Quale futuro per la storica rivista “Mucchio Selvaggio”? La diatriba infinita Stefani vs Guglielmi

Sono anch’io un “Mucchiofilo”, ovvero un seguace della avveniristica quanto stimolante  – da un punto di vista socio/musico/culturale . rivista “Mucchio Selvaggio” diretta ininterrottamente dal fondatore Max Stefani, fino al suo traumatico allontanamento avvenuto nel 2011. Sono cresciuto leggendo riviste anche meno settoriali, penso al “Tutto” rock oriented di Luca Valtorta o a sporadiche escursioni nel più commestibile “Rock Star”, mentre ho frequentato poco l’inserto di “Repubblica”, il nemico principale delle riviste alternative, vale a dire “Musica!”. Ma è col Mucchio che ho iniziato davvero ad allargare maggiormente gli orizzonti musicali, constatato che sono da sempre un onnivoro della musica e tendenzialmente per natura un “curioso”.

Ho letteralmente divorato la biografia di Max Stefani “Wild Thing”, dove si parla della genesi del giornale ma non solo: infatti si dà uno spaccato autentico e credibile della storia di tutta l’editoria musicale in Italia, a partire dagli anni ’60, aggiornata ovviamente sulle sonorità, spesso e volentieri lontane dalle orecchie del grande pubblico, di un rock che altrove faceva numerosi proseliti, mentre qui da noi è sempre stato visto come un genere “altro” dalla più semplice e spesso banale musica leggera italiana.

Un percorso bellissimo quello del Mucchio, raccontato con dovizia di particolari e con una dose massiccia di emozione, passione, talvolta acredine, non proprio sopita, disillusione, sogno, bisogno. Tutto questo si trova nel librone enciclopedico di Stefani, al quale si possono perdonare i molti refusi presenti nell’Opera. Si arriva comunque ai giorni nostri, con le inevitabili ripercussioni dovuti alla scissione, non la prima, ma certamente la più drastica, inattesa (almeno per i lettori come me che ne vedevano comunque uno spirito “da famiglia” all’interno della redazione) e percepita da entrambe le parti come un vero punto di non ritorno.

Peccato! Che posso aggiungere? Ho sempre apprezzato il coraggio, lo spirito anticonformista, la voglia di stupire e di lottare dell’ex direttore, pur non essendo sempre in sintonia con le sue, pur interessanti, inchieste. Alcune cose mi urtavano, e parecchio. Inutile dire che diverse copertine mi hanno provocato qualcosa dentro, fosse anche solo fastidio. Ma il compito di un giornalista “di frontiera” in fondo è anche questo, ed è lo spirito che Max sembra voglia farci capire che ora manca all’attuale gruppo di redattori, dei quali occorre registrare un’ultima inattesa defezione storica, quella del competente Eddy Cilia, uno dei massimi critici musicali italiani, assieme a quel Federico Guglielmi tanto bistrattato nel libro.

l'imperdibile storia della rivista Mucchio Selvaggio, attraverso la biografia del fondatore Max Stefani

l’imperdibile storia della rivista Mucchio Selvaggio, attraverso la biografia del fondatore Max Stefani

Eppure anch’io ho appreso tanto da Guglielmi, al quale ho sempre “perdonato” ciò che gli viene da più parti additato, cioè la sua proverbiale autoreferenzialità. Ho letto tantissimi libri di Federico ed è innegabile che possieda una competenza enorme in fatto di storia del rock, specie quello nostrano, al quale ha contribuito non poco a diffonderne il verbo. Non entro nel merito di questioni personali, e poi al Mucchio dei reduci sono legato comunque, visto che, grazie alle opportunità della rete, ho avuto modo di conoscere un po’ meglio gente che ho sempre stimato, da lettore, come Alessandro Besselva Averame e, soprattutto, Carlo Bordone che ho scoperto con piacere essere pure un appassionato tifoso del Toro!

Davvero, non posso giudicare i fatti, se non attenendomi a quello che di riflesso giunge a me e ai molti lettori che ancora sperano, non dico in una riconciliazione, ma almeno nel fatto che il glorioso giornale possa continuare a divulgare il proprio “messaggio”.

Le versioni sono molto differenti, basta leggere appunto il libro di Stefani e il blog di Guglielmi, intitolato “La vera storia del Mucchio” (lo trovate su piattaforma WordPress, tra l’altro) ma a me tutto questo lascia principalmente un senso profondo di smarrimento e di amaro in bocca.

una delle migliori edizioni del Mucchio Extra

una delle migliori edizioni del Mucchio Extra

8 risposte a “Quale futuro per la storica rivista “Mucchio Selvaggio”? La diatriba infinita Stefani vs Guglielmi

  1. il problema caro gianni, e qui butto benzina sul fuoco quando dovrei fare il contrario, è che Guglielmi è un pezzo di merda. ma sono io che l’ho creato e quindi non posso che prendermela con me stesso.

