che molte case editrice piccole se le sognano) a concordarmi sul prezzo del cartaceo, tenendolo abbordabile, considerato il numero di pagine (meno di 13 euro) e, curioso, ho voluto provare la pubblicazione digitale, anche perchè io per primo, irriducibile nostalgico della carta stampata, di ebook sono diventato un divoratore.

In molti mi hanno chiesto se sono in previsione delle presentazioni in giro per l’Italia… ad agosto ho voluto sorvolare, ma forse in inverno qualcosa riuscirò ad organizzare,visto che dall’interesse qualcosa si sta muovendo.

Youcanprint ti dà modo di verificare quasi in tempo reale lo stato di vendita del tuo libro, non solo dal sito in questione, ma da tutte le piattaforme o librerie fisiche sparse per l’Italia e l’estero e, con un po’ di stupore, sto notando come in realtà la gente sia ancora legata o attratta dal cartaceo. Tuttavia, è con l’ebook che sto raccogliendo le maggiori soddisfazioni, col picco massimo del 7° posto raggiunto nella classifica di Amazon per la sezione Sport.

Ora le cose si sono un po’ assestate in tal senso, però siamo all’inizio e mi fa piacere che ci siano persone che mi contattano per chiedermi informazioni su come acquistarlo.

Beh, in teoria è molto semplice: si può ordinare il libro cartaceo nei principali bookstore digitali (ibs, amazon, laFeltrinelli, Mondadori e tanti altri), oltre che nelle vostre librerie di fiducia; l’ebook invece offre ancora più possibilità, a soli 3,99 di acquisto, anche leggendo l’anteprima.

Perciò, amici di PELLEeCALAMAIO, che da anni, nonostante le mie periodiche assenze, mi seguite con passione, se volete saperne di più o avete curiosità e voglia di leggermi, fatevi avanti! 🙂

Le idee in materia di saggistica sono sempre tante, ma probabilmente dopo diversi anni ormai e tre pubblicazioni, mi concederò una pausa dal genere per concentrarmi su una nuova avventura: l’idea che dovrebbe trasformarsi in un nuovo romanzo, a 5 anni di distanza dal mio esordio letterario “Verrà il tempo per noi”.

Ma in questo caso tutto è ancora prematuro, e la promessa è quella di tenervi aggiornati di più!

Un forte abbraccio!!!

(Gianni Gardon)

Finalmente è uscito il mio quinto libro “Stelle comete nel mondo del calcio”

E’ uscito da pochissimo – in pratica da due giorni –  il mio nuovo libro, il quinto, intitolato “Stelle Comete nel mondo del calcio”.

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Come avrete capito, per la prima volta mi sono cimentato in un saggio che trattasse tematiche sportive, legate al calcio nello specifico, e in un certo senso è stato un percorso naturale, visto che da tanti anni mi ritrovo a scriverne.

La mia avventura giornalistica è iniziata ormai tantissimi anni fa, all’incirca nel 1996, quando entrai in contatto con l’allora direttore del mensile “Calcio dilettante” Andrea Nocini. Per un paio d’anni vi collaborai, trattando già al tempo storie di calciatori (della mia provincia o regione, quindi Veneto, visto che vengo da Verona) che si erano affacciati ai piani alti del professionismo, per poi rientrare nei ranghi.

Pur intraprendendo altre strade professionali, tra collaborazioni con radio e in altri ambiti, soprattutto musicali, non mi sono mai staccato dall’idea di scrivere di calcio. E dopo una prima pubblicazione ufficiale con un romanzo di narrativa (“Verrà il tempo per noi”, Nulla die Edizioni), sono poi usciti altri tre miei lavori che rispecchiavano un po’ di più la mia inclinazione al raccontare, approfondire, mettere in ordine.

Ma un libro di questo tenore sul calcio non l’avevo mai realizzato, e visto che sul sito del Guerin Sportivo (storica rivista per cui scrivo a fasi alterne dal 2010) e sul magazine sportivo Il Nuovo Calcio, avevo già dedicato tanto spazio alle vicende di calciatori che per un motivo o per l’altro non erano riusciti a brillare in tutto il loro talento (rimanendo delle “Stelle comete”), ho pensato bene di ampliare quell’argomento (dal mio punto di vista affascinante e intrigante), ricavandone un manoscritto corposo.

Ho in pratica recuperato molte schede di calciatori che già erano state pubblicate nel corso della rubrica “Stelle comete”, riaggiornandole, visto che alcune le avevo scritto 3 campionati fa, e integrandole con altre del tutto inedite, anche pescando da campionati esteri o dal passato di questo sport.

Insomma, materiale ne avevo parecchio, lo stesso che periodicamente mi veniva richiesto da alcuni miei lettori affezionati della rubrica, che confidavano in una ripresa della stessa. Ho pensato in effetti che avrei potuto proporre un seguito sul sito, ma poi anche certe linee editoriali sono cambiate con la nuova direzione. In second’ordine, di fatto ho stipulato col mio editore un contratto che prevede una prelazione di Nulla die su tutte le mie opere future.

Ho un buonissimo rapporto con Salvatore Giordano, deus ex machina della casa editrice, e già un paio d’anni fa, mi diede ulteriore fiducia, pubblicando due miei volumi di saggistica musicale, nonostante in catalogo mancasse una collana dedicata alla musica.

Un azzardo che credo di essere riuscito a contenere e a giustificare, visto che con Revolution 90 e Rock’n Words sono giunti dei riscontri e diverse partecipazioni a contesti musicali nazionali.

Tuttavia, mi sono reso conto che la pubblicazione di un libro molto tecnico sul calcio, per un argomento di nicchia, sarebbe stata difficile per il mio editore che, in modo molto sincero, mi aveva profilato da subito l’eventualità che non ci fossero le condizioni per dargli uno sbocco editoriale.

Ho provato a proporlo in giro, a tre case editrici medio grande, che apprezzo e leggo molto, che si occupano di saggistica sportiva o che hanno comunque in catalogo libri a tema calcistico.

Senza far nomi, una di queste – il cui editore mi conosceva e apprezzava per ciò che scrivo di calcio – mi ha molto concretamente detto che il distributore per primo lo aveva ampiamente scoraggiato in merito a una cospicua resa economica di un libro simile, aggiungendo tra l’altro che un manuale stupendo che aveva anni prima pubblicato – e che io conservo gelosamente- non era stato acquistato nemmeno dalle famiglie dei giovani calciatori di cui si era tracciato un profilo. Questo per dire che lo ritenevano un investimento a perdere.

Stessa frase sentita da un altro editore che stimo, che da anni a quanto pare aveva sospeso le pubblicazioni di questo genere.

Ammetto – e solo pochissime persone della mia cerchia ne erano al corrente- di essere stato in stretto contatto con un editor influente di una grossa casa editrice, il quale sosteneva la mia “causa”, avendone apprezzato la tematica, ma alla fine non se n’è fatto nulla, perchè nel frattempo erano cambiate mooolte cose in seno a quel marchio.

Mi sarebbe piaciuto – come penso a tutti – alla soglia dei 40 anni e con 4 pubblicazioni ufficiali e “free” alle spalle (chi conosce il gergo editoriale sa di cosa parlo) provare l’esperienza di una pubblicazione con una big, ma realisticamente devo anche prendere atto di un mercato che sembra poco rischiare, specie in merito a temi, sì di calcio, ma magari lontani da come viene inteso oggidì.

