AAA difensori centrali cercasi. Che si possa riformare la coppia Bonucci-Ranocchia in bianconero?

Il calcio mercato sta entrando nel vivo in queste settimane, nonostante (o forse grazie a) l’Europeo sia in piena fase di coinvolgimento. Un tempo, nemmeno troppo remoto, competizioni come un Europeo o un Mondiale, diventavano occasioni per conoscere calciatori, testare alla prova del campo presunti talenti e magari provare a scommettere sul nome “nuovo”.

Ora il nome “nuovo” è impossibile da scovare, la tv massificata e il web che aggiorna costantemente ogni situazione di ogni campionato, anche quello più sperduto, se da una parte hanno fatto sì che gente come me andasse in brodo di giuggiole (insomma, più informazioni ci sono, meglio è) allo stesso tempo hanno tolto una sorta di curiosità, di magia sul da farsi, volendo essere romantici ad ogni costo. Così, un terzino interessante come il colored ceco Gebre Selassie, dopo un paio di partite buone, poteva tornare utile per qualche  squadra italiana (la Roma?). Macchè, come anticipato in altre sedi, in pratica era già stato promesso al Werder. Difficile poi che, in tempi di magra come questo che stiamo vivendo, si possano fare certi investimenti in Italia. Chi vende bene è certamente l’Udinese, capace di fare delle plusvalenze da urlo (ultimo caso, i 36 milioni complessivi guadagnati per Isla e Asamoah dalla Juventus, una delle poche società italiane con soldi freschi da spendere).

Si punterà molto sul mercato interno, credo, almeno quello di solito diventa un’ancora di salvataggio per coloro i quali, più che i soldi, devono mettere sul piatto l’ingegno.

Lunga premessa per dire che, da qualche giorno a questa parte, in sede di mercato, oltre che  top player (odio questa parola) veri e presunti, sembra che a tenere banco siano alcuni tra i nostri migliori difensori centrali.

Su Astori si erano mossi il Milan prima e poi la Roma, e quest’ultima potrebbe essere in pole, considerando che probabilmente non otterrà il prestito del danese Kjaer (peraltro a mio avviso molto sopravvalutato). Il fatto è che la squadra di Cellino molto probabilmente finirà per cedere l’altro centrale difensivo, il 27enne Canini, anch’egli di gran talento e appetito dall’Atalanta (nel cui florido vivaio è cresciuto) e soprattutto dal Torino, a un passo dall’acquisto. Così Astori (classe ’87)  in bilico fino all’ultimo per partecipare all’Europeo, dovrebbe rimanere un altro anno a Cagliari.

Le mosse del Milan da tempo portano a Acerbi, autentica rivelazione del Chievo nella stagione appena conclusa. Lunga gavetta, nonostante la giovane età (è un 88). Dalla Lega Pro di Pavia alla cadetteria di Reggio Calabria, dove già l’anno scorso aveva dimostrato meraviglie, assieme a un altro talento emergente di difesa, Adejo, di un anno più giovane.

Con il riscatto della comproprietà da parte del Genoa, che deteneva il suo cartellino  insieme al Chievo, il giocatore finirà al Milan, così come da accordi presi con la squadra di Preziosi. Acerbi ha pazientato durante tutto il girone di andata, aspettando il suo turno ma, una volta entrato, non ha più concesso presenze ai suoi rivali, essendo comunque i vari Cesar, Morero, Mandelli degli onesti mestieranti ma nulla più. Con Andreolli (su cui è stato smentito un suo ritorno all’Inter), Acerbi ha formato una delle più interessanti coppie difensive della serie A. Tutte le big, dal Milan all’Inter, dalla Roma alla Juventus hanno chiesto informazioni su di lui, e alla fine come scritto sopra, la spunterà il Diavolo. Non un nuovo Nesta, per carità, ma alla fisicità e alla velocità, Acerbi unisce una buona tecnica. Un giocatore su cui provare a scommettere, insomma.

Solitamente il passaggio da una realtà di provincia a una squadra in lotta per grandi vertici provoca una situazione ambivalente. Chi supera la prova, sia da un punto di vista caratteriale che tecnico, diventa un “big”, chi invece non emerge è destinato a tornare in una società meno ambiziosa. Esistono le eccezioni, le seconde possibilità, per carità. E forse è a questo che sta pensando Antonio Conte nei confronti di Andrea Ranocchia, suo pupillo all’Arezzo e protagonista a Bari.

Da un anno e mezzo all’Inter, non si può proprio dire che Andrea abbia convinto gli scettici, anzi, forse è riuscito pure a scoraggiare chi in lui davvero rivedeva un erede legittimo dei grandi difensori di scuola italiana. Io continuo a pensare che sia un ottimo giocatore, probabilmente gli manca la cattiveria giusta, la personalità prorompente, sembra timido e sulla difensiva, metaforicamente parlando.

Ma un addetto ai lavori, un addetto di mercato, deve capire se sull’ex prodigio Ranocchia (classe ’88) si può ancora puntare, magari fidandosi di chi meglio lo conosce. Se davvero Andrea andasse alla Juve (ma la stima nei suoi confronti nell’ambiente è tanta, basti pensare che pure il Mancio del Manchester City e Ancelotti del Paris St Germain stanno provando a sondare il terreno con l’Inter), potrebbe riformare con Bonucci la coppia d’oro di Bari.

Tutti gli appassionati di calcio hanno negli occhi la stagione favolosa della squadra pugliese due anni fa, agli ordini di Ventura, ideale prosecutore del disegno di Conte. Di quel bel giocattolo, i fiori all’occhiello erano indubbiamente i due talenti al centro della difesa, che sin dalla primissima giornata, seppero imbrigliare i fortissimi attaccanti interisti. Da lì un crescendo di prestazioni, con i due complementari e perfetti insieme, abili sia con i piedi (forse sin troppo, infatti Bonucci ogni tanto si concede dei rischi) che con la “testa”. Ciò che colpiva era la grande intelligenza calcistica di entrambi, la loro affinità. Ricordo bene come i loro nomi da lì a pochi mesi finirono dritti nei taccuini di mezza Europa (si parlava di Arsenal, Manchester Utd, oltre che di tutte le big italiane).

Il resto è storia, con Bonucci in difficoltà nel primo anno juventino con Delneri alla guida (ma in fondo, in quella stagione delusero proprio tutti) e in pieno riscatto in quello successivo, con tanto di scudetto conquistato da titolare. Ranocchia invece, tra infortuni più o meno seri, e amnesie (come nella gara contro il Bologna, nella quale regalò un gol a Di Vaio con uno stop assai impreciso), a immalinconirsi in panchina nell’Inter.

Sarei proprio curioso, lo ammetto, di vedere ricomposta quella splendida coppia che aveva fatto sognare i tifosi del Bari. Io darei un’altra chance ad Andrea, le sue qualità erano davvero evidenti. Poi, è chiaro, la Juve può vantare i difensori titolari della Nazionale (Chiellini e Barzagli) ma avere in ogni caso un ct come Conte che ti stima potrebbe sbaragliare le carte in campo; per questo credo davvero che la voce che vuole la Juve interessata a Ranocchia sia tutt’altro che infondata e, anzi, sia il preludio a un ottimo affare di mercato.