Le prime indicazioni del campionato dopo 2 giornate: Juve favorita ma le rivali sono partite bene. Squadra per squadra ecco un primissimo bilancio della nuova serie A

Il campionato di Serie A è ripartito e siamo di nuovo fermi per la sosta della Nazionale (mai come in questo caso però mi vien da dire che sia per molte squadre “salvifica”, visto che il calciomercato deve ancora concludersi e sono evidenti l’incompletezza e l’incompiutezza di alcune rose). Poi la gara che ci aspetta in chiave azzurra è davvero di quelle da non fallire, contro la Spagna, nostra diretta avversaria nel girone di qualificazione per i Mondiali 2018.

Tuttavia, pur frammentario, volubile e francamente azzardato, mi viene naturale porre l’attenzione su alcuni aspetti emersi in queste prime due giornate di campionato e trarne un “bilancino”, con tutti i se e tutti i ma…

  • ATALANTA (pt 0) lo score pare piuttosto ingannevole. Alla stregua di una matricola assoluta, ai bergamaschi sono toccate in sorte nelle prime giornate due big riconosciute del torneo (Roma e Napoli) e il sacco è ancora vuoto di punti. L’anno scorso la partenza fu simile ma è sinceramente poco plausibile pronosticare una stagione da rivelazione. La sosta arriva giusta per “riabilitare” l’esterno Spinazzola, che già si vedeva bianconero. Ceduti tanti talenti, come scontato che accadesse, non lo è altrettanto che i sostituti siano all’altezza nonostante la bravura di tecnico e società.
  • BENEVENTO (pt 0) tanto entusiasmo, la voglia di giocarsela a viso aperto ma anche l’impatto difficile con la nuova realtà che finora ha portato due sconfitte in altrettante gare. Sarà un campionato di sofferenza in cui gli elementi di maggior tasso tecnico dovranno incidere al meglio per garantire almeno la lotta per la permanenza. Poi esistono i “casi Crotone”, quindi mai partire perdenti in partenza.
  • BOLOGNA (pt 4) partono benissimo i felsinei, ai quali è chiesta una stagione senza patemi (come successo l’anno scorso, d’altronde) ma magari condita da prestazioni qualitativamente migliori. La sensazione è che Destro sia più in forma e “cattivo”rispetto al recente passato, che Di Francesco possa rivelarsi appieno,  e che Verdi,  lontano dagli infortuni che spesso lo hanno sin qui attanagliato, possa diventare un crack. Tante incognite ma anche solide realtà.
  • CAGLIARI (pt 0) calendario proibitivo che sin qui non ha lasciato ai sardi nemmeno un punticino. Eppure contro il Milan si sono intravisti segnali di crescita importanti. C’è da confidare che arrivi un acquisto last minute di un certo peso, in grado di rimpiazzare Borriello, altrimenti l’attacco rimarrebbe deboluccio. E per una squadra come quella di Rastelli che crea tanto gioco è deleterio anche solo ipotizzarlo.
  • CHIEVO (pt 3) l’impressione è che i veronesi abbiano mezzi sufficienti per conseguire l’ennesima salvezza. A colpire finora è stato un gioco sorprendentemente più fluido e arioso. Inglese da’ ampie garanzie, il suo sparring partner Pucciarelli si è sbloccato ma urgono rincalzi adeguati, in attesa del rientro di Meggiorini dopo il lungo stop. Difesa e centrocampo viaggiano a occhi chiusi.
  • CROTONE (pt 1) occorre un altro miracolo, forse anche più grande della prodigiosa salvezza di qualche mese fa. Nicola è un ottimo tecnico che sa il fatto suo ma l’organico è palesemente indebolito dopo gli addii di gente come Falcinelli, Ferrari, Crisetig e Capezzi. Il furore è lo stesso della stagione scorsa, mancano gli interpreti.
  • FIORENTINA (pt 0) ovviamente è prestissimo per parlare di flop ma la squadra viola era attesa al varco, dopo la rivoluzione dell’estate che ha portato via in un colpo solo gente del calibro di Valero, Vecino, Bernardeschi e per ultimo Kalinic, senza contare i mancati rinnovi di simboli come Rodriguez. Un nuovo corso affidato a una guida tecnica nuova, Pioli, anch’egli desideroso di rilanciarsi. Non bisogna fare drammi, l’organico è intrigante con i suoi tanti prospetti di qualità, specie da metà campo in su. Ma occorre trovare equilibrio e un assetto tattico convincente. Soprattutto ci vuole tempo per fare integrare i volti nuovi.
  • GENOA (pt 1) aria di cambiamenti in casa Genoa, con voci di cambio di mano al vertice. Banale scriverlo, ma questa incertezza si è manifestata sul mercato, con acquisti validi per garantire una permanenza in A che è obiettivo minimo ma non al punto da ambire a qualcosa di più. Specie in attacco i dubbi sono molti, nonostante il buon impatto di Galabinov. Lapadula sotto la Lanterna potrebbe rigenerarsi ma è un attaccante che rende al massimo quando la squadra lo supporta.
  • INTER (pt 6) Spalletti doveva rappresentare l’acquisto più importante per i nerazzurri e dalle prime uscite sembra che il valore aggiunto in effetti possa essere lui. Icardi già in palla, Perisic a tratti devastante e finalmente una mediana di qualità, indispensabile se si vuole competere ad alti livelli. Chissà se il tecnico varerà la difesa a 3, dovesse arrivare Mustafi e considerando l’ottimo impatto di Skriniar. Questo potrebbe consentire anche l’impiego simultaneo di Cancelo e Dalbert. Si tratterebbe di andare a toccare un meccanismo che sinora sta dando buone risposte ma dà l’idea dell’ampia gamma di soluzioni tattiche in serbo.