Sono consapevole di aver fatto del mio meglio e mi spiaceva lasciare tutto nel cassetto, e allora ho voluto mettermi in gioco, optando per l’autopubblicazione, e affidandomi nella fattispecie alla piattaforma Youcanprint, che reputo la migliore in assoluto in questo campo.

Non mi sento per nulla penalizzato finora, per come abbiamo lavorato al libro, con un buon feedback da parte dei collaboratori di YCP, rispetto a una pubblicazione “normale”.

Anche perchè, e questo è facile constatarlo, in effetti da un anno a questa parte, tutti i libri usciti che trattassero di calcio (e io ne leggo tanti) sono in pratica biografie o autobiografie camuffate (che spesso non sono altro che interviste lunghe realizzate da un giornalista) del grosso nome in voga, ma che poco solleticano il palato di chi si attende di scoprire qualcosa, di trovare curiosità o di conoscere storie poco note di questo sfavillante mondo.

E poi, molto più semplicemente, il mio libro è già facilmente ordinabile nelle principali piattaforme digitali, nei più noti bookstore, tra l’altro in versione sia cartacea che in ebook (e anche questa è una novità rilevante e che mi stuzzica, visto che dei miei precedenti libri non esiste una versione digitale) e quindi se uno vuole, il modo di acquistarlo e leggerlo lo trova!

Anche il discorso della promozione è relativo e cambiato molto negli anni: a meno che non si pubblichi con Mondadori, Rizzoli, Feltrinelli, Einaudi o pochi altri nomi, essere fisicamente presenti negli scaffali delle librerie è molto difficile, a meno che non si instauri un rapporto fiduciario con alcune di esse, magari finendo in qualche grossa catena o viceversa in qualche libreria indipendente (alcuni eroi esistono e resistono ancora). Il discorso si allargherebbe giocoforza alla distribuzione, ma qui teniamo valido quanto accennato qualche riga più su in merito al parere di uno di loro sull’effettiva vendibilità di un’opera come quella che ho proposto.

Quindi, a maggior ragione, vedrò di mettermi in gioco e darmi da fare!

Se siete arrivati fino a qui significa che la cosa vi ha interessato, e tutta questa premessa non era per giustificare un mio momentaneo passaggio al selfpublishing, ma anzi è stata fatta perchè credo molto nel mio libro, nelle motivazioni che mi hanno indotto a realizzarlo e al suo significato: cioè di assegnare valore anche a molti calciatori che avrebbero potuto segnare un’epoca ma che per motivi diversi non lo hanno fatto. E’ una sorta di what if, di slinding doors – visto che racconto, anche intrecciandole, vicende di giocatori emersi nello stesso periodo e momento, in cui uno poi diventa campione e l’altro no.

Sono molti nomi, alcuni notissimi, come Adriano, Coco, Morfeo, Deisler, Van der Meyde, Meroni, Vendrame, altri sicuramente meno conosciuti e appartenenti al rango di promesse giovanili non mantenute come gli ex Palloni d’Oro Under 20 Lamptey, Adiyiah, Caio o gente le cui storie sono significative come Freddy Adu, Foquinha, Macina, Chiumiento, Montano, Mannari, o gli ex cesenati Bernacci e Comandini.

Insomma, sarebbero da citare tutti e io ho preferito soltanto dirvene una minimissima parte di tutti quelli che potete trovare raccontati in “Stelle comete nel mondo del calcio”.

Qui sotto vi lascio i link per accedere ai principali vari siti, in cui è possibile acquistarlo.

http://www.youcanprint.it/index.php?option=com_chronocontact&chronoformname=risultati_ricerca_generale&Itemid=95

http://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_noss?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=gianni+gardon+libri

http://www.ibs.it/libri/GARDON+GIANNI/libri+di+GARDON+GIANNI.html

I primi frutti di tanto lavoro: dopo il convegno a Firenze sulla musica indipendente, domenica 4 presenterò al MEI di Faenza il mio quarto libro “Rock’n Words”

Mi rendo conto che è da un bel po’ di tempo che non scrivo di “cose personali” in questo blog, utilizzandolo (tra l’altro con una frequenza molto ridotta rispetto agli anni precedenti) tutt’al più per condividere alcuni miei articoli che pubblico on line su vari siti o eventi ai quali ho partecipato. Non è stata una scelta “a tavolino” la mia: semplicemente il tempo da potervi dedicare si era come compresso nell’ultimo periodo. Il lavoro in struttura mi impegna molto, e anche le altre attività extra che nel tempo si sono – come dire – moltiplicate. Si scrive di più, insomma,anzichè no, ma lo si fa in altre circostanze, per riviste, siti, o cercando il più possibile di procedere con la realizzazione di manoscritti, i quali poi si spera potranno diventare veri e propri libri.

Nel 2015 ho in pratica raccolto un po’ i frutti, o forse sto iniziando a farlo ora, di quanto seminato nel biennio precedente. A livello letterario, quindi, sono molto impegnato con le mie due ultime, ravvicinate (oltre che correlate) pubblicazioni, entrambe di saggistica musicale: “Revolution 90” e “Rock ‘n Words”, usciti come i miei due precedenti “Verrà il tempo per noi” (romanzo di narrativa) e “Pinguini di carta” (raccolta di testi) per “Nulla die Edizioni” di Massimiliano e Salvatore Giordano. rispettivamente nel 2014 e a giugno 2015.

Ho terminato da un po’ anche un saggio sulla mia “vera” materia, il calcio, una raccolta di ritratti di atleti di questo sport (di varie epoche e nazionalità) che, per un motivo o per l’altro, non sono riusciti a mantenere le grosse aspettative che c’erano su di loro.  Ho preso spunto per questo mio nuovo lavoro da una fortunata rubrica che tenni per qualche tempo sul “Guerin Sportivo”, testata per cui collaboro, chiamata “Stelle Comete”.

Quindi, ho rimesso mano alle schede e alle minibiografie già pubblicate, eventualmente riattualizzandole, integrando il tutto con molte altre storie, cercando così di dare un quadro più esaustivo e ricco dell’argomento preso in esame. Penso di aver scritto un buon lavoro, senz’altro ricercato e di un qualche interesse almeno per gli appassionati sportivi… pertanto, la mia “attesa scrittevole” è riposta qui al momento.

Ho in cantiere poi due progetti diversi: riprendere in mano un soggetto per un nuovo romanzo (ammetto che avrei voglia di cimentarmi con una nuova storia di narrativa, sperando di mettere a frutto quel po’ di esperienza maturata nel frattempo in questi anni, e data inoltre da moltissime letture) e dedicarmi a una nuova opera di saggistica, in questo caso però legata all’attualità.

Proprio per questo mi sa che dovrei riordinare le priorità e mettermi al lavoro per raccogliere materiale in tal senso, perchè sarebbe il momento giusto: scrivere di questi artisti – che per mantenere un po’ di suspence non nominerò –  oltretutto considerando che sono persone che stimo molto e che ho avuto modo di conoscere benissimo negli anni; quindi di informazioni anche “esclusive” o comunque inedite ne avrei, proprio per conoscenza diretta. Vedremo! Il problema è il solito, il tempo! Però, solitamente quando mi ci metto, poi divento molto “vorace” di parole, e lo scrivere fluisce quasi da sè. Con 4 libri pubblicati in 4 anni e uno già terminato credo di essere stato sin troppo prolifico in fondo 🙂

Poi si fa ogni cosa con passione, si scrive perchè si ha un bisogno, un’esigenza, un’urgenza, che poi genera irrimediabilmente altra urgenza, cioè quella di comunicare ciò che hai scritto. Nel mio caso non è più una questione “narcisistica” (e se lo è stata in parte, lo è stata solo inevitabilmente all’inizio, quando è innegabile faccia un certo effetto vedere il proprio nome e cognome stampato su una copertina e il proprio lavoro in uno scaffale di una libreria), anzi, forse in questo senso non me la sono mai “goduta” fino in fondo, e quando raggiungo un risultato che mi ero prefissato, mi vien naturale pensare al prossimo step. E’ una questione caratteriale, non è che sono uno scontento cronico… sono sicuramente soddisfatto di quanto fatto finora ma sono una persona che ambisce sempre a qualcos’altro, che cerca di arrivare altrove, dove ancora non è arrivato.

