La mia prima esperienza al Premio Tenco. Dove si celebra da 40 anni la miglior canzone d’autore italiana, e non solo

Come accennato nel post precedente, dedicato alla ripresa del mio programma radiofonico Out of Time, in onda su yastaradio.com, nel weekend scorso sono stato ospite al Teatro Ariston in occasione del Premio Tenco, la più importante e prestigiosa rassegna sulla canzone d’autore italiana, giunta alla sua 40a edizione.

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Era la mia prima volta da giurato, la mia prima volta a Sanremo, la mia prima volta in quello storico teatro, conosciuto ai più per la storica gara canora che si tiene a febbraio, ma per i più attenti cultori noto anche per l’altrettanto storica (ormai) rassegna in memoria di Luigi Tenco, che proprio nella cittadina ligure decise di porre fine alla sua vita, nel 1967.

Inutile dire che l’emozione mia è stata tanta, tangibile, per quanto io non sia tipo da esternare, e anche se per motivi di lavoro e altri impegni, non ho potuto assistere a tutte e tre le serate dedicate, devo dire che quella di venerdì 21 è riuscita appieno a soddisfare i miei palati musicali, non tradendo le mie aspettative. E spero vivamente di poter dare il mio contributo di appassionato ascoltatore e cultore di certa musica italiana, anche l’anno prossimo.

Il Club Tenco, il cui responsabile artistico è il noto giornalista musicale Enrico De Angelis, ha allestito una tre giorni ricca, non mancando di omaggiare Luigi nella serata conclusiva di sabato 22, con la presenza di tantissimi artisti ad alternarsi per cantare le sue più leggendarie canzoni.

Ottima musica, della più varia, sprigionata su quel palco che, se dalla tv appare grande, finanche maestoso, dal vivo ha assunto contorni diversi, dando anzi l’effetto di grande intimità e calore.

Niccolò Fabi, giustamente riconosciuto come erede legittimo dei grandi cantautori italiani

Niccolò Fabi, giustamente riconosciuto come erede legittimo dei grandi cantautori italiani

Purtroppo non c’era pieno, e se da una parte me l’aspettavo – non si trattava certo di musica commerciale o della più conosciuta alla massa – dall’altra penso che molti, soprattutto locali – io per dire sono partito dalla mia Verona – abbiano perso l’occasione di gustarsi un ottimo spettacolo, ben condotto in ogni sua parte dal brillante Antonio Silva. Una serata interessante dal punto di vista musicale, e non solo nel vedere passare in rassegna i vincitori delle varie categorie (nella serata di venerdì Claudia Crabuzza, vincitrice ex aequo con James Senese della Targa miglior album in dialetto – e lingue minoritarie, come si è voluto sottolineare, visto che l’algherese altro non era che una versione locale del catalano; Paolo Sentinelli in rappresentanza del miglior brano, essendone autore col compianto Francesco Di Giacomo, e Niccolò Fabi, che si è affermato nella categoria miglior album).

Al di là delle loro esibizioni, tutte convincenti, compresa quella di Andrea Setta in sostituzione di Elio e le Storie Tese, in origine interpreti del brano vincitore “La Bomba Intelligente” (e coinvolgente e toccante in particolare quella di Fabi e la sua giovanissima band), ci sono stati altri momenti da ricordare.

Gianluca Secco, cantautore sui generis, capace di coinvolgere tutti nel suo vortice emotivo di teatro, musica e parole

Gianluca Secco, cantautore sui generis, capace di coinvolgere tutti nel suo vortice emotivo di teatro, musica e parole

Su tutti l’intensità interpretativa e scenica del cantautore/poeta/performer Gianluca Secco, anch’egli vincitore di un Premio Speciale tra coloro che parteciparono a una sorta di concorso/audizione, e abilissimo nel tenere il pubblico inchiodato alla sua esibizione, come rapito da così tante suggestioni. Una resa live che ha premiato maggiormente la forza di un disco già di suo riuscito e pieno di spunti letterari come “Immobile”. Ho avuto anche il piacere di conoscerlo e complimentarmi con lui nel corso dell’esclusiva cena che si è tenuta al termine dello spettacolo al PalaFiori. Una persona riservata, quasi schiva, ma anche presumo pienamente consapevole della sua forza evocativa e delle sue potenzialità.

Come non citare poi l’esibizione del mitico Stan Ridgway, per l’occasione premiato dal critico e scrittore Federico Guglielmi (a proposito, un piacere è stato anche scambiare qualche chiacchiera con lui) e della raffinata portoghese Lula Pena, col suo ipnotico fado.

A colpirmi molto poi sono state anche le canzoni del nuovo album del grande Enzo Avitabile, accompagnato tra gli altri dalla palestinese Amal Markus. Una persona squisita Enzo, così come il fratello Carlo che lo accompagnava alle percussioni, e da tanta sensibilità, non solo artistica, è scaturito un nuovo grande disco, a pochi anni di distanza dal superlativo “Black Tarantella”, col quale aveva ottenuto una Targa Tenco. Che sia prossimo a una nuova affermazione fra 12 mesi, in quella che sarebbe un’edizione carica di significato, visto che cadrebbe a 50 anni dalla morte del grandissimo Luigi.

in grado di tenere magnificamente il Palco e di divertire suonando con passione

la Bandakadabra, in grado di tenere magnificamente il Palco e di divertire suonando con passione

A far divertire il pubblico c’hanno poi pensato il dissacrante Ivan Talarico, in cartellone sin dal giorno precedente, ma che ha fatto capolino di nuovo con le sue bizzarre e demenziali canzoni, e soprattutto la funambolica Bandakadabra, con le sue incursioni e l’allegria contagiosa dei suoi giovani componenti. Sono capitato nel loro tavolo a cena e sono troppo forti, oltre che talentuosissimi!

Insomma, io al Premio Tenco mi sono divertito molto, anche se l’ideale sarebbe tuffarsi in una tre giorni sanremese per poter celebrare al meglio quella che è tutto fuochè musica “vecchia” (o per vecchi) ed elitaria, visto che le belle canzoni sanno arrivare al cuore di tutti.