Come ho avuto modo di specificare nella mia presentazione inaugurando questo blog, le mie prime esperienze giornalistiche hanno riguardato principalmente il calcio, per cui da sempre nutro una passione che va al di là del singolo tifo (pur fortissimo) per l’Hellas Verona, gloriosa squadra della mia città.
Sono sempre stato attratto soprattutto dalle storie degli uomini e delle epopee dei grandi club appartenenti a questo sport così popolare, in grado di unire ma anche di contrapporre spesso in modo pesante così tante persone.
Ero proprio un bambino quando ho iniziato a seguire il calcio in modo “patologico” conoscendo le varie formazioni, le classifiche dalla serie A in giù, le carriere dei calciatori grazie anche all’immancabile album delle figurine “Panini”e ai vari preziosissimi almanacchi.
Ho voluto approfondire la storia di questo sport, partendo dagli albori, appassionandomi così delle vicende salienti che hanno segnato i nostri campionati (e non solo), interessandomi in particolare al Grande Torino, la squadra degli Invincibili capitanati da Valentino Mazzola purtroppo spezzata via nella tragedia di Superga.
Anche qui fondamentali si rivelarono le letture (oltre a quelle assai numerose di libri di saggistica sportiva e le biografie di vari personaggi) delle varie riviste, su tutte il glorioso “Guerin Sportivo” ma poi ricordo, quando già ero più grandicello pure il grande impatto che ebbe su di me “Calcio 2000”, fondato da uno dei maestri della materia, il grande Marino Bartoletti.
Mai avrei pensato che un giorno nemmeno troppo lontano sarei finito per apporre la mia firma su tanti articoli per quella mitica testata, io in mezzo a tanti “giganti” del giornalismo nostrano (negli anni in cui vi collaborai, ero a fianco di gente come Gianni Mura, Roberto Beccantini, Adalberto Bortolotti, Nicola Calzaretta, Gianluca Grassi e altri giovani esperti di grande talento, tra cui Alec Cordolcini con cui avrei instaurato poi un rapporto di amicizia che dura tuttora, e che va al di là della sfera calcistica).
Ero un fedele guerinetto e poi mi ritrovai in redazione nel bolognese a parlare con l’allora direttore Matteo Marani per formalizzare l’inizio della mia collaborazione.
Nei miei anni di militanza al Guerino ho scritto diversi articoli, qualche dossier sul calcio giovanile, e sono stato coinvolto anche nella realizzazione di “speciali” in occasioni di eventi quali il Mondiale, gli Europei, la Champions League, la Copa America, la Coppa d’Africa, la Coppa d’Asia insieme a validissimi colleghi.
Mi viene ancora da sorridere se penso che nel 1996 a diciannove anni partecipai a “Ok il prezzo è giusto” condotto dalla Zanicchi e fui protagonista con lei di un siparietto dove mi chiese le formazioni di varie squadre di calcio (cosa assolutamente non preparata, anche se durante il “provino” era uscita voce che fossi un grande appassionato di calcio: fu mia cugina Deborah a rivelarlo facendomi passare per un “fenomeno” perchè conoscevo tutti i giocatori delle squadre di serie C! Esiste ancora il filmato di quella puntata, io ero piuttosto impacciato ed era marcato il mio accento veneto ma almeno potevo ancora vantare una folta capigliatura!)
Fu quello certo un momento indimenticabile, ancorché assai curioso, visto che più o meno nello stesso periodo parteciparono ad altri famosi quiz dei giovani Matteo Salvini e Matteo Renzi, non ancora dei politici affermati, anzi, erano poco più che ragazzi come me.
Ok, io fortunatamente, mi vien da dire, presi altre strade (per quanto sia stato impegnato anch’io in gioventù in politica a livello locale) ma resta il fatto che pure in quell’occasione emerse con forza la mia passione per il calcio.
Ovviamente ero un avido lettore anche dei quotidiani, su tutti la “Gazzetta dello Sport”, ma ripeto il fatto che a un certo punto me ne sarei potuto occupare come giornalista lo vedevo un’ipotesi molto lontana, pur avendo frequentato con profitto anche un interessante corso di formazione a Milano avendo come docenti illustri giornalisti sportivi delle più importanti reti televisive.
I primi approcci al riguardo ci furono quando iniziai a scrivere per “Calcio Dilettante”, diretto da Andrea Nocini. Una bella esperienza, molto emozionante per certi versi, nonostante l’inevitabile ingenuità dei miei vent’anni scarsi.
Una volta terminate pure l’esperienza con il “Guerin Sportivo”, coincisa col cambio di direzione, e con il “Nuovo Calcio”, pur continuando a seguire il calcio da ogni angolazione, davvero non trovai più riviste o webzine con cui portare avanti con continuità una collaborazione, nonostante diversi avvicinamenti e alcune proposte che in un primo momento parevano interessanti o quanto meno valutabili.