Più che le vendite che, se paragonate ai bestsellers sono veramente risibili, ma in fondo lo sono ugualmente, se si considera che per arrivare a camparci bisogna proprio fare il botto o mille altre attività collaterali, a inorgoglirmi e a incitarmi a proseguire sono le occasioni di incontro con persone che ti stimano per quello che scrivi, o ancora meglio, per quello che sei. Nel mio caso mi fa molto piacere quando mi dicono che il mio stile è riconoscibile, non lo vedo assolutamente come un limite, e se ci penso è strano perchè avendo scritto un romanzo, una silloge, un saggio romanzato e un saggio con interviste e approfondimenti – quindi opere profondamente differenti –  è un fatto direi inusuale. Anche nella vita però sono così, non riesco a fare una cosa sola, perchè io per primo sono “tante cose”, abbastanza mutevole o forse più semplicemente “un curioso” per natura. Ciò mi incita a continuare, a voler sempre progredire, conoscere, sapere, per provare a migliorarsi.

Dicevo delle occasioni di incontri…  proprio lo scorso weekend, accompagnato dalla mia splendida moglie Mary (che mi asseconda seguendo la mia inclinazione, a volte faticando a starmi dietro, con tutto ciò che mi frulla per la testa e relativi progetti), sono stato a Firenze, nella splendida cornice di Villa Strozzi. L’occasione era ghiotta, una “due giorni” interamente dedicata alla musica e alla cultura indipendente della scena toscana, e fiorentina in particolare. Ero inserito in cartellone per presentare il mio “Rock ‘n Words” nel quale ho intervistato tantissimi esponenti della scena rock italiana tout court. Ho avuto modo di conoscere persone davvero influenti della musica italiana recente, membri storici di band come Litfiba, C.S.I., produttori, manager, editori, giornalisti, soprattutto tanti appassionati della musica che amo. E’ stato bellissimo stare in mezzo a loro, e poter intervenire a mia volta al convegno per presentare la mia opera. Tra le varie persone mi ha fatto immenso piacere conoscere finalmente di persona Giordano Sangiorgi, patron del MEI, bellissima manifestazione ventennale che si tiene a Faenza sul mondo della musica indipendente italiana (che ho intervistato fra gli altri proprio nel mio libro, e che in pratica mi ha messo in contatto con quelli dell’organizzazione qui a Firenze) e Bruno Casini, il primo storico manager dei Litfiba, i migliori, quelli della storica prima formazione. Bruno è stato il promotore della manifestazione fiorentina e si è mostrato una persona affabilissima, disponibile, con l’entusiasmo di un ragazzino, nonostante sia da decenni che opera in questo mondo.

E domenica 4 ottobre, quindi fra 3 giorni, avrò modo di presentare il mio libro proprio al MEI di Faenza, e per me sarà un’emozione davvero particolare. Al MEI ci sono stato in molte occasioni, era per me un po’ come andare al luna park, con tutta quella musica live, quei dischi spesso introvabili (delle etichette indipendenti, la cui rassegna è in pratica interamente dedicata), quei libri, le biografie, i saggi, i gadget, le bancarelle, i convegni, i molteplici incontri, le scoperte!

E’ vero che quest’anno avevo in mano la carta giusta e così ho provato a giocarmela dal momento in cui avevo, come detto, intervistato anche il patron Sangiorgi. Poi nel libro avevo fatto intervenire anche Federico Guglielmi, uno dei massimi critici di musica rock in Italia, lo stesso che poi,con mia grandissima soddisfazione, mi aveva coinvolto come giurato per l’assegnazione del PIMI 2015, targa speciale che va consegnata nei giorni del MEI (1-4 ottobre quest’anno) al miglior disco indipendente italiano dell’anno. Insomma, c’erano i presupposti per essere inserito nel programmone degli eventi, e così è andata. E se comunque il grande Guglielmi, impegnatissimo in simultanea con altri incontri, mi ha detto che gradirebbe intervenire sul palco per dire due parole, nel momento in cui mi è stato chiesto di indicare un nome di giornalista come possibile mio interlocutore, non c’ho pensato un attimo!

Ho subito fatto il nome di Riccardo Cavrioli, uno dei miei migliori amici, con cui in 20 anni ho condiviso un numero ormai non più quantificabile di eventi, concerti, momenti da ricordare. Una persona che non solo è di diritto tra quelle che contano nella mia vita – è stato anche fra i miei testimoni di nozze 🙂 – , ma anche un grandissimo esperto di musica, con una competenza incredibile. In pratica iniziammo insieme, in una radio locale, ma un po’ di strada evidentemente l’abbiamo fatta da allora, senza perdere di vista la nostra realtà quotidiana, senza voli pindarici, ma sempre procedendo a piccoli passi.

E quindi mi emoziona sapere che, proprio noi che per tanti anni ci ritrovavamo a girare come trottole impazzite tra i padiglioni e i gli spazi del MEI ad assistere a premiazioni, presentazioni ecc, ora saremo “dall’altra parte”: lui come giornalista a intervistare me come autore! Anche per questo, comunque vada, so già che per me “sarà un successo”, e un momento che rimarrà impresso… uno di quei motivi per cui dico che vale ancora la pena scrivere e raccontare.

Tanti progetti stanno vedendo la luce. E’ un periodo per me di grande positività e produttività

Mi rendo conto che è da un po’ che non uso questo blog a mo’ di diario. A pensarci bene forse non l’ho mai utilizzato davvero così, eccezion fatta per quando mi sono ritrovato in pessime condizioni di salute e allora diveniva quasi una valvola di sfogo condividere le paure ma soprattutto le mie speranze con i lettori.

Ultimamente però il tempo si era ridotto anche solo per aggiornarlo come si deve e, se da una parte mi fa piacere che le visualizzazioni si attestino comunque sulle mie medie, non subendo bruschi ridimensionamenti nei periodi di mia prolungata assenza, dall’altra avrei voglia di riprendere questo strumento e postare con cadenza più frequente.

Il fatto, ne parlavo proprio ieri con un mio amico, è che in questo periodo di ritrovata salute (tocco ferro ma ormai è da un anno che, con le cure giuste, non ho più avuto problemi) oltre ad aver ripreso sempre a miglior ritmo il mio lavoro principale, quello di educatore in una struttura per disabili, ho ripreso a scrivere molto e fare altro, ampliando così il numero delle mie collaborazioni.

E tra poco le cose aumenteranno ancora, per questo ho voluto fare un sunto e scriverne qui, per mettere un po’ d’ordine, promettendomi però di non abbandonare questo spazio, che in fin dei conti è mio e solo mio. Qui in teoria non devo render conto a nessuno, se non ai miei lettori, per i quali nutrirò sempre rispetto, visto che probabilmente qualcosa da me giustamente si aspettano!