  • JUVENTUS (pt 6) ordinaria amministrazione le due vittorie consecutive dei pluri Campioni d’Italia? Direi di no, con la squadra ancora arrugginita e i nuovi che praticamente non si sono visti. La sensazione è che le rivali siano ben più agguerrite di un anno fa ai nastri di partenza, e lo stanno confermando sul campo. Certo che con un Dybala formato Messi puntare al settimo scudetto consecutivo non sembra certo un’utopia.
  • LAZIO (pt 4) Inzaghi è stato bravissimo a tenere compatta (e competitiva) la squadra nonostante i malumori di Keita, in procinto di lasciare il club. Meccanismi rodati, elementi che si stanno per consacrare ai massimi livelli (vedi Milinkovic -Savic) e la fiducia di società e tifosi fanno sì che l’ambiente (almeno in apparenza) sia tranquillo e pronto a riconfermarsi.
  • MILAN (pt 6) l’attesissima squadra rossonera, dopo il faraonico mercato (soprattutto a livello “quantitativo”) sta mettendo in mostra un enfant du pays che risponde al nome di Patrick Cutrone. Sinora implacabile cecchino alle sue primissime uscite in Prima Squadra, l’attaccante classe ’98 è il fiore all’occhiello di una fantastica nidiata. Sul campo il potenziale dei rossoneri è evidentemente più rilevante di un anno fa, sta a Montella assemblare al meglio la squadra. Voli pindarici però meglio non farne, si consiglia di procedere a step, arrivare nei primi 4 deve essere il primo obiettivo.
  • NAPOLI (pt 6) la vera antagonista della Juventus è partita in estrema scioltezza, con due vittorie dal medesimo convincente risultato (3 a 1) e con una consapevolezza dei propri mezzi finalmente acquisita. Rimane il dubbio legato alla permanenza di Reina, cederlo significherebbe indebolire la squadra, inutile girarci attorno.
  • ROMA (pt 3) Di Francesco ha perso il primo scontro diretto ma almeno fino a metà secondo tempo la Roma aveva tenuto testa ampiamente all’Inter, costruendo tante situazioni offensive, sfiorando gol (vedi i tre pali) e in generale non dando l’impressione di una squadra inferiore. Il colpo Schick può far assorbire la partenza di Salah, nonostante le caratteristiche fra i due siano del tutto differenti e fornire varianti tattiche all’allenatore.
  • SAMPDORIA (pt 6) ottimo avvio della squadra di Giampaolo, non solo sul piano dei risultati (due vittorie consecutive che magari non erano in preventivo) ma soprattutto sul piano del gioco. A differenza di altri, il mister ha lanciato subito nella mischia i nuovi acquisti, e sia la vecchia conoscenza del calcio italiano Ramirez, sia l’estroso Caprari stanno rispondendo alla grande. Se ci mettiamo la voglia di Quagliarella di ruggire ancora ad alti livelli e la crescita di elementi come Torreira e Praet siamo davanti a una compagine in grado di regalare gioie ai propri tifosi.
  • SASSUOLO (pt 1) Bucchi è un allenatore che può ben figurare anche in A, la rosa a sua disposizione è buona ma molto è ancora da registrare, specie in fase difensiva. Davanti è necessario fare chiarezza su chi puntare, gli ultimissimi giorni di mercato faranno la conta di chi rimane e chi parte.
  • SPAL (pt 4) tornare in A a 49 anni dall’ultima volta e scoprire di sentirsi, non dico nuovamente a casa ma comunque a proprio agio è una bellissima sensazione. Entusiasmo a mille sorretto da determinazione e voglia di misurarsi con chiunque senza remore ma soprattutto senza alcuna presunzione. La società ha puntellato la rosa con acquisti di tutto rispetto per una squadra che deve mirare all’obiettivo salvezza. E Borriello ha già timbrato un cartellino. Semplici arrivato tardi in A ha la stoffa dell’allenatore vincente.
  • TORINO (pt 4) a mercato finito, i sostenitori granata potranno finalmente tirare un sospiro di sollievo qualora Belotti sia rimasto in organico. Molti dei destini del Toro dipendono infatti dai gol del bomber, a lungo corteggiato da club italiani (Milan su tutti) ed esteri (dalla Premier e ultimo dal Monaco). Ma il Gallo sinora non si è fatto distrarre e guida un attacco ancora più ficcante, considerando la nuova impostazione tattica di Mihajlovic. L’Europa League non pare assolutamente un miraggio, servono rispetto a un anno fa una maggiore continuità di risultati e il salto di qualità di alcuni elementi (Baselli, Barreca e Zappacosta).
  • UDINESE (pt 0) era difficile pronosticare un’Udinese ancora a secco di punti dopo le prime due giornate. La squadra di Delneri, promettente a centrocampo, sta palesando limiti in attacco dove pesa l’assenza di un valido sostituto di Zapata (che con Thereau componeva una buona coppia offensiva) e in una difesa molto rinnovata. Dal mercato servono i giusti ritocchi altrimenti si potrebbe clamorosamente ritrovare a lottare con i pugni e con i denti per garantirsi l’ennesima salvezza.
  • VERONA (pt 1) al ritorno in serie A il Verona è partito con le incognite legate all’inesperienza di Pecchia, all’esordio in serie A dopo aver guidato i gialloblu lo scorso anno in cadetteria e a una rosa, sì migliorata in esperienza con gli arrivi di Cerci, Heurtaux e Caceres ma ancora estremamente corta e lacunosa nei rincalzi. Pazzini poi è stato, fra molti dubbi, relegato in panchina per i primi due match e al momento pare un lusso per una squadra praticamente dipendente da lui in fase offensiva.