Torna lo spettacolo targato NBA: tutti all’inseguimento dei Cavs del trio LeBron James-Irving- Love

Questa settimana finalmente riprenderà la nuova stagione NBA, la più attesa degli ultimi anni, perchè è quella successiva all’addio del campionissimo Lebron James dai Miami Heat con i quali aveva vinto due anelli, arrivando più volte alla Finalissima. In pratica, quasi da solo, aveva trascinato una franchigia ricca ma che ha sempre vissuto di exploit isolati, a diventare un big team assoluto della Lega Americana. Sì, c’erano minimo altri due assi a sostenerlo, vale a dire Wade e Bosh ma è indubbio che il suo peso specifico, certificato dai numeri, che mai come nel basket non mentono, era elevatissimo, trattandosi lui di un vero e proprio “facilitatore”. Quest’anno LBJ ha deciso, in maniera sorprendente, visto che avrebbe potuto strappare contratti ovunque, di seguire il cuore, e di farlo non a carriera conclusa, anzi, nel pieno di essa, a 30 anni, tornando da dove la sua gloriosa storia ebbe inizio, a Cleveland, quando furoreggiava già da matricola. Considerando che i Cavs vengono da stagioni assai grigie, è logico attendersi tutte le sirene accese su di loro, anche perchè oltre a James e al confermatissimo Irving, è arrivato anche un altro pezzo da 90: Kevin Love, atteso alla piena consacrazione. Per San Antonio sarà dura ripetersi, anche se è un adagio che sentiamo da diversi anni a questa parte, considerando la veneranda età di molti dei suoi protagonisti: Tim Duncan e Ginobili soprattutto ma anche il play francese Tony Parker in pratica non è più un ragazzino. Eppure c’è un Leonard con ampi margini di miglioramento e un Belinelli ancora più forte dell’esperienza vincente acquisita, oltre al fatto che Messina affiancherà il vecchio Popovich in panca. Pare indebolita la franchigia di Oklahoma, ma la presenza del MVP Kevin Durant basta e avanza a conferire credito alla squadra. Punterei molto sui Clippers e su Golden State, trascinati rispettivamente in regia dagli assi Chris Paul e Stephen Curry, mentre sarà improbabile che ad Est Miami e Atlanta possano riconfermarsi prontamente ad alti livelli, vista la cessione di James dei primi e il gravissimo infortunio occorso a George dei secondi. Personalmente sono curioso di vedere come crescerà ulteriormente un giocatore come Lillard a Portland, così come (da sostenitore) spero che Houston faccia la sua bella figura, affidandosi alle certezze rappresentate dal “barba” Harden e dal gigante Howard. Speriamo che Gallinari torni protagonista a Denver, dopo un anno fermo ai box e che l’ex Mago Bargnani possa dare il suo contributo in una derelitta New York. Già, le metropoli New York e Los Angeles (sponda giallo-viola dei Lakers) partono ancora a faari spenti, così come Boston, alle prese con un forte ricambio generazionale e Chicago, che almeno può sperare nel pieno recupero di Rose, uno in grado davvero di spostare gli equilibri di un’intera conference. I Nets invece, dopo la grande illusione dello scorso anno, difficilmente potranno dire la propria in chiave finali, così come Detroit, nei quali è lecito auspicarsi un po’ di minutaggio in più per il nostro Datome. Che le danze abbiano inizio allora, e buon divertimento a tutti con lo spettacolo unico del basket americano!