Parto dal lavoro, che ormai da tanti anni svolgo, pur avendo cambiato diversi ambiti, nel settore socio-sanitario e didattico, da quando mi sono laureato nel lontano (ahimè) 2002! Ho quasi 38 anni e, nonostante gli inevitabili momenti di stanca, perchè è indubbio che lavorare sempre a stretto contatto con realtà “difficili” se da una parte ti gratifica e ti rinforza, dall’altra anche un po’ ti toglie in termini di energia, finendo per logorarti.

Dicevo, a parte la stanchezza fisiologica che può far capolino a periodi,  mi rendo conto di avere tantissime motivazioni! Amo il mio lavoro, non potrei farne a meno e cerco sempre di metterci il massimo. Lo so, è importante trovare nuovi stimoli, non fossilizzarsi, in primis proprio per senso etico nei confronti di chi dobbiamo assistere, ma anche per noi stessi, per non perdere di vista il senso del nostro operare, per non spegnersi.

Da parte mia, con tutti i difetti (e ne ho molti!) che posso avere, di certo posso affermare che sono sempre sorretto da tanto sano, genuino entusiasmo, lo stesso che mi ha aiutato notevolmente anche nei periodi di grossa difficoltà, quando sono stato a lungo in ospedale.

Riguardo alla scrittura, beh, anche lì ciò che mi muove è principalmente la passione!

Inutile negarlo: se dovesse progredire al punto di doverle giocoforza dedicarle più tempo a scapito di altro, vorrò dire che avrò preso una piega magari voluta ma certo inaspettata.

Non lo dico per falsa modestia, ma voglio essere realista. Scrivere prima di tutto mi piace, mi fa stare bene e finchè non avrò il cosiddetto “blocco dello scrittore” credo andrò avanti a buttare su carta (immagine ormai metaforica!) le mie storie.

Già, le storie! Mi piacerebbe di fatto tornare a scriverne una, ad ampio respiro, come piace a me. come era successo quando ebbi l’intuizione, tanti anni fa, di provare ad allargare l’idea che mi balenava in mente e che ruotava attorno a un gruppo di adolescenti di provincia che sognavano in grande per il loro futuro, sorretti dall’amore per la musica.

Quel sogno è diventato per me “Verrà il tempo per noi”, il mio primo romanzo, che a 4 anni dall’uscita avrò modo e occasione di presentare nuovamente in pubblico grazie all’interesse e alla disponibilità di un’Associazione Culturale lombarda, guidata da Ivano Mingotti. Grazie davvero, ci vediamo ad Arese l’8 Aprile, ormai ci siamo!

Quello per ora è rimasto un episodio isolato della mia esperienza da autore, perchè nonostante avessi quasi subito un altro soggetto di narrativa da sviluppare, un tema portante dal quale partire, un po’ gli eventi mi hanno portato altrove. Già il successivo “Pinguini di carta” era un progetto anomalo, una raccolta di miei testi poi trasformati in un reading teatrale/musicale che ho avuto modo di portare in scena con mia grande soddisfazione.

Subentrata poi la malattia, e superata, mI rendo conto che questa ha finito inconsapevolmente per “condizionare” le mie scelte future, perchè riflettendo su molte cose, ha dato il via ai miei successivi due libri.

Ho sempre amato la musica, fin da piccolo, e poi ho avuto modo di iniziare a lavorare in una radio locale all’università con il mio migliore amico Riccardo, lui sì un espertissimo delle sette note. La faccio breve ma di strada ne abbiamo fatta e ho voluto condensare (anche) quell’esperienza esaltante, di crescita umana e professionale, di formazione e di vita, in “Revolution 90”, un saggio musicale “sui generis”, più che altro si tratta di un viaggio a ritroso negli anni belli e spensierati, pieni di dubbi  e di slanci emotivi, dell’adolescenza.

I riscontri che il libro, uscito come i precedenti per “Nulla die” edizioni, sta ottenendo mi stanno un po’ spiazzando, lo ammetto! Non si parla di grossi numeri, che comunque allo stato attuale non conosco, ma del feedback di tanti appassionati  che un po’ si sono riconosciuti nelle descrizioni di un’epoca segnata da certi dischi e certe canzoni, e che hanno finito così per condividere le mie emozioni. Stanno uscendo anche diverse recensioni e segnalazioni, anche da parte di riviste nazionali di un certo “peso”, le stesse che da lettore consumavo, sfogliavo avidamente alla ricerca di qualche nome nuovo, di qualche disco da ascoltare.

La cosa che più mi fa piacere è che i vari recensori abbiano per lo più compreso il significato del mio lavoro, ciò che volevo comunicare, al di là dei giudizi sulle schede degli album che possono essere condivisibili oppure no, perchè quando compi una scelta come la mia, di inserire 101 dischi significativi di un decennio,rischi sempre di scontentare qualcuno. Ma in linea di massima appunto le critiche finora sono per lo più positive e di questo ringrazio ovviamente coloro che mi hanno dato fiducia.

Grazie ai lettori soprattutto! Tra poco con grande piacere annuncerò l’uscita del suo volume gemello:“Rock ‘n Words”, in cui ho proseguito il mio lavoro di recupero di un’epoca mitica, che io ho avuto l’opportunità di vivere in prima persona, sia come ascoltatore che, nel mio piccolo, come addetto ai lavori. Ho intervistato veramente tanti esponenti della miglior musica (rock e dintorni) italiana: non solo artisti e musicisti, ma anche autorevoli giornalisti, discografici, addetti come organizzatori di eventi, produttori e fotografi.

Non vedo l’ora che sia in libreria! Poi ho terminato un progetto che mi auguro avrà anch’esso uno sbocco editoriale, molto ambizioso. Ho tenuto per un po’ di tempo per il sito del Guerin Sportivo (storica rivista con la quale, con mia grande soddisfazione, collaboro da quasi 5 anni) una rubrica chiamata “Stelle Comete” in cui tratteggiavo ritratti di giocatori che per i motivi più svariati hanno brillato solo per poco tempo, non mantenendo appieno le promesse. Sollecitato da alcuni lettori che mi chiedevano se mai ci sarebbe stato un seguito, ho pensato bene alcuni mesi fa di “andare oltre”, integrando quelle schede, nel frattempo aggiornate, con dei testi inediti. Così facendo ne è uscito un quadro molto composito, visto che ho provato a spaziare tra le varie epoche storiche, mettendoci tutta la mia passione e anche la mia competenza.

Da diversi mesi, rimanendo in campi calcistici, ho avviato anche una rubrica con il mensile “Il Nuovo Calcio”, dove ripercorro in ogni numero la storia delle squadre che hanno rivoluzionato questo sport, spesso segnando un’epoca. Sono argomenti che adoro, che sento nelle mie corde e ringrazio davvero il direttore Ferretto per la fiducia e l’opportunità di cimentarmi da giornalista con un tema così vasto e importante.