    • figurati, Max, qui non ho mai avuto bisogno di censurare nessuno. Io non ho voluto dare dei giudizi perchè, davvero, al di là di tutto, sono legato a un’idea “romantica” di Mucchio che prevede(va) la presenza e la convivenza di molti attori diversissimi tra loro in gioco. Spiace solo, e la sensazione è comune a moltissimi lettori con cui mi relaziono da tempo in rete, che sia finita così tra voi. La crisi relazionale appare davvero insanabile… io auguro fortuna a entrambe le parti contendenti ma ammetto che all’epoca dei fatti, per rigetto, mi sono allontanato da tutti, mettendomi a leggere persino quei rocker estetici e perfettini del Rolling Stone, imparando se non altro ogni marca possibile di borse, scarpe e giubbotti, per la gioia della mia ragazza… ora non posso più sbagliare i regali 🙂

  2. mi sento abbastanza vicino al punto di vista di Gianni
    devo però anche aggiungere che il Mucchio post Max mi sembra scarso (ne ho presi due numeri, ed è passato ormai quasi un anno, quindi potrebbe essere migliorato, non saprei)
    invece Suono (che non avevo mai letto) mi piace, e molto

    alla fine, quello che conta è fare un giornale di qualità, e Suono secondo me lo è

    • ciao gualtiero, penso che alla fine sia un sentire molto comune tra i vecchi lettori del Mucchio. Non posso sbilanciarmi, non avendo mai frequentato la redazione della rivista, dico solo che mi rattrista il clima che si è instaurato, specie per la stima che ho sempre provato per le parti chiamate in causa.

  3. Non voglio prendere le parti di nessuno, dico solo che nel mucchio mensile a mio parere la parte “politica” aveva meno senso perchè mancava spesso l’aggancio con l’attualità. Adesso che il Mucchio ha perso una ventina di pagine mi sembra paradossalmente migliorato, c’è più spazio per la musica (e non è vero che la musica attuale è per lo più “fuffa”, vale la pena cercare in giro e ricordo perfettamente che molti anni fa, ad un lettore che scriveva di non capire la nuova musica, Stefani rispose “Stai invecchiando”).
    Sento la mancanza di Cilìa e soprattutto di Bertoncelli, tutta gente che sapeva scrivere. Come Stefani del resto, ottimo scrittore, ma abbastanza pigro negli ultimi anni da questo punto di vista. Comunque sia lui, che Guglielmi sono due persone di grande carisma, non facili da trovare. Un in bocca al lupo a tutte le parti in causa.

    • ti ringrazio del tuo commento. scrissi questo articolo tempo fa , quando ancora non era ipotizzabile ciò che sarebbe successo, con la dipartita delle migliori firme storiche della rivista. io sono ancorato al passato, alla storia del mucchio, per quello che ha rappresentato. questo bagaglio non me lo porterà via nessuno. ciononostante é indubbio che si sia chiuso per sempre un ciclo. e in rete ormai é bagarre. ma io col cuore sono vicino a tutti, tranne che.. a chi ha causato tutto questo

  4. Con la recente dipartita di Guglielmi (ottimo giornalista musicale ma, mioddio!, quanto se la tira. Un pò di umiltà in più non guasterebbe…) credo il Mucchio sia sprofondato in una crisi ormai irreversibile. A Stefani si possono imputare tante cose, ma è un dato di fatto che fosse lui a fare del Mucchio una rivista ruspante e dai contenuti interessanti. Via lui, l’appiattimento è stato totale. Sono ancora abbonato ma la rivista si sta impoverendo sempre di più, mostrando una mediocrità che mai negli anni passati era riuscita ad insinuarsi nelle sue pagine. Peccato, davvero. Seguo il Mucchio dal 1982 e da quell’anno non ho mai perso un numero.Vederla ultimare il suo ciclo così mestamente mi rattrista e intenerisce allo stesso tempo. Spero di ritrovare presto Max alla guida di una nuova rivista che mi faccia venire la pelle d’oca come Il Mucchio di qualche anno fa.

    • ciao e grazie del tuo commento. beh, ti posso dire che max stefani ormai é in rampa di lancio col suo nuovo progetto “outsider”. non si conoscono ancora i collaboratori ma mi pare di escludere al 100% che tra di loro troveremo i vari cilia, guglielmi, bordone, averame, tutta gente che stimo ma nemmeno ci sarà l’ ex braccio destro massimo del papa, basta leggere cosa ha appena scritto sul suo blog. ciao alle prossime

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