Il declino di Valeri Bojinov

Mi spiace, ammetto, scrivere un post simile su un giocatore che apprezzo da sempre e sul quale avevo riposto diverse aspettative in merito all’attuale stagione sportiva. Sto parlando dell’ex enfant prodige Valeri Bojinov, la cui breve avventura all’Hellas Verona sembra giunta precocemente al capolinea.

Bojinov con la maglia del City, quando sembrava davvero avviato a una grande carriera internazionale

Bojinov con la maglia del City, quando sembrava davvero avviato a una grande carriera internazionale

A soli 26 anni per l’attaccante bulgaro, da molti accostato in gioventù al mito locale Hristo Stoichkov, sembra avviato a un decoroso declino, con le promesse lasciate alle spalle, dopo il folgorante esordio a 16 anni con la maglia del Lecce. Sembrava un predestinato Valeri, con il suo mix efficace di tecnica e potenza, con la grande capacità di andare a rete, sorretta da una personalità fuori dal comune e da un innegabile talento, che non solo lo faceva eccellere con i coetanei ma anche non sfigurare al cospetto di compagni di squadra già affermati e poi divenuti campioni come l’attuale attaccante montenegrino della Juventus, Mirko Vucinic.

Con Zeman l’esplosione vera, con una maglia titolare, molti gol in saccoccia e giocate da grande giocatore. Si spalancano per lui le porte delle big. A 19 anni è titolare nella Fiorentina, dove mette a referto 8 gol, prima della svolta vera con il passaggio alla Juventus (nella storica stagione cadetta). Alle spalle della super coppia gol Trezeguet – Del Piero, Bojinov non gioca male, segna e sembra non sentire eccessivamente il peso della maglia bianconera.

Ma proprio dalla stagione successiva inizia il declino, dapprima con il flop, causa pesantissimo infortunio, in Inghilterra, in un Manchester City non ancora come lo conosciamo ma pur sempre sulla via del rilancio nel grande calcio europeo, in epoca “pre-sceicchi”. Un grave crack al ginocchio lo mette fuori gioco dopo sole 11 gare, nelle quali aveva espresso a tratti il suo enorme potenziale.  Stagione compromessa e il ritorno in Italia in sordina, al Parma dove non entusiasma, risultando oltremodo appesantito dalla lunga inattività della stagione precedente. In due stagioni segna comunque 11 gol, non pochissimi. Tuttavia  molti addetti ai lavori se la sentono ancora di scommettere sulle sue doti, d’altronde si tratta a quel punto di un ex campione di 24 anni quando cede alle lusinghe dello Sporting Lisbona, squadra nella quale non riuscirà mai a trovare la giusta collocazione in campo, risultando avulso, spesso abulico e finendo in pratica ai margini della squadra, poco inserito nell’ambiente lusitano.  Nel 2012 torna quindi nella terra che lo aveva cresciuto e lanciato verso il grande calcio, a Lecce. Non gioca titolare, è in prestito e non può, nelle poche partite in cui è chiamato in causa, dare un valido contributo in termini di gol. Ne segna uno solo, fino al passaggio estivo all’Hellas Verona, dove arriva con le stimmate del campione precoce, ma tutto da verificare alla resa del campo. Nemmeno a Verona, dove è stato accolto tra l’entusiasmo generale, per molti considerato il miglior giocatore di tutta la serie B riesce a mantenere le promesse. E’ in evidente ritardo di condizione, soffre probabilmente il fatto di giocarsela nel ruolo da titolare con uno dei migliori frombolieri di tutta la categoria, quel Daniele Cacia che comunque agisce principalmente da prima punta, mentre si sa che Valeri predilige fungere da attaccante di movimento, classico numero 11 di una volta. Raramente è titolare nello schieramento di Mandorlini e quando scende in campo, è quasi sempre largo a destra nel tridente, in un modulo che non ne fa risaltare le qualità. Non sono le 3 punte del modulo di Zeman, per capirci, qui deve sobbarcarsi un ruolo di dedizione al sacrificio, oltre che di punto fermo offensivo.

Bojinov con la maglia gialloblu dell'Hellas Verona, prima del passaggio a gennaio ai rivali del Vicenza

Bojinov con la maglia gialloblu dell’Hellas Verona, prima del passaggio a gennaio ai rivali del Vicenza

Mai pubblicamente messo sotto torchio da pressioni ambientali (anzi, nell’Hellas la stragrande maggioranza dei tifosi ne caldeggia una maglia da titolare, magari al posto di un sin qui deludente Gomez) e mai protagonista di un brutto rapporto con il tecnico, capisce che più passa il tempo, meno è quello che gli resta a disposizione per dimostrare di valere ancora qualcosa come bomber. E così finisce al Vicenza, altra nobile decaduta e invischiata in un difficile campionato, dove la permanenza in cadetteria sarà lo scudetto da difendere. Valeri non è certo tipo che si tira indietro nelle situazioni complicate, ma spiace constatarne il brusco ridimensionamento tecnico. Forse il futuro è davvero già dietro le sue possenti spalle.