E poi, ultimo ma non in ordine di importanza, da qualche settimana ho iniziato una collaborazione con il sito musicale di Troublezine. Da anni ci scrive (ma non solo, fa molto di più) il già citato amico Riccardo, il quale ha pensato bene un giorno di coinvolgermi in questa bella avventura. Sapeva che il mio tempo è un po’ limitato per i miei molti impegni ma il cuore mi ha spinto ad accettare al volo! Ricky non solo è un amico, è una persona speciale a cui voglio bene, con cui ho condiviso una fetta importante della mia vita e, senza esagerare, alcuni dei momenti più belli. Mi è sempre stato vicino, anche nel giorno più importante, quando mi sono sposato con la mia stupenda Mary e lui era uno dei miei testimoni di nozze! Aver l’opportunità di scrivere assieme, di collaborare al suo progetto, di parlare della musica che più amo mi ha convinto a impegnarmi anche su questo fronte. E finora ci stiamo proprio divertendo! E poi Riccardo ho voluto anche coinvolgerlo in “Revolution 90”, dove oltre a comparire in vari “amarcord”, quelle sezioni personali in cui raccontavo degli aneddoti legati ad alcuni particolari dischi, gli ho affidato pure la prefazione. Il risultato, come immaginavo, è stato molto apprezzato!

E per non farci mancare niente, tra un mese circa tornerò anche al mio primo amore, quello per la radio, visto che riprenderò i programmi a Yastaradio, grazie al mitico amico Dalse! Continuerò con la mia trasmissione “Out of Time”, dove ho piena libertà di azione ma ho in mente anche altre idee, magari di realizzare un programma a tema, vedremo!

La radio mi dà modo di esprimermi attraverso la musica che sento più mia, ma mi piace mantenere lo spirito delle “radio libere”, parlando con l’interlocutore, affrontando talvolta argomenti extramusicali, senza pretese nozionistiche ma giusto per condividere qualcosa  che reputo importante. Anche fosse “semplicemente” musica, mi piace condire i pezzi con informazioni curiose, divertenti o anche solo ripassandone la storia, l’origine.

E’ in cantiere (ma è un’idea piuttosto concreta, conoscendo la natura operativa del fondatore) il progetto da parte di una persona che conosco da relativamente poco ma che già mi ha contagiato col suo spirito, di aprire una nuova webradio. Sapendo della mia esperienza in questo campo, mi ha chiesto un “aiuto”. Ovviamente sono stato molto sincero con lui, dicendogli che, se a livello tecnico mi reputo “un cane”, parlo proprio di mixer, software ecc, come spaker, autore o organizzatore invece avrei potuto dare una mano. Quindi, prepariamoci per una nuova avventura!

A volte mi dicono che dovrei fermarmi, specie alla luce dei due anni trascorsi tra problemi di salute e quant’altro, ma è anche vero che proprio in quei momenti difficili, oltre all’innegabile, incommensurabile, amore della mia famiglia e di quella magnifica ragazza che sarebbe diventata mia moglie, è stata proprio la mia compulsività, la mia voglia di continuare a scrivere, di sentirmi in sostanza vivo ad aiutarmi a uscire da quella situazione e a riprendermi con tutta la forza possibile!

Quindi vedrò di condensare tutte queste cose belle e di cercare il giusto equilibrio per stare bene e vivere in serenità, facendo le attività che più mi piacciono. Lo devo a tante persone che mi seguono e mi vogliono bene, ma lo devo soprattutto a me stesso.

Un abbraccio forte! A prestissimo!

Gianni

Nel tratteggiare un bilancio personale dell’anno che se ne sta andando, auguro a tutti voi un buon 2015!!!

Anche quest’anno voglio congedarmi dal 2014, salutando i miei lettori e condividendo qualcosa di mio, che non siano i numeri del blog o quant’altro (per quanto piacere possano fare anche quel tipo di riscontri). Preferisco accomiatarmi e rimandarvi all’anno prossimo con qualcosa di più personale, con un resoconto che sia in qualche modo veritiero e sincero.

Innanzitutto ci tengo a ringraziare di cuore tutti coloro che da anni fedelmente mi seguono. Magari i commenti si sono un po’ diradati in questo anno rispetto al recente passato, però di contro ho notato con piacere che il numero di cosiddetti “followers” è aumentato esponenzialmente e questo credo sia frutto della semina di questi anni, della passione in quello che faccio, e perchè no?, anche della coerenza. In fondo chi ha imparato a conoscermi sa cosa può trovare qui dentro, e quindi specialmente articoli o pensieri riguardanti i miei campi di competenza, siano essi lo sport o la musica, con qualche escursione nell’attualità, e ultimamente, unita a una frequentazione del cinema che è tornata assidua come un tempo, anche delle frequenti recensioni di film, complice il mio ritorno al cineforum di Cerea, che non frequentavo da molto tempo.

Poi, ogni tanto, mi piace aggiornare il blog con qualcosa di strettamente personale, perchè in fondo questo è uno spazio libero, totalmente indipendente, e solo ed esclusivamente mio, quindi può capitare ancora che mi dilunghi in qualche incursione nella mia sfera più privata, anche se per fortuna le notizie relative alla mia salute si sono stabilizzate (perchè di fatto, grazie a Dio, questo 2014 l’ho trascorso all’insegna di un ritrovato benessere fisico dopo due anni di forti traversie!).

Il 2014 è stato indubbiamente un anno di rivoluzioni, e non lo dico solo alludendo al titolo della mia ultima fatica letteraria (“Revolution ’90”) ma proprio perchè la mia vita è totalmente cambiata in questi 12 mesi, soprattutto perchè… mi sono sposato con la mia Mary. Come saprete, il tutto si sarebbe dovuto svolgere a settembre del 2013, non fosse appunto che una malattia mi stava mettendo letteralmente alle corde, fino alla decisione inevitabile di rimandare le nozze già fissate da tempo. Tornato in salute, anche se sotto cura perenne, abbiamo finalmente ripreso coraggio e con esso, ripresa la corsa verso la nostra meta, che si è concretizzata a luglio di quest’anno. Pur sicurissimo dei miei sentimenti e di un rapporto di coppia consolidato nel tempo e, se vogliamo, cementificato dal dolore della malattia, per me si trattava di una svolta, dovendo cambiare letteralmente vita, come capita a tutti coloro che si sposano o vanno a convivere. Non ho davvero mai messo in discussione questa nostra volontà nei mesi che ci separavano dal matrimonio, ma pur conoscendo a fondo una persona, non la si smette mai di scoprire, e una convivenza in questo senso è molto diversa da una frequentazione “da fidanzati”. Mi sentivo pronto, sia anagraficamente (!), visto che ho 37 anni, sia soprattutto perchè sono sicuro di ciò che provo per la mia donna, e di essere totalmente ricambiato nell’amore da lei. Sono passati… solo??? già??? 6 mesi circa (scadranno il 5 gennaio, proprio il giorno del compleanno di Mary) e il bilancio è estremamente positivo, nonostante si debba trovare il giusto equilibrio tra le parti, tra orari di lavoro che spesso non combaciano ecc.

Di sicuro la nostra accogliente casa, fatta a nostra immagine e somiglianza, è diventata nostro rifugio sicuro!

La mia famiglia mi è sempre molto vicina, e non solo da un punto di vista meramente geografico (sono andato ad abitare a una ventina di km dal mio paese d’origine) ma soprattutto col cuore: con mia mamma, i miei due fratelli e mia sorella, ho un legame davvero forte. Insieme abbiamo superato tanti difficoltà, specie da quando (nel 2015 saranno ben 10 anni, come vola il tempo!) mio papà non fa più parte della famiglia. Siamo andati avanti e ci siamo uniti ancora di più.

