“Si può fare l’amore vestiti?”, un bell’esempio di commedia italiana intelligente

Interessante spaccato sociale quello offerto da un film italiano come “Si può fare l’amore vestiti?” che vede protagonista la bella e brava Bianca Guaccero, invero qui poco avvenente ma piuttosto dimessa, pur interpretando un ruolo per cui gli stessi personaggi del film sembrerebbero  “autorizzare” a pensarne il contrario, vale a dire la sessuologa.

si può

Ambientato ai giorni nostri, la giovane dottoressa giocoforza deve far rientro al paese natio, uno splendido paese – aggiungo io – identificato (anche se in pratica non viene mai nominato) in Polignano a Mare, già teatro delle surreali vicende di Checco Zalone per il suo fortunato esordio cinematografico.

Qui però invece che ridere, si sorride, si riflette finanche a interrogarci sulla vera natura delle persone, spesso così inficiata da paurosi pregiudizi, come possono essere quelli associati a un argomento da sempre (ancora) tabù, come il sesso.

Simpatiche le percentuali che ci giungono in soccorso durante la visione, sulle quali è impossibile non strappare una battuta, specie se il film lo si vede in coppia e bello scoprire come invece sia possibile, con un po’ di sana apertura mentale, osservare la realtà con occhi diversi. La stessa apertura mentale dimostrata dallo sfortunato maestro d’arte Andrea (impersonificato da un bravissimo Corrado Fortuna, ripescato positivamente anche da Virzì Jr per il suo interessante “I più grandi di tutti”) che cerca, senza far rumore, di convincere la dottoressa a fermarsi in quella zona, magari meno mondana o “aperta” mentalmente (solo in apparenza, però, perchè poi i fatti dimostreranno spesso il contrario) rispetto a una metropoli come la capitale Roma. Senza inoltrarci nella trama, mi piace spendere due parole per premiare un cast di attori magari non molto conosciuti ma efficaci e funzionali, tra i quali, oltre ai citati Guaccero e Fortuna, spicca il fragile e tenebroso ragazzo padre interpretato da Michele Venitucci e il simpatico cabarettista Maurizio Battista qui nei panni dell’italiano medio cinquantenne.

sip uò

Un bel film, davvero, mai volgare o sopra le righe, scritto dalla coppia Giorgia Colli e Luca Biglione con la consulenza dello specialista Fabrizio Quattrini e diretto da Donato Ursitti su un soggetto di Cristina Verre e Stefano Maccagnani; degna di nota la colonna sonora originale di Massimo Di Paola