In qualche modo però il mio nome all’epoca era un po’ noto e così mi capitava di intervenire in varie trasmissioni radiofoniche (o più raramente televisive) o di essere interpellato in alcuni siti specializzati, per chiedermi dei pareri su determinati fatti ed eventi di attualità, sul tal giocatore e la tal squadra o su alcuni argomenti del passato.
Ricordo a tal proposito delle belle escursioni e partecipazioni in alcune testate di Bologna, Roma, Lecce, Firenze, Napoli… spesso poi mi sono ritrovato anche come semplice spettatore a intervenire in trasmissioni dedicate alle squadre che più sento vicine, come il Torino e il Verona appunto ma proprio in quei casi non ho mai avuto la soddisfazione di collaborare o di essere invitato e non nego che la cosa mi farebbe immensamente piacere. Mai dire mai!
In compenso in questo blog ho sempre dedicato grande spazio alla mia passione per lo sport, e il calcio in particolare, curando con buona frequenza degli approfondimenti sul calcio giovanile, mio argomento principe, e in generale continuando a seguire quei talenti emergenti (italiani o stranieri) che in futuro potrebbero diventare dei campioni, pur mettendo in conto che alcuni di essi rimarranno invece giocoforza inespressi.
Al tema dedicai una rubrica sul “Guerin Sportivo” intitolata “Stelle comete nel mondo del calcio” che poi, ampliata, è diventata oggetto di un mio saggio autopubblicato con il medesimo titolo grazie alla piattaforma Youcanprint.
Ho scritto inoltre in quegli anni anche la prefazione di un libro molto bello di Francesco Vannutelli, intitolato “9” edito da “La Gru”, sempre a sfondo sportivo.
Avendo quindi mantenuto sempre un forte interesse per il calcio in generale, mi capita sovente di guardare trasmissioni anche in streaming relativi alle squadre più svariate, e spesso negli anni mi sono ritrovato a seguire canali riservati ad esempio al Napoli, una delle squadre che più mi stanno in simpatia (da tempi non sospetti, non certo solo ora che stanno dominando il campionato…).
Uno di questi in particolare fu in grado di catturare lo scorso anno la mia attenzione, soprattutto per il garbo, unito alla competenza e al tifo più genuino con il quale viene proposto: si chiamava “Il ciuccio sulla maglia del Napoli” e a condurlo era Giulio Ceraldi, il suo ideatore.
La visione di quei dibattiti, dai toni che certo potevano anche accendersi a seconda degli argomenti, ma sempre gestiti ottimamente e mantenendo uno stile riconoscibile, era sempre piacevole, così diventai poco alla volta un assiduo e appassionato sostenitore, interagendo di tanto in tanto con qualche commento.
Fu poi un’amica comune, la super tifosa Pina Libretto (molto competente sulle questioni relative al calcio Napoli e anch’essa sovente in collegamento con la trasmissione) a fare da tramite con Giulio, mettendomi di fatto in contatto con lui, fino al primo invito a intervenire nel suo programma.
Superata, non dico la diffidenza, ma comunque una sorta di normale curiosità iniziale, essendo io non solo veronese doc ma anche tifoso della squadra gialloblu (e sappiamo bene quanto siano rivali i due club per motivi che spesso, ahimè, esulano anche da contesti sportivi), si è creato subito un rapporto di stima e di fiducia reciproco, con la disponibilità mia di partecipare altre volte in trasmissione.
Giulio Ceraldi si è rivelato presto essere una persona squisita, con dei valori che condivido, e ciò ha di fatto accelerato la nascita di una vera amicizia, seppure a distanza (visto che abita in Inghilterra!) che ha permesso che, sulla base di questa, potesse avviarsi un’interessante collaborazione innanzitutto sul suo blog “Il ciuccio sulla maglia del Napoli”.
Ho curato quindi una rubrica (intitolata “New Game”) in dieci puntate scrivendo dei più interessanti prospetti del vivaio del Napoli, dalla categoria Under 15 fino alla Primavera, contando anche quei giovani professionisti da poco usciti dalle giovanili azzurre (gente come Zerbin e Gaetano, quest’anno tornati alla base dopo aver ottimamente figurato la scorsa stagione in prestito in serie B) e poi la cosa si è ripetuta allargando gli orizzonti sui migliori talenti giovanili a livello internazionale, inserendo però anche un italiano tra i più promettenti in assoluto, quel Simone Pafundi, esordiente record in serie A e in Nazionale che è cresciuto e milita nell’Udinese ma che ha origini napoletane.
La nuova edizione della rubrica è stata ribattezzata “New Game XL” e con la recente pubblicazione del nono protagonista sta anch’essa giungendo al termine, visto che mi ero prefissato di inserire nuovamente una decina di nomi.
Ormai mi sento “di casa” nelle trasmissioni di Giulio: dal 2022 sono parecchie infatti le volte in cui mi ha invitato a intervenire in diretta e, impegni permettendo, mi fa sempre molto piacere essere “della partita”, come si dice in gergo; dirò di più: è assolutamente entusiasmante condividere i bellissimi momenti che sta vivendo la squadra con i suoi ospiti abituali (che ormai ho imparato a conoscere) e con i tanti tifosi che ci seguono.