A livello lavorativo, non è stato facile riprendere la mia attività di educatore formatore. Venivo da ben 7 mesi di forzato riposo nel 2013, da maggio per l’esattezza, quando venni per la prima volta ricoverato. In tutto furono alla fine ben 4 mesi di ospedale con in mezzo delle complicazioni sulla malattia che stavo curando, con conseguente necessario e improvviso intervento chirurgico, piuttosto delicato, fino alla successiva lunga degenza e il periodo di recupero. Insomma, tornai operativo al lavoro solo a gennaio del 2014, in maniera graduale perchè le precauzioni, nonostante stessi bene, erano veramente tante da parte dei molti medici che mi avevano seguito e dei miei stessi datori di lavoro. Devo dire che il difficile era abituarsi anche psicologicamente alla mia nuova condizione, una volta superata la tempesta. Posso dire, dopo un anno, che le cose veramente stanno prendendo una piega positiva, con la terapia stabilizzata, con il cortisone che, da dosaggi elevatissimi che mi avevano molto gonfiato, finalmente sta scendendo, in modo che così stia riuscendo – anche grazie a tanta ginnastica e a una dieta integrativa per compensare l’utilizzo di alcuni farmaci – a recuperare la mia piena efficienza e forma fisica. Nonostante l’estetica non sia tutto, superata la paura, ci tenevo pure a tornare gradualmente al mio aspetto e alle mie facoltà, anche se realisticamente so che qualche piccola restrizione comunque ce l’avrò, sia a livello fisico (non potrò più scalare le mie adorate montagne, ad esempio, dovendomi ora limitare a passeggiate meno impervie) che a livello alimentare. Poi i 20 anni non torneranno più, ma se per quello nemmeno i… 30 e allora meglio godersi con serenità quello che si ha e si è, e io in questo non mi lamento di certo!

La cosa più positiva comunque è, che a parte una settimana in cui sono stato leggermente influenzato, ad aprile, nei giorni vicini alla triste morte della mia cara nonna Pierina, in questo 2014 non ho mai timbrato malattia al lavoro, segno tangibile che le cose stanno virando finalmente per il verso giusto… era ora sinceramente! Certo, le precauzioni rimangono e l’attenzione alta, specie in bassa stagione, ma mi sento più forte e questa ritrovata fiducia ed energia si è trasformata in entusiasmo che ho profuso al massimo nel mio lavoro. Non che negli anni precedenti avessi perso questo aspetto della mia personalità ma sono felice di essere riuscito a trasmettere questo anche sul lavoro, perchè io ci tengo a dare sempre il massimo e volevo dimostrare che ce l’avrei fatta a tornare come prima, dando il mio apporto in ogni occasione.

Infine ho scritto molto nel 2014, e questo tratto in fondo non mi aveva mai abbandonato nemmeno nei momenti più difficili della degenza ospedaliera, anzi, all’epoca la scrittura fu di immenso sconforto tra quelle mura d’ospedale. Non vado poi molto lontano dalla realtà quando affermo che gran parte di quello che sarebbe diventato “Revolution ’90” (e che diventerà “Rock’ n Words”, visto che i due libri appartenevano in origine a un unico progetto, diviso successivamente in due parti) l’ho concepito proprio su un letto, ricoverato nei vari reparti d’ospedale che mi hanno accolto e curato. E’ stato a tutti gli effetti così, e il 2014 ha visto concretizzarsi quelle mie intuizioni. “Revolution ’90″è il mio terzo libro pubblicato, sempre per Nulla die edizioni (a proposito, durante il mio viaggio di nozze, trascorso in Sicilia, ho finalmente avuto modo in una bella giornata assolata di fine settembre di conoscere Salvatore Giordano, il “factotum” di questa bella realtà editoriale), e il progetto sicuramente più ambizioso. Tanti altri sono in cantiere, tanto che oltre a scrivere nuovi saggi, ho un’idea concreta per il nuovo romanzo di narrativa, e porterò inoltre avanti con soddisfazione le collaborazioni con due riviste nazionali: il “Guerin Sportivo” e “Il Nuovo Calcio”. Nel 2015 ufficializzerò inoltre l’avvio della mia attività di editor. Mi occuperò di servizi editoriali, in parole povere, ma presto sarà attivo un mio sito dove sarà disponibile ogni informazione al riguardo.

Non so sinceramente dove trovo tutta questa energia. A volte vorrei davvero fermarmi, riflettere un po’, anche per non disperdere quello che si è fatto o raccolto lungo la strada… godermi le piccole cose, invece finisco sempre per proiettarmi su ciò che deve ancora accadere, così rischiando di non valorizzare appieno quello che nel frattempo si è ottenuto. Ma è più forte di me, non so se il tutto possa essere tradotto con una voglia insaziabile di nuovi stimoli (io sono davvero già contentissimo di ciò che ho!); credo sia semplicemente una passione, una cosa che mi sgorga spontanea dal cuore e dall’anima, non so nemmeno se giusta o sbagliata. So solo che contribuisce a farmi stare bene, e tanto mi basta per assecondare questa mia indole.

Terminato questo lungo papiro, non mi resta davvero che salutarvi, stringendovi tutti in un virtuale, ma non per questo meno caldo, abbraccio! Tantissimi auguri di un felice anno nuovo, che il 2015 possa portarvi soprattutto serenità ma anche tanta gioia da poter condividere con le persone a cui volete bene.

Reportage di “Revolution ’90” in quel di Legnago, alla libreria Mondadori di Ferrarin

Non avevo ancora avuto modo di scrivere qualcosa anche sulla presentazione del mio libro “Revolution ’90”, svoltasi a Legnago, dalle mie parti nel veronese, il 29 novembre, due settimane dopo quella tenuta a Verona alla libreria Feltrinelli.

Mentre in città si era trattata della prima volta, a Legnago, presso la libreria Mondadori di Ferrarin, dove ci lavorano i grandi Antonio e Zeudi, facevo capolino per la terza volta, dopo le buone esperienze legati ai miei due libri precedenti: “Verrà il tempo per noi” e “Pinguini di carta”. Giocavo in casa, in un certo senso, ma ciò non toglie che l’emozione e le aspettative non fossero comunque tante, più che altro legate al fatto che mai avevo presentato il libro in occasioni così ravvicinate.

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Invece tutto è andato in scioltezza, gente ne è accorsa parecchia, alcune persone proprio non le avevo mai viste e sono venute incuriosite dal tema del libro, un saggio sulla musica italiana degli anni ’90, altre le conoscevo solo virtualmente e quindi è stata un’ottima possibilità di incontrarci dal vivo e scambiare due chiacchiere. Poi tanti amici e parenti, conoscenti, gente che non vedevo da anni e che ha fatto in modo di partecipare anche per un saluto. Subito io e Riccardo che, al solito mi presentava (era già successo in due precedenti circostanze e d’altronde quando si parla di musica, perchè non approfittare del fatto che uno dei tuoi più cari amici è pure un valente giornalista musicale?), siamo entrati in sintonia, abbiamo parlato di molti argomenti legati al libro e con esso sono emersi curiosi aneddoti, ricordi legati a quel periodo che nel saggio vado a trattare. Il dalse, che ha pure contribuito alla stesura scrivendo un ricco paragrafo, ha ripreso live l’evento per yastaradio, spazio musicale sul web dove collaboro anch’io.

io e la mia splendida Mary

io e la mia splendida Mary

Insomma, mi ha fatto piacere come sempre parlare di ciò che mi sta a cuore, lo scenario era ottimo e alla fine è stato bellissimo salutare tutta quella gente.

Con l’anno nuovo sono in attesa di rimpinguare il numero delle segnalazioni e delle recensioni del libro, visto che molte testate musicali e siti di settore me l’hanno chiesto in lettura. Incrocio le dita, io c’ho messo l’anima in questo lavoro! Sinora sono molto felice dei riscontri, tanta gente mi dice che il libro gli ha fatto tornare in mente un decennio felice, bello, non solo a livello musicale, e molti hanno riscoperto dei dischi di cui ho parlato e che ho voluto recuperare perchè a mio avviso meritevoli di non cadere nell’oblio. Spero proprio di essere riuscito in questa missione… e comunque la mia opera sulla musica italiana degli anni ’90 non è ancora terminata, perchè è in arrivo un altro mio libro sul tema: “Rock ‘n Words”.  Rimanete sintonizzati, a presto!

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Report della presentazione del mio libro “Revolution ’90” alla libreria Feltrinelli di Verona

Sabato pomeriggio per la prima volta ho presentato un mio libro al circuito Feltrinelli, precisamente a Verona. Ci tenevo che tutto andasse bene, perchè in fondo si tratta della mia città e perchè è sempre emozionante incontrare persone, poche o tante che siano, giunte apposta per sentirti, incontrarti, conoscerti, stringerti la mano. E’ stata una festa, in mezzo a diversi amici, alcuni giunti per l’occasione anche da molto lontano (Trento, Milano, dalla bassa provincia), parenti stretti (immancabili e non smetterò mai di ringraziarli per il continuo sostegno e apporto) e a facce nuove ma già conosciute e che ho accolto con particolare piacere. Con la diretta dalla webradio yastaradio, con la quale ho modo di collaborare, curata dal grande Dalse, sempre impeccabile, e presentato dall’immenso Riccardo, valente giornalista di Rockerilla e Troublezine, ma soprattutto amico e compagno di tante avventure, alcune delle quali narrate pure nel libro, tutto è filato liscio, in piena serenità e in un clima rilassato e divertito. “Revolution ’90” è stato ben introdotto dall’organizzatrice dell’evento, Silvia Franceschini, e spiegato tra il serio e il faceto da me e Ricky, abile come sempre a pungolarmi con domande molto pertinenti e interessanti. Tra noi c’è piena sintonia, ci conosciamo da ben 18 anni e abbiamo condiviso molte esperienze insieme, legate alla musica. Tra gli sguardi divertiti dei presenti, di mia moglie in primis, è stata snocciolata l’essenza di questo mio saggio “sui generis”, edito da Nulla die, che per la terza volta mi ha rinnovato fiducia, portandomi alla pubblicazione. Un libro che non è solo una raccolta di dischi significativi dell’epoca dei ’90, ma soprattutto un viaggio a ritroso nella società e cultura dell’epoca, con tanti aneddoti personali legati a determinati gruppi, artisti, dischi, canzoni, alle emozioni che hanno saputo regalarmi e che ancora, a distanza di tanti anni, mi suscitano all’ascolto. Sabato 29 novembre replicherò a Legnago, in provincia di Verona, dove davvero sarò nel mio ambiente e molto probabilmente circondato da tante persone, molte delle quali più facilitati a partecipare. Mi voglio godere queste giornate, frutto del tanto impegno speso a seguire questa mia grande passione, quella di scrivere, di comunicare. Grazie a tutti quelle persone che mi hanno dato fiducia e che, leggendomi, continuano ad alimentarmi il Sogno! 🙂

Vi lascio con alcune foto dell’evento di sabato sera in libreria a Verona

il mio libro ben esposto in Feltrinelli

il mio libro ben esposto in Feltrinelli

 

chissà che aneddoto stavo raccontando a Riccardo

chissà che aneddoto stavo raccontando a Riccardo

 

un po' di foto del pubblico accorso

un po’ di foto del pubblico accorso

 

panoramica sul pubblico

panoramica sul pubblico

Sabato 8 Novembre presentazione del mio ultimo libro “Revolution ’90” alla Feltrinelli di Verona

Sabato 8 novembre finalmente presenterò per la prima volta il mio ultimo lavoro letterario: “Revolution ’90” (edito da Nulla die), un saggio sulla musica e la società italiana degli anni ’90. Anche nelle mie precedenti uscite avevo sempre scritto con la musica al centro di tutto. In “Verrà il tempo per noi”, è  proprio la passione per le sette note e tutte le emozioni che queste possono riservarci, a guidare le gesta, le scelte e la vita stessa dei miei giovani protagonisti. La musica vista come possibilità, come miraggio, come obiettivo, come valore. In “Pinguini di carta” erano tutti testi miei, poesie alcuni li hanno definite, ma io per primo ho sempre ridimensionato il tutto, anche se in quelle parole ci credo fermamente, mi rispecchiano al 100% e il progetto poi ho voluto declinarlo ulteriormente, coinvolgendo degli amici ma soprattutto persone a vario titolo accomunate dalla forte tensione verso le forme artistiche. Così, assieme al pianista e maestro di musica Martino Fedini, all’attrice e performer Cristiana Dalla Fina e al grandissimo attore e regista dialettale veneto Terenzio Mirandola, è nato un reading teatrale musicale, interamente da me scritto ma interpretato sul palco assieme a loro, in una bella commistione di generi. Una cosa fatta e vissuta in maniera molto artigianale, anche ingenua, se vogliamo, dove mi sono messo alla prova, mi sono buttato. Poi in un momento particolare della mia vita, alle prese con una lunga malattia e il conseguente ricovero ospedaliero durato mesi e mesi, girando per gli ospedali di Verona e provincia, è nata l’idea di un’opera interamente legata agli aspetti musicali. Da tempo covavo l’idea di scrivere una sorta di saggio sulla musica rock italiana del decennio dei ’90, un’epoca che ho interamente attraversato nella mia fase cruciale, che dall’adolescenza mi ha portato alla vita adulta, dal Liceo all’Università. Un periodo in cui, partendo molto dal basso e per la pura gioia di farlo, ho pure conosciuto meglio quella fetta di mondo, con le prime esperienze radiofoniche e le tante serate al seguito di gruppi più o meno noti, con i quali avrei poi  in alcuni casi avuto occasione di fraternizzare, anche grazie all’importante e decisiva mediazione di Riccardo Cavrioli, già mio fraterno amico tra i banchi universitari ma in special modo persona con cui ho potuto finalmente sviluppare le mie istanze più profonde legate a un certo modo unico di vivere la musica, le canzoni.

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Poi però sul letto d’ospedale qualcosa è cambiato, e la narrazione convulsa, l’analisi dettagliata di tanti dischi – anche dimenticati e quindi riesumati nella mia memoria – si sono fatte raggiungere e poi sopraffare da qualcos’altro di più profondo, di più personale, qualcosa legato alla sfera cosiddetta “affettiva”. Nei momenti difficili mi è venuto di ulteriore conforto, oltre a quello ineguagliabile dettato dall’amore dei miei cari, il ricordo di certe atmosfere, vicende legate a quegli anni, quei dischi, quelle canzoni, quelle facce. Così “Revolution ’90”, che in un primo momento doveva affiancare a una parte prettamente tecnica, saggistica anche tutta una serie di interviste ad esterni, di interventi di persone addette ai lavori, pure molto noti, è divenuto il libro che ora molti di voi già, con mia somma gioia e soddisfazione, tenete tra le mani. Un libro vero, sincero, autentico, dentro il quale ho riversato tantissimo di me e della mia esperienza. La parte relativa ai prestigiosi contributi esterni è stata solo relativamente accantonata per confluire in un progetto nuovo, del quale ho già inviato la bozza al mio editore. Tempo permettendo dovrebbe uscire entro l’anno e farebbe da completamento al saggio. Saggio che appunto già in diverse persone, nemmeno tanto erroneamente, hanno definito romanzo musicale, o saggio romanzato, proprio perchè è facile trovare riferimenti a una sfera più intima, senza – questo mi sento di dirlo – andare a inficiare l’essenza di un libro di questo genere, e cioè l’attendibilità delle fonti, dei numeri, dei titoli e delle citazioni. Sono però scelte che spaziano, non solo il rock e affini che ascoltavo in prevalenza e che sentivo più mio, ma anche tanti artisti anche commerciali che hanno in qualche modo segnato la mia crescita in quegli anni, quando la musica italiana era davvero competitiva su più fronti. In “Revolution ’90” ho voluto raccontare come ho vissuto io, che all’epoca avevo tra i 14 e i 22 anni, tanti cambiamenti in atto nella nostra società, nel nostro costume, attraverso l’inclusione di determinati dischi. Sarà un immenso piacere per me poter condividere tutto questo con gli spettatori presenti in sala. Poi il 29 replicherò alla libreria Giunti di Legnago, che mi ha già ospitato anche in occasione delle presentazioni dei miei libri precedenti, un luogo dove torno sempre con grande piacere. In entrambe queste presentazioni novembrine, a farmi da relatore sarà il già nominato Riccardo che nel frattempo è divenuto non solo uno tra i più validi giornalisti musicali di settore (collabora stabilmente con uno storico mensile, Rockerilla, ed è una delle colonne del sito Troublezine) ma anche mio recente testimone di nozze! Inoltre sarà possibile, per chi abitasse lontano, seguire la diretta dei due eventi, grazie alla partecipazione del mitico Dalse, l’uomo che ormai quasi 8 anni fa ha dato vita a quella splendida realtà indipendente che risponde al nome di yastaradio.com.

Splendida data veronese dei Marlene Kuntz per il tour celebrativo di “Catartica” e la presentazione di “Pansonica”

Ieri sera, assieme a un nutrito gruppo di amici di vecchia data, ho assistito alla data veronese del tour celebrativo dei Marlene Kuntz. Celebrativo perché si festeggiavano i 20 anni dal loro esordio discografico ufficiale, contrassegnato dall’epocale “Catartica”, qui omaggiato appieno, e rivisitato in ogni sua traccia. Quest’anno hanno dato alle stampe un nuovo album molto distante dalle loro recenti aperture alla musica d’autore italiana, tornando indietro nel tempo. Infatti “Pansonica” poco o nulla ha a che spartire con gli album della “svolta” del gruppo di Cuneo, risalendo nei suoi brani proprio alla genesi di “Catartica”. Non scarti dell’epoca – sarebbe ingeneroso affermarlo – ma piuttosto delle b-sides nello spirito. Già su disco avevano dimostrato in qualche modo di competere con le “elette”, quelle tracce immortalate poi nel primo fortunato album, ma a maggior ragione, eseguite dal vivo, nel contesto di un recupero delle atmosfere primordiali della band, si sono caratterizzate per la medesima intensità, per il notevole impatto e, non secondario, per la potenza delle parole. Mi ha sempre colpito del gruppo di Godano la capacità di “fare rumore”, senza disdegnare testi che spesse volte assomigliavano a veri testamenti intrisi di poesia. Così è stato ieri, con il pubblico – assai numeroso e partecipe –  avvolto in una rassicurante viaggio a ritroso nel tempo, nel pieno degli anni ’90, con unica concessione nel finale a quella “Musa”, inserita nell’insolito (per il loro repertorio) “Uno”. Da tempo, da una decina d’anni, forse di più, i Marlene Kuntz stanno battendo strade nuove, senza perdere comunque la loro attitudine e il loro spirito. Puntualizzato questo aspetto, è innegabile come, a risentirle tutte assieme, una dietro l’altra (e inframmezzate dai pezzi di “Pansonica” che, come detto, si legano ad esse come un continuum temporale), le canzoni di “Catartica” non abbiano smarrito un grammo del loro fascino e della loro carica. E poi, loro, i “ragazzi”: davvero a loro agio sul palco, a riappropriarsi della loro storia, più che a autocelebrarsi. Un’operazione che, lungi dall’essere meramente commerciale, o inserita in un momento storico di “stanchezza creativa”, mi ha convinto del tutto, specie dopo aver visto la piena sintonia tra band e affezionati sostenitori. Un tributo doveroso, con la consapevolezza di aver indicato all’epoca una strada credibile e autorevole, proiettata verso la piena affermazione di un certo tipo di rock alternativo che potesse avere una sua valenza anche in un territorio piuttosto ostico come il panorama musicale italiano.

Menzione speciale per le celebri cavalcate “Festa Mesta” e “Sonica” (probabilmente le più attese del pubblico, che si è scatenato letteralmente al loro incedere) e per il manifesto “Nuotando nell’aria”, prototipo valido per chiunque volesse cimentarsi nello scrivere una vera ballata rock con tutti i crismi, una delle perle più splendenti dell’intera produzione italiana degli anni ’90 (e non solo!). E poi ho trovato impeccabile la versione di “Trasudamerica”(per inciso, da sempre, una delle mie preferite del gruppo piemontese) e assolutamente trascinante, nella sua imperiosa melodia, “Canzone di domani”. Forse la sola “Lieve” (che adoro, specie nella loro primigenia versione, più che in quella passata alla storia grazie ai padrini C.S.I.) mi è parsa leggermente sottotono, ma questo è solo un punto di vista condiviso al più con il mio amico Riccardo, anche lui per il resto assolutamente soddisfatto dello spettacolo a cui abbiamo assistito. Tra le canzoni di “Pansonica” già su disco mi avevano colpito in particolare “Parti” e “Capello lungo”, e dopo averle sentite dal vivo, confermo la mia idea che non avrebbero assolutamente sfigurato in “Catartica”. Già, quella “Capello lungo” che ebbi modo di ascoltare molto tempo prima dell’inclusione in “Pansonica”, perché ne esiste una versione “lo-fi” su you tube, tratto da uno dei primi demo dei Marlene, quando ancora alla voce vi era Alex Astegiano, ora affermato fotografo e al seguito del gruppo, di cui è rimasto in strettissimi rapporti. Dopo il concerto, nonostante ci fosse davvero un sacco di gente accorsa per vederli, anch’io sono riuscito a scambiare piacevolmente due parole con il leader Cristiano Godano, autentica icona del rock italiano, che anche a vederlo in abiti “normali”, non in scena diciamo così, emana ugualmente fascino e carisma. Gli ho fatto i miei più sinceri complimenti e ho avuto anche modo di dirgli che ho omaggiato lui e il suo gruppo nel mio recente saggio “Revolution ‘90”, incentrato proprio sulla musica italiana degli anni’90. Lui mi ha salutato, a sua volta, con un sincero ’”in bocca al lupo” per il libro e la cosa mi ha fatto molto piacere; d’altronde non ho remore a definire i Marlene Kuntz come uno tra i 3 gruppi che maggiormente hanno segnato il mio immaginario dell’epoca (ma non credo di sbagliarmi se dico che la cosa ha riguardato la stragrande maggioranza del pubblico giunto ieri a Verona). Peccato non essere riuscito a salutare Alex che tempo fa mi rilasciò un’interessante intervista, già pubblicata nel mio blog e che includerò pure in un mio libro di prossima uscita: “Rock ‘n Words”. Mi auguro comunque ci saranno altre occasioni, perché questo tour vale davvero il prezzo del biglietto e non è detto che non mi conceda un’altra data qui nelle vicinanze.